Da Amsterdam
Il mondo – o, meglio, il nostro mondo, quello italiano – probabilmente non è pronto per un “mille” che va come un “millequattro” (se non addirittura come un “millesei”) però consumando e inquinando proporzionalmente alla sua cilindrata. Quanto meno se lo si usa con saggezza e non a gas spianato, come invece il suo “tiro” invoglierebbe a fare.
Di conseguenza, in attesa che il mondo metabolizzi questo concetto, VW Italia ha scelto di confinare la nuova Golf 1.0 TSI BlueMotion in una nicchia per intenditori e/o automobilisti dai gusti “alternativi”, importandola solo con un allestimento ricco, unicamente con la più dispendiosa carrozzeria a 5 porte e con il cambio automatico DSG a sette rapporti, al prezzo impegnativo di 24.700 euro, perfino superiore a quello delle sorelle con motori di 1,2 e 1,4 litri.
Quindi chi pensa che una berlina di segmento C debba per forza (e per immagine) avere una cilindrata superiore dovrebbe davvero fare un salto in concessionaria e provare questa versione della Golf per convincersi che, dopo svariati esempi di “downsizing” proposti nel recente passato da molti costruttori, più o meno efficaci ma in certi casi anche velleitari, adesso siamo forse arrivati in una fase di sviluppo tecnologico che implica davvero una diversa percezione del rapporto tra cilindrata e categoria dell’auto.
Questa Golf non ha solo prestazioni impensabili (204 km/h di velocità massima e 9,7 secondi da 0 a 100 km/h) ma vanta soprattutto un temperamento molto maturo: è silenziosissima e ha un gran coppia (200 Nm a soli 2000 giri: un valore specifico incredibile per un propulsore a benzina di grande serie) che le permette spunti e riprese sorprendenti anche nei rapporti alti. Un contributo alla fluidità di marcia lo dà anche cambio automatico, ma nel corso della nostra prova abbiamo potuto assaggiare anche la versione manuale, non importata in Italia, constatando che la situazione è solo leggermente meno rosea. Tutto questo con una percorrenza media ufficiale di 23,2 km per litro di benzina nel ciclo combinato ed emissioni di CO2 di 99 g/km, che sono valori da city car.
Naturalmente non c’è nulla di miracoloso in tutto questo, ma “solo” tanta tecnologia. Il tre cilindri in alluminio con doppia fasatura variabile è dotato di un sistema di iniezione diretta che lavora ad alta pressione (250 bar) in abbinamento a un turbocompressore, con la valvola wastegate gestita elettronicamente per essere più reattiva, che soffia fino a 1,6 bar per ottenere 115 cv. Il collettore di scarico integrato nella testata e il sistema di raffreddamento sdoppiato velocizzano la regimazione termica per raggiungere più in fretta la temperatura ottimale, c’è una nuova pompa dell’olio a portata variabile in funzione delle necessità, gli attriti interni sono stati ridotti e tutti i manovellismi sono stati alleggeriti. Il coefficiente aerodinamico è stato abbassato a 0,28 grazie all’adozione di un nuovo spoiler posteriore, alla griglia che ottimizza l’afflusso di aria al radiatore e all’assetto abbassato di 15 mm. Completano il quadro, i pneumatici a basso attrito.
Stiamo proprio entrando in un’altra dimensione.
Golf TSI BlueMotion - le foto