Ferrari 290 MM, oltre 25 milioni di euro per quella di Fangio

Ferrari 290 MM, oltre 25 milioni di euro per quella di Fangio
Battuta all'asta a New York, la volle il Drake per tornare a vincere nel mondiale Sport del '56

di Redazione

11.12.2015 ( Aggiornata il 11.12.2015 15:48 )

Non siamo al record assoluto per l'auto più costosa di sempre, eppure i 25 milioni e 500 mila euro staccati dalla Ferrari 290 MM battuta all'asta da RM Sotheby's restano cifra di assoluto valore. All'evento organizzato a New York, Driven by Disruption, la stima era tra i 28 e 32 milioni di dollari, per l'esemplare con telaio numero 626, portato in gara da Juan Manuel Fangio nella Mille Miglia del 1956. Quell'auto che sulle fiancate sfoggiava il numero 600, a indicare l'orario di partenza da Brescia, le 6:00 del mattino, con il campione argentino da solo al volante e giunto al traguardo in quarta posizione assoluta. Enzo Ferrari volle la 290 MM (Mille Miglia) carrozzata Scaglietti per lanciarsi alla conquista del titolo nel mondiale Sport del '56, dopo aver dominato le edizioni inaugurali del '53 e '54 ma aver perso da Mercedes nel '55. L'anno seguente c'era la minaccia Maserati da contrastare ed ecco nascere la 290 MM, con un motore tutto nuovo, progettato da Vittorio Jano e Andrea Fraschetti, che realizzarono un V12 da 3.5 litri capace di sviluppare 40 cavalli più della precedente specifica 860 Monza: motore più corto e largo, con un lavoro intenso portato avanti sulle camere di combustione, dotato di doppia candela per cilindro. Furono alcuni dei punti chiave del progetto, che arrivava a erogare complessivamente 350 cavalli. Freni a tamburo, telaio tubolare e un cambio 4 marce sono altri dettagli che contribuiscono a tracciare la carta d'identità della Ferrari 290 MM, che poteva vantare un peso in ordine di marcia di 1.060 kg. Dopo il quarto posto di Fangio alla Mille Miglia, Von Trips e Collins la portarono al secondo posto nel Gran Premio di Svezia del mondiale Sport del '56, mentre Castellotti/Musso/Gregory vinsero l'anno dopo la 1000 km di Buenos Aires. Altri piloti si alternarono al volante, nel '57 ci fu la cessione del telaio a Temple Buell a New York, attraverso la scuderia di Luigi Chinetti. Nomi come De Portago, Phil Hill, Gendebien e Bonnier aggiungono ulteriore valore all'auto, completa di certificato di proprietà e documentazione di ammissione alla Mille Miglia del 1956. Ha un record non secondario il telaio in questione: non ha mai subito un incidente e restò a lungo negli Stati Uniti, fino al 1970, quando tornò in Europa, nelle mani di un collezionista francese. Pierre Bardinon, questo il suo nome, la conservò per 34 anni per poi cederla all'ultimo proprietario, che l'ha sottoposta alla certificazione ufficiale Ferrari Classiche per sancirne l'originalità. Fabiano Polimeni  

  • Link copiato

Commenti

Leggi auto.it su tutti i tuoi dispositivi

Auto, copertina del meseAuto, copertina del meseAuto, copertina del mese