Assicurazioni RC Auto, facciamoci furbi

RC Auto

di Redazione

17.04.2013 ( Aggiornata il 17.04.2013 14:41 )

BUFALE di giornata. Lo avrete letto tutti: in Italia circolano 4 milioni di auto non assicurate. Non è vero, è un’esagerazione giornalistica nata da un’inchiesta obiettiva, ma elaborata con fuorvianti interpretazioni. È stata condotta a Roma dall’Aci, registrando con le telecamere di controllo delle ZTL le targhe di passaggio di 41.825 veicoli, nella settimana dal 24 al 30 ottobre scorsi, e poi andando a controllare se nel cervellone dell’Ania (l’associazione delle società di assicurazione) c’era traccia di quelle targhe fra i veicoli assicurati.

Risultato: 3400 veicoli, cioè l’8,1% dei controllati, non è risultato in regola. Senza starci a pensare molto, qualche giornale ha preso il totale delle polizze assicurative (41 milioni) e ha concluso che in Italia circolano 3 milioni di auto non assicurate, qualcun altro è arrivato a 3,5 milioni e altre testate hanno toccato addirittura 4 milioni.

Simpatie romane

Prima approssimazione: si confondono le auto (che sono 36 milioni) con i veicoli in generale.
Seconda approssimazione: si estende a tutto il Paese ciò che vale a Roma, che con tutta la simpatia del mondo è un capitolo a parte.
Terza approssimazione: la percentuale dell’8,1 è quella media dei veicoli transitati, fra i quali moto e veicoli industriali, e non quella delle auto. Infatti, scooter e ciclomotori – notoriamente non troppo simpatici alle compagnie di assicurazione – toccano una percentuale di supposti irregolari pari al 15%. I trasporti promiscui arrivano al 17%. Quindi, la percentuale per le autovetture – sempre misurata a Roma – è alquanto più bassa e non supera il 6,5%.

Infine, è tutt’altro che dimostrato che il cervellone dell’Ania sia attendibile: infatti, con molto fair play, la stessa Ania afferma che solo il 95% dei suoi dati lo è. Morale, le cifre sparate non hanno senso, e vanno ridotte di almeno cinque-sei volte. Lo conferma una analoga indagine condotta dalla polizia stradale nelle province di Roma e Frosinone, Napoli e Caserta, Bari e Foggia, Cosenza e Crotone, Catania e Messina, Palermo e Caltanissetta, Padova e Verona, quindi in prevalenza al Sud. Gli agenti hanno passato al setaccio oltre 3.000 veicoli e ne hanno trovati 185 non in regola con la RCAuto, cioè il 6%. Per 7 di essi il documento assicurativo era addirittura falso o contraffatto. Alla fine si può concludere che circa 500 mila auto circolino prive di assicurazione e circa 80.000 veicoli (incluse le due ruote) abbiano il contrassegno fasullo.



Il Salto della classe

Centinaia di migliaia di auto che viaggiano senza copertura assicurativa sono indubbiamente un’enormità, che non si spiega solo con la crisi economica, ma con abitudini malsane che ci appartengono storicamente. A cominciare da noi automobilisti, che facciamo finta di non sapere che la cresta caricata su ogni sinistro verrà poi, l’anno dopo, ripartita su tutti con un aumento del premio. Per non parlare delle organizzazioni che inventano testimoni, che gonfiano i preventivi, che inventano incidenti mai accaduti. Alle quali non sono estranei avvocati, medici, liquidatori, carrozzieri. E agenzie assicurative. L’ultima invenzione nostrana l’ha mostrata “Striscia la notizia” il 31 gennaio scorso: un’agenzia napoletana riusciva a far saltare i suoi clienti dalla 14ma alla prima classe, senza colpo ferire e senza che questi avessero meritato il mega-sconto con 14 anni senza incidenti, come tutti i comuni mortali.

Evidentemente la banca dati dell’Ania non riesce a scoprire queste frodi perché è troppo giovane e male usata. Eppoi, i controlli su strada sono casuali e sporadici, pensate che in Gran Bretagna il numero di auto trovate irregolari dalle forze dell’ordine è quadruplo rispetto all’Italia. Proprio grazie al numero dei controlli, e non certo perché gli inglesi siano 4 volte più “disinvolti” di noi. Poi c’è la piaga dei contrassegni contraffatti a regola d’arte, che neppure gli agenti sono in grado di smascherare. Si comprano a buon prezzo da organizzazioni criminali, ma vengono smascherati al primo sinistro: onde tanti pirati che scappano. Infine c’è la piaga delle Compagnie che non esistono e che hanno nomi somiglianti a quelle vere, che rilasciano contrassegni truffa, non coperti da garanzia, forse buoni per evitare controlli, certo buoni per i polli che credono in buona fede di essere coperti, e ci cascano.

Ecco tutte le nuove regole

Da quest’anno sono in vigore nuove regole. La prima è che il malus non viene più attribuito a entrambi i conducenti quando c’è concorso di colpa (o meglio, quando i liquidatori si davano da fare oltre ogni decenza per addossare un po’ di colpa a entrambi, in modo da far scattare un doppio malus). Ora il malus scatta solo quando uno dei conducenti ha il 100% della colpa. Per il 2012 sembra che il torto marcio sia stato accollato a 1,5 milioni di automobilisti, che quindi subiranno un aumento; tutti gli altri - a detta delle Compagnie – dovrebbero ottenere uno sconto. Ma abbiamo già accertato che non è così, l’aumento è stato generale. La sparizione del concorso di colpa appare una gran vittoria alle associazioni dei consumatori. Ma attenzione, quello che perdono le Compagnie quest’anno, verrà spalmato su tutti l’anno prossimo, anche su quelli che non sono stati coinvolti in alcun sinistro.

