La Renault Z28 Boy Racer è stata ribattezzata Twin Run

La Renault Z28 Boy Racer è stata ribattezzata Twin Run

di Redazione

24.05.2013 ( Aggiornata il 24.05.2013 10:28 )

Un altro giochetto firmato Renault. E presentato finalmente e senza veli nella classica giornata di “riposo” per quel che riguarda le monoposto del circus. La prima puntata era iniziata già lo scorso mese di gennaio, presso il Technocenter di Guyancourt, nei pressi di Parigi. Dove il designer Laurens Van den Acker in persona ci aveva ricevuti per parlare (e per svelarci le sembianze) della Z28 Boy Racer, ma sotto rigoroso embargo. Come sotto embargo è stata la prova, come passeggeri, di Jean Ragnotti (grande rallista negli anni che vanno dal 1967 al 1996), sulla pista di Mortfontaine. Un prototipo, d’accordo, ma che nascondeva anche le forme della Twinz’y, ovvero la vettura elettrica vista anche al Salone del Mobile di Milano, ma anche quelle della futura Twingo. Oltre, appunto, a quell’esercizio tecnologico che è, per ora, la Z28 Boy Racer. Un piccolo missile, con il motore disposto in posizione centrale, motore che è il ben noto 3.5 V6 da 350 CV, ovvero 50 CV in meno di quello che spinge l’ Alpine A110-50 di futura commercializzazione, che, pure a sorpresa, debuttò, sempre a Montecarlo, nel 2012. E, come lo scorso anno, a sfrecciare lungo i tornanti del circuito monegasco con la Z28 Boy Racer, è stato Carlos Tavares, numero due della Renault a fianco di Carlos Ghosn. Insieme a Tavares, calibri d’autore, come lo stesso Van Den Acker (anche lui cimentatosi al volante), senza dimenticare Jean Michele Jalinier, presidente e direttore generale di Renault Sport F1. Ultimo, ma non per importanza, Alain Prost, ormai da tempo testimonial del marchio Renault e quattro volte campione del mondo, tre conquistati con la McLaren e uno con la Williams, spinta, nell’ormai lontano 1993, da un V10 transalpino. Suggestiva la presentazione, visto che accanto alla Z28 Boy Racer, sull’ideale griglia di partenza sono state schierate anche le “antenate”, ovvero la Renault R5 Turbo e l’incredibile Clio V6 a motore centrale. La prima, oltre che a essere commercializzata nella versione stradale e protagonista di svariati monomarca, arrivò ad erogare a metà anni ottanta oltre 370 CV nella versione di Gruppo B, cavalli sprigionati da un motore di 1.5 litri montato in posizione longitudinale posteriore. La Clio V6 del 1997 erogava invece 255 CV, grazie a un V6 di 3.0 litri montato subito a ridosso dei due (unici) sedili anteriori. Tornando alla nostra Z28 Boy Racer, la “piccola bestia” dispone di un telaio tubolare, con roll-bar e traversa centrale del vano motore. Di spicco la presenza dei martinetti di sollevamento, con persino l’adozione di cerchi a serraggio mono-dado e ripartizione dei pesi ideale. Il tutto condito da una tonalità allo scarico degna di un motore da gran premio e cerchi in alluminio da 21 pollici che calzano pneumatici Michelin ultra-ribassati. L’impianto frenante è sullo stessa linea: davanti dischi da 356 mm e pinze Ap Racing a sei pistoncini, dietro da 330 mm, con pinze a quattro pistoncini. Il cambio, sequenziale a 6 rapporti, è con comando semi-automatico, con frizione bidisco cerametallica. Può essere attivata con il pedale o con le palette dietro al volante. La centralina, della Magneti Marelli, integra la gestione del motore e della trasmissione, e assicura l’acquisizione dei dati per la lettura telemetrica. Straordinarie, anche se non ancora omologate, le prestazioni. Basti pensare che, visto un peso attorno agli 800 chili, con 350 CV, il rapporto peso/potenza è inferiore ai 2,3 kg/CV! Lodovico Basalù  

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