Crisi e caro Auto. Salviamoci dalla bufera

Nel Mirino

di Redazione

20.12.2012 ( Aggiornata il 20.12.2012 18:35 )

Sembra una di quelle storie che siraccontano per stupire. Invece è vera. E si ripete da anni. Accade ognigiorno in Valtellina, la valle che dal lago di Como sale fino allo Stelvio. Se osservatela strada, dopo Bormio, vedrete colonne di auto, frammiste ad autobotti,che arrancano verso Livigno, il “piccolo Tibet” delle nostre Alpi. Come uno sciamedi api attorno alla regina. Autobotti con cisterne piene, auto col serbatoio quasi a secco. L’arrampicata dura circa un’ora: sessanta minuti di vita dissipati da centinaiadi persone ogni giorno, sessanta minuti di energia dissipati da migliaiadi cv ogni ora, 60 minuti di inquinamento disperso nella valle da milioni di nuvoletossiche. Nei distributori di Livigno avviene lo scambio: il combustibile va adissetare i serbatoi delle vetture, ed entrambi ritornano a valle, autobotti vuotee vetture col pieno. Qualche ora dopo, la carovana ripassa per Bormio, inquinando, consumando e intasando come prima. Perché questa penosa migrazione? Semplicemente perché Livigno è “zona franca”, esente da molte delle acciseche si pagano nel resto dell’Italia. Il che significa che benzina e gasolio costano molto meno che da noi. E perfino meno che nella conveniente Svizzera. Quanto? Tanto per fare un esempio, a fine agosto, a Livigno, il gasolio costava 1,05 euro, valea dire 80 centesimi meno che nel resto della Penisola. L’ultimo incremento delleaccise di 5,1 centesimi ha reso ancor più conveniente, dal punto di vista monetario,il benza-pellegrinaggio al passo del Foscagno (quello che si attraversa perscendere a Livigno). Un “Sali-scendi” che non è mai stato denunciato dai talebani dell’ambiente, quelle stesse associazioni che si ritengono depositarie del verbo dell’ecologia e che pretendono di cancellare i diesel Euro 3 in nome di uno studio sorpassato; quelle stesse associazioni che al tempo dellabenzina verde arricchita di benzene ne pretesero l’impiego diffuso sulle vetturenon catalizzate e la riduzione di 50 lire/litro rispetto al prezzo della Super. Oggi non si accorgono che sulla Bormio-Livigno si consuma uno scempio ambientaledi proporzioni esagerate. E totalmente inutile. Non è solo questione di benzina e di olio. Su quella strada anche il consumo dei pneumatici e quello dei freni haun livello elevato, che implica sui veicoli spese di manutenzione la cui “componente usura” ha un peso determinante. E per finire, mescola abrasa e particelle frenanti vanno a formare le “polveri sottili”, spauracchio dei “verdi”. Così che chicrede di fare una gita in montagna a respirare aria buona è servito. Nemmeno i super tecnici delle finanze si sono mai accorti dello scempio di risorseenergetiche, economiche e sociali (il traffico) celebrato sulle strade della Valtellina. In cambio di niente. Paradossalmente, conviene distribuire la benzina col mega-sconto giù in valle, risparmiando l’andirivieni. Eppure, in tempi di “spending review” il governo Monti ha fornito alle amministrazioni locali i suggerimenti e le dritte per spendere meglio e razionalmente i soldi dello Stato. Doveva essere semplice accorgersi che la benza-processione di Livigno è esattamentel’opposto. Ma ai politici locali va bene così, perché a loro interessa mantenere i voti; ai sindaci e ai prefetti della valle pure, perché il denaro gira (pensate che una pompa di benzina a Livigno vende da 6 a 7 volte di più dellegrandi stazioni di servizio) e l’economia non rallenta; ai cittadini di Livigno, che non menano più mucche e pecore al pascolo, come una volta, va ancor meglioora che sono diventati “operatori turistici”. Complimenti per la trasmissione! E per la “zona franca”. Fine della storiella? No, ancora un’appendice. C’è una istituzione dello Stato che si è accorta dello scempio di Livigno:è la Guardia di Finanza che ha scoperto, dopo mesi e mesi di indagini, che alcuni camion della valle erano stati dotati di serbatoi doppi e facevano contrabbandodi gasolio. Li ha seguiti, li ha colti sul fatto e li ha denunciati. Ora, chissà quando,ci sarà il processo che, presumibilmente, finirà con pene miti e la condizionale. Ilcosto dell’indagine, purtroppo, è infinitamente superiore agli effetti positivi che produrrà, pari a zero, perché lo scempio continuerà come prima. Di più la Finanzanon poteva fare. Nè poteva cancellare la "zona franca".  

