Non solo Tesla e Mercedes EQS: già dagli anni ’70 ci sono auto con cruscotti decisamente moderni e avanti con i tempi. Scopriamoli insieme

I volanti più strani, ma all’avanguardia: la top 10

<p>Oggi ci lasciamo abbagliare e stupire dalla <a href="https://www.auto.it/news/news/2021/01/29-3870106/tesla_model_s_volante_come_supercar_ma_non_cosi_rivoluzionario/">cloche di Tesla</a> o dal <a href="https://www.auto.it/news/green/2021/04/16-4125397/mercedes_eqs_lusso_elettrico/">volante della Mercedes EQS</a>, ma nella storia dei motori ci sono tutta una serie di vetture e prototipi che si sono presentate, all’epoca (e si parla anche di anni ’70), già avanti con i tempi proprio per il <strong>volante</strong> e la sua strumentazione annessa. Vediamoli nella nostra <strong>top 10</strong>.</p>
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<h2>Lancia Orca</h2>
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<p>Nel 1982, Italdesign sviluppa il progetto <strong>Orca</strong>, basato su motore e piattaforma Lancia Delta 4 × 4 Turbo e ispirato a “Medusa" di qualche anno prima, una berline due volumi con quattro porte e quattro posti che unisce aerodinamica e abitabilità. Abbiamo motore anteriore trasversale e trazione integrale disinseribile, da 1600 cc e 140 CV. Ma il protagonista è il <strong>volante</strong>: qui troviamo i <strong>comandi che possono essere azionati con impulsi a ultrasuoni</strong>, e sono fissi, ovvero non si muovono con lo sterzo, facilitando il suo utilizzo durante la guida.</p>
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<h2>Italdesign Orbit</h2>
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<p>Qualche anno dopo Orca, nel 1986, Italdesign presenta il progetto <strong>Orbit</strong>, con piattaforma e meccanica della Golf Synchro. Si tratta di un monovolume compatto e aerodinamico, lunga 4 metri e con altezza interna maggiorata di 15 cm, per un maggiore comfort ai passeggeri. Il volante è dotato di alcuni comandi e di fronte un’ampia strumentazione digitale con schermo a colori.</p>
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<h2>Mercedes VRC</h2>
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<p>Cosa vi ricordate del Salone di Ginevra 1995? <strong>Mercedes</strong> presenta il <strong>concept VRC</strong> (acronimo di Vario Research Car) la cui particolarità è quella di trasformarsi in pochi minuti in quattro auto differenti: station wagon, coupé, pickup o cabriolet. Questo è possibile grazie alla carrozzeria monoblocco della vettura: è la stessa per le parti di piattaforma, portiere, parabrezza e interni, cambia il tetto che può essere sostituito con differenti architetture. Ma la VRC è anche all’avanguardia per il sistema infotainment (con display a colori posizionato al centro della plancia) e per il “<strong>drive by wire</strong>”, il sistema grazie al quale <strong>sia volante che freni non erano collegati al resto della vettura meccanicamente, bensì elettronicamente</strong>.</p>
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<h2>Oldsmobile Incas</h2>
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<p>La Italdesign di Giugiaro nel 1986 realizzava questo eccentrico concept per la casa statunitense <strong>Oldsmobile</strong>. Non mancano elementi ispirati al mondo della fantascienza: ci sono le portiere ad ali di gabbiano (come sulla DeLorean DMC 12, protagonista nel 1985 di Ritorno al Futuro), ma soprattutto al posto del <strong>volante</strong> troviamo dei comandi (tutti raggruppati qui) che sanno tanto di <strong>navicella spaziale</strong>. La strumentazione è interamente digitale. Per realizzare questo aspetto, Italdesign avrebbe studiato i gusti delle generazioni del futuro, optando per <strong>un volante che sembrasse quasi un joystick</strong>. Il motore, in posizione posteriore-centrale (si vede dal lunotto in vetro), è un quattro cilindri 2.2 litri turbo 16 valvole di Oldsmobile da 230 CV.</p>
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<h2>Maserati Boomerang</h2>