Altra novità, più positiva: è sparito il tacito rinnovo, nel senso che il vostro contratto non verrà rinnovato automaticamente, senza il vostro consenso. Potrete sempre cambiare Compagnia, anche se vi accorgete all’ultimo momento che la vecchia polizza è scaduta. Il che ha generato negli ultimi tempi la caccia al preventivo più conveniente, ai siti che fanno la ricerca di quella più economica.

Quindi, fatevi furbi, entrate nell’ordine di idee che il vostro agente non è un santo protettore, guardatevi attorno, fate i vostri calcoli e scegliete. Se siete assicurati da meno di 10 anni, e una fedina pulita, avrete consistenti vantaggi nel cambiare compagni. Se invece guidate con giudizio e bravura da più anni, c’è poco da sperare. Purtroppo i parametri personali che le polizze prendono in considerazione per il calcolo di quanto dovrete pagare sono pochi: la città ove risiedete, la vostra età e l’attestato di rischio degli ultimi 5 anni (altri parametri riguardano la vettura, i massimali assicurati e le garanzie supplementari). La vostra storia di guidatori attenti e corretti, magari senza incidenti da sempre, non conta per ottenere sconti. Anche se le Compagnie sono alla ricerca di clienti così.


In campo anche le banche

Prolificano le assicurazioni on line e perfino le banche sono scese in campo, pardon in strada, e i loro spot tv rivelano in modo inequivocabile che con la RCA c’è da guadagnare. Allora le cose sono cambiate rispetto al passato? Pubblichiamo in queste pagine i dati ufficiali della situazione RCA in Italia, ce li ha forniti l’Ania. Dimostrano che la sinistrosità è diminuita enormemente, ma i costi delle polizze sono ancora troppo cari in Italia; che la denuncia di piccole invalidità (leggi: colpo di frusta) è in continua discesa, ma per le Compagnie non basta; che ogni anno solo 6 automobilisti su 100 denunciano un incidente, ma la banca dati non funziona ancora a dovere. Perché? Semplice, perché ci sono ancora storture che le Compagnie non vogliono rimuovere.

Guardate nelle tabelle che suddividono l’Italia in zone ove avvengono più incidenti, o dove vengono denunciati più incidenti, guardate le province ove la percentuale di feriti in ogni sinistro è decisamente più elevata, osservate le zone ove il costo della manodopera o quello complessivo dei sinistri è più elevato. Bene, per le Compagnie fanno fede solo questi dati (che sono anche poco aggiornati). Il che significa che la targa che vi portate appresso conta più di tutto, poi viene la vostra età. Da questi elementi fondamentali parte il calcolo per stabilire la vostra tariffa. Della vostra storia di automobilista contano solo – e molto poco - gli ultimi cinque anni. Il fatto, per esempio, che abitate a Napoli e non provocate incidenti, non cancella il peccato originale di portarvi appresso la sigla “NA”. Qualche parlamentare si è accorto di questa incongruenza e ha proposto di abolire la discriminazione “provinciale”. Apriti cielo, le Compagnie hanno subito minacciato di aumentare il premio per le città che oggi appaiono favorite.



Un incentivo antifrode

Ma c’è di più
. Un guidatore che, oltre a non provocare incidenti, riesce a non subirli e che non si presta a denunciare piccole toccatine, merita a nostro avviso un doppio sconto, pari ad esempio alla metà del bonus. Per le Compagnie, invece, non merita nessuno sconto, pagherà quanto gli altri che denunciano di aver subito 5 tamponamenti all’anno. E pensare che tener conto anche degli incidenti passivi, e premiare con un secondo bonus chi è davvero virtuoso, sarebbe un meccanismo capace, da solo, di estirpare la piaga dei piccoli sinistri gonfiati. Insomma, un incentivo automatico alla riduzione delle truffe, dei sinistri inesistenti e dei graffietti gonfiati per speculare. Naturalmente per premiare i virtuosi le

Compagnie dovrebbero calcare la mano su chi non lo è. E qui casca l’asino. Se davvero la banca dati funzionasse alla perfezione ci sarebbero ogni anno 1,5 milioni di automobilisti che andrebbero indietro di due classi. Invece, troppi destinati alle classi oltre la 20 si affollano nelle classi 14, 15 e 16, perché riescono, con qualche gabola a cambiare Compagnia, intestare l’auto ad altri, e a ricominciare ogni volta daccapo. Così le aziende – per far tornare i conti – alzano all’inverosimile il premio delle classi d’ingresso. A scapito dei giovani neopatentati che sono costretti a passare sotto il giogo della classe 14. Abbiamo visto premi di 6000 e anche 9000 euro – in certe città – per chi entra. Morale, per le Compagnie il massimo della tranquillità è un premio uguale per tutti, senza privilegiare i virtuosi, così i calcoli si fanno in fretta, i rischi di sbagliarli sono pochi. E se per un anno si sbagliano, poco male: tanto l’anno prossimo recuperano gli errori spalmandoli su tutti gli assicurati.

Enrico De Vita

Inchiesta pubblicata su Auto 03/2013

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