20.07.2015 ( Aggiornata il 20.07.2015 07:23 )
Sul Corriere Fiorentino interviene l’ASAPS sul tema dell’autotrasporto dopo l’incidente gravissimo della A12 dove sono morti i due gemellini.
Il tema dei controlli è centrale. «Assistiamo a violazioni sistematiche delle regole — spiega Giordano Biserni, presidente di Asaps, l’associazione amici della polizia stradale – mentre sempre di più deleghiamo i controlli all’elettronica: tutor, autovelox, telelaser, cronotachigrafi, dimenticando che la presenza degli agenti per i controlli è fondamentale anche a scopo preventivo. Se l’autista di un Tir parla al telefono, scena frequentissima sulle nostre autostrade, o si mette alla guida ubriaco chi se ne accorge? Se un cronotachigrafo che serve a misurare velocità, tempi di guida e distanza percorsa, è stato taroccato, si scoprirà solo se l’agente ferma il Tir». Un tempo, spiega un agente della polizia stradale di Firenze, c’era anche uno strumento per misurare lo spessore del battistrada e verificarne il livello di usura. Se non era a norma si vietava l’ingresso in autostrada: lo scoppio di un pneumatico ha conseguenze diverse se il mezzo viaggia a 40 km orari o 90. Fino a qualche anno fa la motorizzazione disponeva di un centro revisione mobile a questo scopo: quei controlli sono sempre più rari. Mentre la polizia viaggia su auto che hanno più di 400 mila chilometri.
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