Ci sono zone italiane in cui è più “semplice” avere un’auto elettrica, in altre invece il problema delle colonnine di ricarica è ancora molto sentito
23.04.2022 ( Aggiornata il 23.04.2022 11:04 )
La transizione energetica sta facendo passi molto importanti, ormai tutte le principali Case automobilistiche puntano strategicamente sui modelli a zero emissioni e, nei prossimi anni, è realistico pensare che vedremo una notevole percentuale di veicoli alla spina sulle nostre strade.
Diversi utenti sono ancora restii a passare a un’auto elettrica principalmente per due motivi: il prezzo, mediamente più alto rispetto alle vetture con motore termico, e le complessità legate alla ricarica (disponibilità delle colonnine e tempi di ricarica).
Tra gli ostacoli in cima alla lista delle perplessità di chi non vuole passare a un’auto alla spina c’è il prezzo di questo tipo di vetture: i listini sono ancora troppo elevati, non tutte le famiglie possono permettersi veicoli e affrontare un costo iniziale di queste dimensioni, nonostante il conseguente risparmio legato al carburante.
Il secondo fattore è dovuto alla - apparente - scarsità di colonnine di ricarica. Nel nostro Paese le stazioni di servizio dotate degli impianti per il rifornimento di energia non sono molte, purtroppo. Ci sono zone più fornite e altre invece completamente prive di servizi di questo tipo. Insomma, non è facile viaggiare ovunque in Italia se si possiede una vettura elettrica, il rischio è che subentri l’ansia da autonomia.
Secondo uno studio di Motus-E, azienda che si occupa dell’analisi degli ostacoli tecnologici, economici e normativi che rallentano la crescita del mercato della mobilità elettrica in Italia, nel nostro Paese oggi in realtà ci sono più di 26.000 colonnine: non certo poche. Rimangono i problemi legati alla velocità di ricarica, ancora poco performante per le esigenze degli automobilisti, e la scarsa disponibilità di stazioni di rifornimento di energia elettrica nelle zone del Sud Italia.
Le colonnine di ricarica pubblica per auto elettriche nel nostro Paese sono in continua e costante crescita, e questo è un dato positivo. Siamo arrivati a quota 26.024, in 10.500 differenti località. L’80% del totale si trova sul suolo pubblico, il restante 20% invece è stato posizionato all’interno di parcheggi privati (come quelli di centri commerciali e simili) oppure nelle aziende.
Secondo i dati rilevati da Motus-E, ci sono ancora due problemi da risolvere: innanzitutto soltanto il 6% delle colonnine di ricarica italiane offre la corrente continua DC, con potenze in grado di effettuare ricariche veloci, mentre tutte le altre sono ancora in AC, e tra l’altro ben il 77% dei punti di rifornimento di energia offre potenze dai 7 kW ai 43 kW (piuttosto bassa). Altra problematica importante, è legata alla distribuzione delle colonnine sul territorio: al Sud Italia praticamente le colonnine sono pressoché inesistenti, salvo rare eccezioni.
Le 10 regioni che vantano la maggior presenza di stazioni di rifornimento per auto elettriche sono:
Lombardia: 17% e 4.543 punti di ricarica
Lazio e Piemonte: 10%
Emilia-Romagna e Veneto: 9%
Toscana: 8%
Trentino-Alto Adige e Sicilia: 4%
Puglia:3,5% (circa 900 colonnine)
Sardegna: 3%
La Puglia e la Sicilia sono entrate da poco in questa Top Ten, grazie allo sviluppo delle località turistiche. Serve fare un gran lavoro a questo proposito in tutta Italia; pensiamo infatti a regioni come la Calabria e la Campania che, nonostante il turismo, rimangono fuori da questa classifica e perdono appeal nei confronti dei turisti più green.
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