Il nuovo Codice della Strada è in fase di approvazione in Parlamento, ma restano tanti punti interrogativi. Che senso ha abbassare i limiti se poi nessuno controlla che vengano rispettati?
15.03.2024 ( Aggiornata il 15.03.2024 16:37 )
Alla Camera dei Deputati ha preso il via l’esame del disegno di legge per la riforma Codice della Strada. Dalla proposta del testo iniziale ci sono stati tanti emendamenti che andranno discussi e affrontati prima di avere un testo definitivo.
I temi da dibattere sono diversi, ma al netto dell’entrare nelle decisioni la sensazione è che, come troppo spesso accade in Italia, si punta ad inasprire le regole, anche giustamente, ma poi non si fanno i controlli per farle rispettare. Regole che magari ci sono già ma che non si ha la forza, la volontà o semplicemente i mezzi per far si che ci siano controlli seri.
Mettere i 30 km/h in tutta una città come Bologna probabilmente non ha senso, magari sarebbe più corretto controllare che si rispettino i 50 e i 30 km/h dove già c’erano. E questo vale per tutte le città o per altri limiti che abbiamo sulle nostre strade. Anche perché le regole, per far si che vengano correttamente rispettate, devono essere corrette e non diventino solamente dei proclami politici, come temo avremo nei prossimi mesi quando il nuovo Codice della Strada vedrà la luce, senza poi la possibilità di applicarlo. Ma l’applicazione deve essere costante e qui servono sistemi e tecnologia che lo permettano. Ma in Italia far rispettare le regole è sempre più difficile che emanarle.
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