Dai dati emerge come l'auto sia ancora il mezzo preferito dai cittadini, ma il settore ha perso 10 miliardi di euro: mezzi pubblici, car sharing e mobilità alternative non sostituiscono l'abitudine delle quattro ruote
18.06.2021 ( Aggiornata il 18.06.2021 16:29 )
Come è cambiato il mondo dell’automotive dopo il lungo periodo della pandemia? Se lo è chiesto ANIASA nello studio “L’Italia riaccende i motori della mobilità – Nuove esigenze o abitudini consolidate?”
L’associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore della mobilità ha guardato i dati relativi a un campione di 1.000 residenti nelle principali città italiane, intervistati a maggio 2021. I numeri dicono che l’auto resta il mezzo preferito per gli spostamenti (2 su 3), mentre i mezzi pubblici restano indietro. Però il maggiore utilizzo delle quattro ruote non corrisponde a un aumento di vendite, anzi il settore è stato penalizzato dalla spinta sull’elettrico – venduto oggi in gran parte nelle metropoli del Centro-Nord e per le flotte aziendali. Anche la mobilità alternativa (monopattini, e-bike) non ha trovato fortuna.
Il settore automotive ha perso circa 10 miliardi di euro nel 2020: nel post-Covid il mercato dell’auto fino a maggio 2021 ha perso il 28% rispetto allo stesso periodo del 2019. Gli italiani non acquistano nuove vetture, piuttosto mantengono la vecchia auto o ne prendono una usata – anche se Euro 2 o Euro 3. In aumento sono le biciclette – 2 milioni solo nel 2020 – e i monopattini – 125.000 unità a gennaio-luglio 2020 – grazie alla spinta degli incentivi, ma sono utilizzati soprattutto nel tempo libero (69% del campione), non per necessità.
Capitolo car sharing: chi ne fa uso, non possiede un’auto personale e noleggia veicoli in alternanza all’uso di traporti pubblici. Questo tipo di cittadino non va in pratica a influire sull’utilizzo dell’auto, che rappresenta comunque il mezzo preferito dai pendolari. Chi lavora da remoto preferisce il car sharing, ma con il progressivo ritorno al lavoro in presenza torna ad aumentare la preferenza dell’auto rispetto agli altri sistemi.
“L’analisi conferma che il COVID non ha sostanzialmente cambiato i consumi di mobilità degli italiani che oggi più di ieri si affidano alle quattro ruote per i propri spostamenti”, sottolinea il Presidente di ANIASA Massimiliano Archiapatti “Per ridurre seriamente l’inquinamento è opportuno abbandonare ogni approccio ideologico e prendere coscienza delle diverse realtà del trasporto in Italia. L’elettrico sta avanzando solo in alcune aree del nostro Paese, trainato dalle immatricolazioni degli operatori del noleggio, ma per una vera mobilità green occorre soddisfare le esigenze dell’88% che vive al di fuori delle grandi città. Il noleggio di auto nuove e l’acquisto dell’usato fresco e sicuro fornito dal settore può dare un contributo decisivo per la transizione ecologica della mobilità italiana”.
A livello di motorizzazioni, gli italiani preferiscono l’ibrido: i motori termici sono scesi dall’84% al 71%, mentre l’ibrido è salito dal 6% al 18% nel 2020. Cresce anche l’elettrico, seppure di poco: da 0,6% a 2,3%, soprattutto nelle metropoli nel Nord. In quei casi la soglia è del +5% soprattutto grazie alle flotte aziendali. Al Sud, invece, le auto a batteria non superano l’1%: secondo i consumatori, la causa è da cercare nell’alto costo dei veicoli EV nonostante gli incentivi statali. Il problema è economico, prima di tutto, e di copertura insufficiente da parte dei trasporti pubblici in alcune zone ed orari, ma anche culturale: muoversi in auto è un’abitudine ancora fortissima nella vita degli italiani e cambiarla richiede molto più tempo.
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