Abbiamo provato l'Audi A1 Quattro

Abbiamo provato l'Audi A1 Quattro

di Redazione

22.02.2012 ( Aggiornata il 22.02.2012 12:09 )

Sono tutte due corte. Ed entrambe sono state "tirate" in pochissime centinaia di esemplari. In comune hanno anche il marchio Audi e la trazione "quattro". Ma l'aspetto più interessante, è che sono separate da quasi trent'anni di storia.

Ce le siamo trovate una accanto all'altra nel nord della Svezia, in mezzo a una bufera di neve e ghiaccio: la nuova esclusivissima A1 quattro e la sua illustre antenata, la Sport Quattro sia in versione rally Gruppo B, sia quella stradale nata a metà Anni Ottanta proprio per esigenze d'omologazione. Allora servivano almeno 200 esemplari prodotti in serie per poter gareggiare.

Oggi, per rendere esclusiva un'Audi A1, occorrono 333 pezzi, il numero ideale secondo la Casa per rendere oggetto del desiderio questo concentrato di potenza e aggressività. Sgombriamo subito il campo da dubbi dicendovi che non l'hanno chiamata RS1 per un semplice motivo: le Audi S ed RS non sono serie limitate e questa invece sì.

Lo scopo della sua nascita, in soli 17 mesi, è dunque quello di sondare il terreno della 4x4 su questa piattaforma in vista di una prossima (pressoché certa e non lontana) Audi S1 "ufficiale", che sarà a 3 porte e Sportback e avrà lo stesso 2.0 TFSI privato però di qualche cavallo; anziché 256, è ipotizzabile una cifra non inferiore ai 200 cavalli e non superiore ai 220.

Con 600 pezzi fra inediti e modificati, dove spicca soprattutto il retrotreno della TTS per poter alloggiare il compatto sistema Haldex, la A1 quattro trasuda grinta da ogni poro. Ha il cambio manuale, non il doppia frizione S troni per risparmiare su un peso totale che ammonta a soli 75 chili più di una A1 con lo stesso equipaggiamento di accessori. La A1 quattro, per inciso, verrà infatti proposta a giugno con un allestimento full optional senza ulteriori personalizzazioni, a un prezzo non ancora ufficializzato ma di certo abbondantemente superiore ai 50mila euro.

L'abbiamo provata, come si vede dalle immagini, su una pista ghiacciata. Non siamo riusciti, pertanto, a verificare i 5"7 sullo 0-100 e i 245 km orari di velocità. Abbiamo però apprezzato due cose: l'erogazione del motore, che grazie al cielo ha quel sano ritardo di risposta del turbo che rende la spinta molto incisiva.
 
Secondo, il lavoro della trazione integrale: in condizioni del genere, oltre a una mobilità garantita si può godere di un comportamento davvero appagante: dopo un accenno di sottosterzo, la frizione Haldex spara coppia al retrotreno in un batter d'occhio ed è possibile guidare in stile prettamente rallistico, in sbandata sulle quattro ruote e in perenne sovrasterzo. In più, caso sempre più raro causa elettrificazione, a portata di mano c'è ancora la vecchia e cara leva del freno a mano...


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