1 -Benzina: come non farsi fregare alla pompa

Il 15% dei misuratori delle pompe dibenzina e di gasolio è risultato alteratoai recenti controlli della Guardia diFinanza. In alcuni casi è stata trovata acqua nelle cisterne, in altri addiritturaoli industriali di scarto, nel gasolio, e solventi di lavaggio, nella benzina. I rappresentanti dei gestori hanno minimizzato la cosa. Hanno parlato di differenzeinsignificanti, di errori formali, di eccezioni. Se il contatore è sballato dell’1% (bagattelle, penserà qualcuno) a fine giornata,con un erogato di 6 mila litri, il gestore si mette in tasca 60 litri di graziosoomaggio. Che tradotti in soldoni sono 120 euro senza colpo ferire. Che a fine mese sono oltre 3000 euro. Fate un po’ voi. Chi scrive ha condotto, in passato,centinaia e centinaia di prelievi e analisi di campioni di benzina e di gasolio e può affermare che nei momenti di caro-benzina la fantasia e la furberiadei benzinai nostrani (solo alcuni, per fortuna) hanno sempre inventato mille sistemi per lucrare sul niente e imbrogliare la gente, con ottimi risultati. Ricordiamoil benzolo, utilizzato in Campania per lavare dal silicone le schede elettroniche, che doveva essere smaltito ecologicamente, e invece finì in un distributoredi benzina. A far danni. Sì, perché il benzolo è uno splendido carburante, ma imbrattato di silicone, in camera di scoppio si trasforma in goccedi silice cristallina che si incollano alle candele e spengono in motore. Bastòfar analizzare le candele per scoprire la tripla truffa: il benzolo pagato unaprima volta dalla ditta elettronica per il suo smaltimento; venduto e pagato come benzina, una seconda volta; e infine gravato delle accise e dell’Iva che dovevano andare al fisco e che invece sono rimaste in tasca al furbo. Poi denunciato.Rimedio: se non conoscete personalmente il gestore della stazione di servizio, cercate di servirvi da pompe di proprietà delle compagnie petrolifere.Almeno loro hanno qualche ritegno a truccare gli impianti.  

2- Il problema dei benza-cartelloni

Fare benzina in autostrada è diventatoun guaio. Avrete notato che da qualchetempo sui tabelloni voluti da Bersaniquando era ministro, compare la scritta N.P., che significa non pervenuta, come ai tempi della temperatura nelle stazioni meteo dell’aeronautica. Secondo voi,ai tempi d’oggi, con gli sms e la e-mail, i prezzi delle stazioni possono “nonpervenire”? Suvvia, non siamo ridicoli, datela da bere ad altri. I prezzi vengono regolarmente comunicati dalle compagnie, ma non fa piacere a nessun gestoredenunciare pubblicamente che il suo prezzo è il più caro della tratta. E allora,con la compiacenza delle autostrade – che accettano la finta giustificazione – si scrive N.P. Oppure si spegne il benza-cartellone, come se mancasse la corrente. E nessuno della stampa, della radio o della tv che abbia aperto boccaper denunciare la volontà delle autostrade di non dare informazioni utili al consumatore e di impedirgli di fatto discegliere il minor prezzo. Rimedio: fate benzina in autostrada solo in caso di estrema necessità, anche perché i prezzi sono comunque gravatidi una royalty che può raggiungere anche 4,5 centesimi al litro. Tuttavia, poiché il 30% degli impianti appartiene direttamente alle compagnie petrolifere, non di rado in queste pompe si trovano prezzi decisamente concorrenziali.In città, consultare i tanti siti che sono nati come funghi negli ultimi tempi perconoscere il distributore che pratica il prezzo più conveniente.  

3 - A guidare bene si risparmia il 30%

Il Ministero delle Infrastrutture e deiTrasporti ha analizzato e confrontato i costi di gestione delle automobili negli ultimi 20 anni e ha portato alla lucequello che tutti immaginavano. Le spese per l’esercizio e la manutenzione delleautovetture sono passate dai 47,283 miliardi di euro del 1990 ai 103,714 miliardidel 2010, facendo segnare un aumento del 120%. Il costo dei carburanti è aumentato in 20 anni del 170%: nel 2010 sono stati spesi per benzina e gasolio 41,156 miliardi di euro, contro i 15,246 miliardidel 1990, quando la spesa per carburanti costituiva solo un terzo della spesa complessivaper il mantenimento dell’automobile. Come risparmiare il 30%? Due nozionifondamentali: far girare il motore sempre fra 1200 e 2000 giri/min. Non di più, sia in un diesel, sia in un benzina. In qualunque marcia, che deve essere lapiù lunga possibile. Secondo, mettere in folle appena si può, come fanno oggi BMW e Porsche nei loro modelli di gamma alta. Una voltainsegnavano nelle autoscuole a viaggiare in discesa con la stessa marcia necessaria in salita, per usare il frenomotore, dicevano. Allora c’erano i frenia tamburo, che non sapevi se alla prossima curva tiravano a destra o a sinistra, nè se inchiodavano o erano in fading. Oggi i freni a disco, nella più bieca delleutilitarie, riescono a sviluppare una forza frenate di 350 cavalli. Il freno motore è una stupidaggine, al confronto.  

