Gomme, con le ECO si risparmia davvero?

Gomme, con le ECO si risparmia davvero?
Per scoprirlo abbiamo fatto un confronto in Casa Yokohama con il BluEarth faccia a faccia con l’A.Drive

di Redazione

02.08.2012 ( Aggiornata il 02.08.2012 12:25 )

Il futuro dell’automobile è sempre più legato alle tecnologie volte a ridurre l’impatto ambientale e ad aumentare il risparmio energetico. Anche nel settore dei pneumatici è così, con le aziende che si sono convertite a prodotti sempre più ecosostenibili anche perché devono rispettare i limiti imposti dalla UE del 2010 sull’utilizzazione di materie pericolose ed essere competitivi con le nuove normative della etichettatura Europea in vigore dal 1 Novembre 2012. Ormai il consumatore si è abituato a consultare le etichette dei prodotti in modo da conoscere meglio le caratteristiche, come i parametri dell’’efficienza energetica e quelli della sicurezza dell’articolo acquistato. Da qualche anno sul mercato del pneumatico sono arrivati prodotti con mescole che contengono additivi naturali derivati dal mais, riso, o dai fiori di girasole: l’ultimo nato di Yokohama ad esempio, il BluEarth, è fatto con un olio derivato dalle bucce di agrumi. Materiali riciclabili, di scarto, che altrimenti andrebbero buttati ma, in questo caso, compensano e riducono l’uso di risorse fossili e di gomma naturale. Coniugare prestazioni, consumi, longevità e sicurezza del pneumatico, non è facile con i materiali tradizionali, se poi al loro posto, vengono usati questi “verdi” la quadratura del cerchio si complica. Ad esempio: per ridurre la resistenza al rotolamento occorre eliminare le perdite di energia e il riscaldamento della gomma, mentre per avere subito, fin dai primi chilometri un’aderenza ottimale con il fondo stradale, il pneumatico deve salire rapidamente in temperatura. Per verificare l’efficacia di questi materiali innovativi abbiamo fatto una comparativa in Casa Yokohama: tra Il confortevole e performante A.Drive e l’ultimo nato “eco” BluEarth AE-01. La vettura usata è una VW Jetta 1.2 BlueMotion da 105 cavalli che calza la misura 205/55 R16 sui nuovi cerchi in lega leggera Mak Score. Nonostante il prezzo a listino delle due coperture sia simile (159 euro per il BluEarth e 155 euro per l’A.Drive) le caratteristiche tecniche sono completamente diverse. Ad esempio: il disegno simmetrico del battistrada Aqua-Proof dell’A.Drive è studiato per garantire un ottimo drenaggio, infatti presenta intagli sul cordolo centrale che indirizzano l’acqua nelle tre scanalature longitudinali. Inoltre le spalle sono piuttosto massicce con macro blocchi per una buona tenuta in curva e solchi posizionati in modo tale da minimizzare il rumore di rotolamento. L’impronta a terra rimane sempre costante grazie alla costruzione della carcassa, che utilizza la tecnologia Optimum Power a garanzia di trazione e spazi di arresto ottimali. Infine la mescola del battistrada è addizionata di silice: offre un grip elevato, costanza di rendimento e lunga durata, sia in condizioni di asfalto asciutto come sul bagnato. La gamma di applicazioni è compresa fra 145/70 R13 71T e 205/55 R16 91H, ossia le stesse offerte dal BluEarth AE-01 che, con oltre 40 misure, può equipaggiare vetture di fascia piccola e media. Il BluEarth AE-01 si avvale di un’innovativa tecnologia in grado di combinare diverse prestazioni come il risparmio di carburante, la lunga durata e il grip sul bagnato. Tutto questo lo si deve in gran parte, alla mescola, composta per oltre l’80% da materiali rinnovabili, come l’olio estratto dalla buccia di agrumi ben amalgamato alla gomma naturale. Il nuovo componente è più leggero rispetto alla mescola tradizionale e rimane più morbido. Questo porta vantaggi in termini di aderenza, inoltre è in grado di disperdere efficacemente il calore prodotto durante il rotolamento. Se il calore è eccessivo deforma il pneumatico e produce un attrito esagerato che non permette un rotolamento costante e quindi richiede un maggiore consumo di carburante. Per ridurre l’isteriasi della gomma si è diminuito il peso della carcassa – più leggera del 10% rispetto l’A. Drive – irrigidita la struttura dell fianco, in modo da mantenere costante l’impronta a terra anche in curva. Il profilo del battistrada è studiato per ridurre la frizione sulla strada, limitare la rumorosità, e diminuire l’usura da abrasione della mescola. Il disegno rimane simmetrico, mentre la scolpitura del battistrada e delle spalle è alternata in modo armonico per abbattere le emissioni acustiche dovute al rotolamento. Tabella