Alfa Romeo correrà da sola. Questa dovrebbe essere una delle mosse, certamente ad effetto, che
Sergio Marchionne presenterà il
6 maggio all’interno del piano industriale per il
Gruppo Fiat. Lo ha anticipato l’autorevole
Automotive News, che riguardo al rilancio di
Alfa ha citato
fonti interne, che hanno spiegato che per il
rilancio e per la
credibilità del Marchio del
Biscione sarebbe indispensabile uno
scorporo, per evidenziare i
ricavi e le
perdite.
Nero su bianco, senza “aiutini” o aiutoni, Alfa Romeo
dovrà mostrare quanto vale. Molto di più di ora, senza dubbio, perché le
vendite nel 2013 sono crollate del 56%, con soli 74.000 esemplari, a livello di quasi 50 anni fa. Per rilanciarsi Alfa Romeo dovrà tornare diffusa e conosciuta fori dall’Italia e una delle chiavi sarà la rete di vendita, che negli Stati Uniti d’America potrebbe essere garantita dai concessionari
Fiat e fuori dagli
USA da
Jeep.
Ma per vendere di più, molto di più - Marchionne probabilmente ipotizzerà
300.000 immatricolazioni come traguardo (una crescita del 400%) – serviranno i prodotti.
Sei nuovi modelli in cinque anni quindi, dal 2015 al 2020, saranno il cardine dell’ambizioso progetto. La commercializzazione inizierà nel 2016.
Ne trovate
l’anticipazione sul nuovo numero di Auto in edicola, la
berlina e la
wagon media (
Giulia) e il
SUV compatto realizzati a Cassino, la
grande berlina (
Alfetta) e il
SUV grande a Mirafiori e anche la
Spider che sarà prodotta in Italia. Quindi ci sarà anche una rodaster Alfa Romeo. Come noto, la
trazione sarà posteriore e integrale, a seconda dei modelli, i
V6 turbo benzina per le top di gamma saranno i
Maserati realizzati in
Ferrari, ma ci sarà anche il performante
1750 turbo (della
4C) in nuove evoluzioni, realizzato a
Pratola Serra, e i
turbo diesel, sempre costruiti a
Pratola Serra dalla VM
Motori di Cento.