4 - Pneumatici a 3 bar, tanto per non sbagliare

Se la pressione è bassa, diciamo unbar in meno, il testacoda è dietro l’angolo, garantito appena caricate dueamici sul sedile posteriore. Ma anche il consumo del battistrada e quello di carburante vanno a farsi benedire. Spesso non controlliamo la pressioneperché non sappiamo quale sia il valore corretto. A volte perché facciamobenzina solo al fai-da-te, a impianto chiuso. E il benzinaio chiude gli strumenti quando spegne le luci. Un manometro costa meno di 10 euro in qualunque ipermercato, e vale molto di più delle conseguenze di un testa-coda.Ma se non volete controllare da soli la pressione, garantitevi, almeno, di averla“sufficiente”: fate 3 bar, in qualunque vettura. Non c’è alcun pericolo di scoppio del pneumatico e sarete coperti a lungo da cali di pressione naturali.

5 - Cambiare l’olio soltanto ogni 50.000 km

Lo studio del ministro Passera haevidenziato anche un altro dato interessante,del quale chi scrive è in qualche modo responsabile. Nel 1982 e nel1984, con due inchieste su Quattroruote, dimostravo che gli “Oli mescolati fanno bene ai motori” e che “Gli oli moderni durano 40.000 km”. A quei tempi, alcuni costruttori suggerivano di cambiare il lubrificante ogni 5000 km.E nelle diesel ancora prima. Per fortuna oggi il lubrificante viene sostituito una volta in 50.000 km e in alcuni truck  americani si arriva a 160.000 km prima di rinnovarlo. Lo studio del Ministero conferma che l’unica voce che in 20anni ha registrato una diminuzione è proprio quella relativa alla spesa per i lubrificanti: nonostante l’aumento del prezzo al litro (circa 3 volte) e nonostantel’incremento del parco circolante (+ 20%), la spesa è scesa da 1,491 miliardi di euro del 1990 a 1,120 miliardi nel 2010. Ciò vuol dire che la duratadegli oli lubrificanti è oggi cresciuta di almeno 5 volte. E nessuno registra piùgrippaggi o fusioni per colpa dell’olio.  

6 - Come difendersidal caro RC-auto

I costi per assicurare la vettura sonocresciuti addirittura del 202, 5 % in 20 anni. Badate bene che questa percentualenon significa che le polizze sono raddoppiate: un aumento del 200% significainvece che sono triplicate. E anche questo lo sapevate bene. Nel 2010 noi automobilisti abbiamo versato alle assicurazioni la bellezza di 15,649 miliardidi euro, sui quali il Fisco ha lucrato una bella sommetta (poco più di 3, 2miliardi) sotto forma di Iva. Come difendersi? Ormai Internet è diventato lo strumento principe per ottenere in pochi minuti le informazioniche una volta avrebbero richiesto giorni e giorni di telefonate, di domande,di indagini. Oggi su siti indipendenti si trova la risposta (e il preventivo) che fa al caso nostro. Un suggerimento: cominciate la ricerca due mesi prima chescada la vostra polizza e fate collezione di preventivi. Attenzione però alle compagniefantasma. Ne esistono di due tipi: quelle “ufficiali”, che in certe zone d’Italia rilasciano “ufficialmente” contrassegni falsi, per pochi euro. E quelle che agiscono via web, con un nome simile a quelle note, ma non sono riconosciute dall’Isvap (Istituto di vigilanza sulle compagnie private): voi pagate, vi rilasciano un contrassegno, ben imitato ma fasullo. E quando le contattate dopoun incidente, scoprite che non esistono. Nei preventivi, fate attenzione aescludere benefit poco significativi: massimali elevati (doppi o tripli rispetto a quelli di legge), assistenza legale, carro attrezzi, furto e incendio, sono troppo spesso usati come specchietto per le allodole. Comparate i preventiviescludendo in partenza questi vantaggi apparenti.