Confronto gomme Ed ecco il momento della verità: per meglio valutare se effettivamente con un pneumatico “eco” si risparmia qualcosa, ed eventualmente se si perde in termini di aderenza, abbiamo programmato una serie di test sulla nostra pista di Balocco. Siamo partiti pesando ogni singola gomma (con cerchio) sulla bilancia di precisione, che riscontra un peso di 19.348 grammi per la A.Drive contro i 18.302 grammi della “eco” BluEarth. Una differenza sostanziosa di 1.046 grammi confermati anche dal peso totale delle quattro di A.Drive sempre con cerchi in lega Mak Score Silver da 6,5jx16” dal peso omogeneo di 9,2 kg. Montati i pneumatici sulla nostra Jetta, abbiamo iniziato con il test più significativo, il cosiddetto “coast down”: da una velocità di 120 km orari sull’anello di alta velocità, il tester mette in folle e lascia scorrere la vettura fino a 30 km/h, prova che serve appunto per valutare la resistenza all’avanzamento dei pneumatici. Come promesso da Yokohama, le BluEarth AE-01 hanno percorso 2.362 metri contro i 2.045 delle A.Drive, confermando le sue doti di scorrevolezza. Naturalmente il test è stato fatto a breve distanza l’uno dall’altro, per cinque volte a set di gomme e ripristinando la massa originale della vettura, oltre che con le stesse temperatura delle coperture. Dopodiché viene il confort: misurare la rumorosità esterna non è stato possibile in quanto le condizioni ambientali non erano omogenee. Pertanto ci siamo accontentati di quella interna rilevata in quattro punti del circuito a 130 km/h. Quello che ne risulta è la media dei valori che, tutto sommato sono simili, con un leggero vantaggio a favore dell’A. Drive con 71,6 db contro i 72,1 del BluEarth AE-01. Per entrambe il confort acustico è soddisfacente anche se la BluEarth AE-01 copia meglio il fondo stradale e assorbe le piccole sconnessioni senza trasmetterle sul volante. Ma il momento della verità arriva dalla prova di consumo. Abbiamo percorso 30 km a 130 km/h sull’anello di alta velocità con ognuno dei due treni di pneumatici ed effettivamente la gomma “eco” ha dato i suoi frutti: la BluEarth AE-01 è riuscita a percorrere 13,850 km con un litro contro i 13,530 registrati dalla A.Drive, divario che deriva appunto dalla maggior scorrevolezza della copertura ecologica. Appurato quindi che un po’ si risparmia, è il momento di valutare se e quanto si perde in termini di aderenza. Ecco allora che sulla pista a bassa aderenza abbiamo simulato una ripresa in seconda marcia da 40 a 60 km/h, in modo da evidenziare le qualità di trazione della gomma. Ne è uscita vincente l’A.Drive, con un tempo di 5”43 che risulta quasi un secondo meglio della BluEarth (6”39). Dopodiché abbiamo proceduto con le frenate su tre fondi diversi: ghiaccio, asfalto asciutto e bagnato. Su ghiaccio l’A.Drive ha percorso 17,8 metri meno della BluEarth – 50,4 metri contro 68,2 –, un valore determinato dalla scolpitura della gomma che, grazie a grandi canali è in grado di smaltire bene l’acqua sia in fase di ripresa come in frenata. Invece, su aslfato asciutto e bagnato, ha trionfato la mescola di BluEarth AE-01 con pochi, ma significativi metri di vantaggio. Morale, da questi test emerge che i vantaggi più significativi di un pneumatico tradizionale come l’A. Drive emergono soprattutto in caso di bassa aderenza. Infine arriva il momento di valutare la maneggevolezza. E lo facciamo innanzitutto con uno slalom. In questo caso primeggia la BluEarth di pochi decimi, ma il perché è presto detto: la BluEarth AE-01 risulta più “gelatinosa” e tende a perdere aderenza sul posteriore. Dunque, sfruttando questo “difetto”, si riesce ad accelerare prima e ottenere un tempo migliore. Questo vantaggio del BluEarth arrivato paradossalmente da una minore aderenza, in pista non ha dato invece i suoi frutti: sulla nostra pista di handling vince l’A.Drive con un tempo di 3’25”46, quasi tre secondi in meno rispetto alla BluEarth. Nella guida sportiva l’A. Drive è più sincera, ha una buona direzionalità con inserimenti rapidi e privi di sottosterzo. Tra l’altro la gomma gode anche di un buon appoggio laterale come di un’altrettanta valida aderenza longitudinale, oltre a un maggior grip in accelerazione in uscita di curva. La morale di tutta la storia? Abbiamo appurato che un pneumatico “eco” come il Blue- Earth consente effettivamente di risparmiare qualcosa in termini di carburante senza sacrificare troppo il lato dinamico. Ci sentiamo di consigliarlo quindi a chi percorre molti chilometri.

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