Due recenti scoperte scientifiche avvenute negli USA e in Portogallo hanno acceso i riflettori sull'igroelettricità e sul suo potenziale futuro come energia pulita
21.08.2023 ( Aggiornata il 21.08.2023 16:53 )
L'igroelettricità, ovvero la possibilità di sfruttare l'aria per produrre elettricità, è al centro degli esperimenti condotti, lo scorso maggio, dagli scienziati dell'Università del Massachusetts con sede ad Amherst, i quali hanno rivelato di aver generato corrente elettrica, seppur in maniera poco significativa, dall'umidità atmosferica. Ma le novità non arrivano soltanto dagli USA.
Il membro del team a stelle e strisce, il prof. Jun Yao, ha spiegato che mentre cercavano di sviluppare un sensore di umidità, gli scienziati si sono accorti che il dispositivo, costituito da nanofili (filamenti grandi millesimi di un capello), produceva un segnale elettrico. Questi nanofili interagivano con le molecole d'acqua presenti nell'aria, generando così una carica elettrica sufficiente ad alimentare un pixel di uno schermo LED. Pochissima energia, quindi, ma si tratta di un inizio.
Contemporaneamente, a Lisbona, il progetto Catcher - guidato dalla prof.ssa Svitlana Lyubchyk e dai figli, i prof. Andriy e Sergiy Lyubchyk - hanno prodotto un dispositivo in grado di generare 1,5 volt e 10 milliampere. Impilando 20.000 di questi dispositivi, il team con sede in Portogallo sostiene di poter produrre 10 kWh di energia al giorno, ovvero il consumo medio di un'abitazione.
Insomma, secondo questi studi, l'aria potrebbe presto funzionare come vera e propria energia pulita per alimentare le nostre case, che diventerebbero così più sostenibili. Certo, prima di parlare di commercializzazione bisognerà effettuare numerosi test, ma ciò che è certo è che l'igroelettricità è una potenziale fonte energetica del nostro futuro.
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