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<p>Anche qui c’è lo zampino di Giugiaro, che ha disegnato nel 1971 quella che in molti definiscono una pietra miliare dello stile Maserati: la linea è bassa e larga, gli angoli sono spigolosi, l’andamento del corpo della vettura protende verso la strada. Il motore è un V8 a 90° da 4.719 cc, in grado di erogare 310 CV e con una velocità massima di 300 km/h. Uno dei suoi tratti distintivi è la <strong>strumentazione del cruscotto integrata al volante</strong>, come parte di un singolo pannello comandi posizionato al centro del volante stesso, che esce dal cruscotto e ruota intorno a una strumentazione fissa.</p>
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<h2>Mazda MX-81</h2>
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<p>Il recente <a href="https://www.auto.it/news/challenge-time/2021/03/19-4035787/giappone_chiama_italia_mazda_e_la_forma_del_tempo_/" target="_blank" rel="noopener">docufilm “La Forma del Tempo”</a>, a 40 anni dal suo lancio, accende i riflettori sulla storia che ha portato alla nascita dell‘avveniristica <strong>MX-81</strong>, prima concept-car di <strong>Mazda</strong>, realizzata in collaborazione con l’italiana Bertone. Lo spirito dal quale è nata la MX-81, cioè la sfida alle convenzioni, sia vivo e vegeto ancora oggi: la MX-81 è una piccola coupé, con la forma a cuneo. Il suo volante è sicuramente uno dei più strani di sempre: una <strong>specie di cintura intorno al quadro strumenti rettangolare</strong>, che a sua volta mostrava le informazioni su uno schermo a colori (un piccolo televisore a tubo catodico, siamo pur sempre negli anni ’80).</p>
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<h2>Peugeot 907</h2>
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<p>Più recente, la <strong>Peugeot 907</strong> del 2004, concept che non ha mai visto la produzione. Alla presentazione sorprese e non poco, per la capacità di unire passato e presente del Marchio francese. Monta un motore V12 di 6 litri di cilindrata, da 500 CV e 620 Nm. Gli interni erano all’insegna del lusso: il <strong>volante</strong> (ma anche il pomello della leva del cambio) aveva <strong>inserti in legno</strong>. Il cruscotto era analogico ma era dotato anche di un touchscreen con navigatore GPS e lettore MP3 (e parliamo dell’inizio degli anni 2000!).</p>
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<h2>Alfa Romeo Caimano</h2>
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<p>Presentata al Salone dell’Automobile di Torino nel 1971, è ancora opera di Giorgetto Giugiaro. La concept car, basata sull’Alfa Romeo Alfasud, monta un Boxer Alfa Romeo da 1.286 cc e 86 CV. Non essendo destinata alla produzione, Giugiaro ha potuto dare sfogo alla sua creatività. L’abitacolo della vettura, una due posti, era chiuso da una sorta di cupola di vetro, con apertura in avanti. Questa disposizione influenza gli interni, minimi ma con <strong>strumentazione curva</strong>, proprio di fronte al guidatore e dietro al volante.</p>
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<h2>Nissan CUE-X</h2>
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<p>Il prototipo Nissan del 1985 anticipa il futuro e non poco. Monta un V6 di 2.9 litri con 300 CV, trazione integrale e cambio automatico, ma la vera peculiarità sta nel cruscotto e nel <strong>volante</strong>, <strong>a una sola razza con integrati diversi comandi</strong>, dove troviamo uno schermo dotato di navigatore e dal lato del passeggero una tastiera.</p>
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<h2>Italdesign Together</h2>
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<p>Di nuovo Italdesign, anno 1984. Sviluppata sulla base delle berlina Marlin, continua la  ricerca di “vetture spaziali”. Veicolo alto e multifunzionale, di dimensioni abbastanza ridotte. La<strong> strumentazione e il volante</strong>, per l’epoca, erano piuttosto avanzati: qualche comando sul volante e un ampio schermo digitale orizzontale subito dietro.</p>
<p><a href="https://www.auto.it/news/news/2021/01/28-3863978/gli_optional_piu_costosi_per_auto_la_top_10/" target="_blank" rel="noopener">Gli optional più costosi per auto: la top 10</a></p>

<p>Non solo Tesla e Mercedes EQS: già dagli anni ’70 ci sono auto con cruscotti decisamente moderni e avanti con i tempi. Scopriamoli insieme</p>