Così Alfa Giulia sfida le tedesche

Così Alfa Giulia sfida le tedesche
La Quadrifoglio è stata realizzata confrontandosi giorno per giorno con BMW M3 e sulla carta vince la sfida

di Alberto Sabbatini

25.06.2015 ( Aggiornata il 25.06.2015 01:45 )

Arese L’Alfa Giulia si è presentata al mondo con la versione top, la più sportiva e la più potente: la Quadrifoglio (non più “verde”, si chiama solo così). Motore V6 biturbo da 510 cavalli. Uno schiaffo alle tedesche. Alle varie BMW M3, Audi A4 RS e Mercedes C63 AMG. Una scelta che non è casuale, ma è una preciso messaggio politico, un segnale - o meglio ancora una sfida - alle marche tedesche: ci siamo anche noi. Marchionne ha spiegato così la strategia di puntare proprio sulla versione Quadrifoglio per svelare l’aspetto della Giulia: “È più difficile cominciare con il modello più sportivo e più ‘cattivo’ di tutti. Noi l’abbiamo fatto. Gli altri (i tedeschi, ndr) lanciano sempre la propria gamma con le versioni standard, quelle meno potenti, poi dopo uno o due anni presentano il modello sportivo. Noi invece abbiamo voluto partire da questo”. E Harald Wester, l’ingegnere tedesco a capo dell’Alfa Romeo, ha calcato la mano lanciando una provocazione alle marche premium avversarie: “Le automobili di lusso tedesche ormai sono tutte omologate; hanno lo stesso aspetto, le stesse dimensioni: sono intercambiabili. È vero che sono automobili quasi perfette, ti portano a destinazione e sono confortevoli. Sono celle perfette per isolarti dalla strada. Ma sono fredde e quasi noiose. La nuova Alfa Giulia invece è diversa: vuol rimettere il guidatore al centro di tutto quanto. La nuova Giulia sarà la fusione perfetta fra uomo e macchina”. Fin dal primo giorno del progetto la Giulia si è confrontata con le sportive tedesche, sia virtualmente che dal vero perché a Balocco, sulla pista di collaudo dell’Alfa Romeo, i prototipi della Giulia giravano camuffati assieme a varie sportive tedesche per cercare un metro di paragone e misurare le proprie forze. Soprattutto la BMW M3 è stato il punto di riferimento dei collaudatori Alfa Romeo. Perché se è vero che la Giulia vanta la stessa potenza massima della Mercedes C63 AMG - 510 cavalli - è in realtà la BMW M3 la vera pietra di paragone della Quadrifoglio. In ogni dettaglio l’Alfa ha cercato di superare la quattro porte tedesca. Sulla carta l’operazione pare riuscita: la Giulia Quadrifoglio eroga 510 cavalli contro i 431 della M3 (6 cilindri 3 litri turbo anche lei); pesa leggermente di più (1525 kg contro 1520) ma grazie alla maggior cavalleria ha un rapporto peso/potenza più favorevole: 2,99 kg/cv contro i 3,52 della M3 (di fatto la Giulia è la berlina sportiva con il miglior rapporto peso/potenza). Inoltre gli aerodinamici dicono con un sorriso che la Quadrifoglio ha un punto di Cx migliore i termini di coefficiente di penetrazione rispetto alla M3. E sulla 0-100 l’Alfa scende sotto i 4” stabilendo un fantastico 3”9 mentre la M3 si ferma (per modo di dire...) a 4”3. Se poi tutti questi numeri eccellenti si tramuteranno anche in una guida migliore, saranno i primi test su strada a dirlo con certezza, verso ottobre quando la macchina sarà prodotta in serie. Ma certamente il layout tecnico che gli ingegneri ci hanno descritto, con la sospensione multilink (ribattezzata Alfalink) al posteriore e una nuova sospensione a quadrilatero davanti (finalmente è stato abbandonato il solito schema McPherson) e asse dello sterzo semi-virtuale che consente una perfetta impronta a terra “piatta” del pneumatico senza che la ruota si deformi, dovrebbe risultare vincente. E garantire un handling di primo livello. La Giulia dovrà rappresentare la svolta per l’Alfa Romeo. È anche il primo dei sette nuovi modelli Alfa (fra cui un Suv medio e una ammiraglia di lusso) che il marchio lancerà da qui al 2018 che costeranno ben 5 miliardi di investimenti e saranno tutti costruiti in Italia. Sono tanti soldi ma è l’investimento necessario per Marchionne per riportare l’Alfa a competere con i grandi marchi premium mondiali. L’obiettivo è arrivare a vendere, quando tutti i nuovi modelli saranno sul mercato, almeno 400mila auto all’anno. Quasi sei volte più di oggi in cui Alfa commercializza appena 68mila vetture. Ce la farà Marchionne a vincere la sfida? Lui ne è talmente convinto che si sbilancia con verve e grande passione: “Negli ultimi anni Alfa si è portata dietro un senso di incompiutezza che gridava vendetta. Lasciarla così com’era a competere con i marchi generalisti significava tradirne lo spirito e i valori. E tradire anche tutti gli uomini che in un secolo hanno plasmato la leggenda del marchio Alfa Romeo. Dare voce all’Alfa era anche un dovere morale. Oggi questo marchio si riprende il posto che le spetta nel mondo”.
 

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