7 - Risparmiare sui pneumatici, prima e dopo l’acquisto

Dal giugno scorso alcune marche (e tutte entro la fine dell’anno) hannodotato i pneumatici di una etichetta che fornisce tre valori interessanti: ilrisparmio di combustibile, la frenata sul bagnato e la rumorosità. I valorinon sono assoluti, ma riportati su una scala e quindi servono solo per confronto con altri pneumatici della stessa misura. I dati sono poi certificati dagli stessi costruttori, senza il controllo di un ente esterno indipendente. Ma sonomeglio di niente. Per la verità chi aveva un po’ di dimestichezza col mondo deigommisti sapeva che per omologare i pneumatici negli Usa bisogna sottoporli a prove i cui valori sono riportati sul fianco, accanto alla sigla DOT (Department of Transport). Bene, in tale sigla c’è anche un’indicazione che i costruttorieuropei hanno dimenticato (si fa per dire): quella della durata del battistradasottoposto a carico, velocità e usura normali. Documentatevi sul codice numerico che esprime tale durata e poi acquistate, anche su Internet, quelliche hanno il miglior valore fra durata elevata e miglior frenata sul bagnato.Tenete presente che le due caratteristiche sono storicamente in contrasto traloro, nel senso che una gomma morbida frena bene sul bagnato ma non dura a lungo.  

8 - Tagliandi: farli o saltarli?

Il loro costo va dai 200 ai 700 euro al colpo (cifre verificate sul campo pervetture medie). Quasi tutti i pezzi di ricambio impiegati nella revisione sonocostituiti da: oli, antigelo, filtri aria, filtri abitacolo, filtri a carboni, liquidolavavetri e altro materiale di consumo. Pagati a peso d’oro. Sono particolari la cui durata media è di gran lunga superiore agli intervalli prescritti. Ma le Casemantengono in vigore tempi stretti  e obblighi stringenti per spingere gli utenti a servirsi delle officine abilitate e a pagare il loro sostentamento, anche intempi di vacche magre. L’auto è il bene industriale che ha perseguito i massimi miglioramenti nel progetto e nelle tecniche costruttive, inoltre 130 anni. Stranamente, è l’unico che - confrontato con macchine per laproduzione o con frigoriferi, televisori e altro – ha ancora bisogno di tagliandi.Se riflettiamo che la stampa ha fatto prove di 100.000 km senza mai aprire il cofano; che una volta si rabboccava l’acqua settimanalmente; che alcuneCase riescono a garantire l’auto per 7 anni, allora vuol dire “Yes, we can”,possiamo evitare i tagliandi. I timorosi diranno che poi il concessionario nonapplica la garanzia. Non è così: la Casa automobilistica dovrebbe dimostrareche la mancata esecuzione ha portato proprio alla nascita di quel difetto. Anostra conoscenza non c’è mai riuscita nessuna.

9 - Autostrade oppurestrade statali?

Il pedaggio costa ormai come il carburante necessario a percorrere quellatratta, quindi se c’è un’alternativa conveniente si può risparmiarlo. In breve,a favore del pedaggio, alias pro-autostrade: tempo di percorrenza ridotto a meno della metà, maggior sicurezza generale, minor rischio multe. Contro:pedaggio salato, consumi carburante al chilometro maggiori di almeno il 50%,maggior rischio di tamponare o di essere tamponati, tempo di percorrenza soggettoa blocchi per eventuali incidenti, rallentamenti dovuti ai lavori in corso (perenni e diurni). Pro strade statali: risparmio totale del pedaggio, consumocarburante vicino alla metà. Divertimento di guida, scoperta di nuovi itinerari.Contro: aumentato pericolo d’incidente agli incroci e nei sorpassi, rischio di cadere nelle trappole di alcune polizie municipali, tempi di percorrenza allungati.

10 - Quanto costa all’anno tener ferma un’auto in garage o in cortile?

Bollo e assicurazione non possono essereinterrotti, se si lascia la vettura instrada. Teoricamente, l’assicurazione può essere sospesa se l’auto sta in garage, macontrollate che il vostro agente non estingua la polizza: perdereste il curriculumconquistato e dovreste poi ripartire daccapo con una nuova polizza. Succede. Sicalcola che tener ferma in garage, per un anno, una vettura media (4-5 anni di vita, prezzo da nuova inferiore ai 20.000 euro), comporti una spesa di 3500 euro,fra svalutazione del valore di mercato, bollo, assicurazione, costo del garage.Ed è una cifra che sale al doppio se il prezzo d’acquisto è attorno ai 30.000euro o se la vettura ha pochi anni (maggior svalutazione iniziale). Quando si possiedono due vetture vale la pena di fare un pensierino all’alternativa: venderela seconda automobile e usarneuna soltanto. Enrico De Vita

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