Guida autonoma: il nuovo business della Passenger Economy

Guida autonoma: il nuovo business della Passenger Economy

Entro pochi anni le auto connesse conosceranno i nostri gusti e preferenze. Consentendo agli automobilisti divenuti passeggeri di acquistare prodotti e servizi on line. Un affare da miliardi

di Francesco Colla

14.08.2017 17:18

L’auto connessa e autonoma del futuro prossimo porterà innegabili vantaggi. Il maggiore riguarderà l’incremento della sicurezza e la diminuzione degli incidenti stradali, senza sottovalutare quella del traffico e il calo delle emissioni grazie a propulsioni sempre più efficienti ed elettrificate. Tuttavia è lecito porsi qualche quesito sulle tonnellate di dati che le nostre vetture archivieranno: percorsi stradali, ricerche, messaggistica, brani musicali ascoltati. 

Per migliorare l’esperienza di guida l’auto deve imparare a conoscere abitudini e preferenze di chi guida, diventando un assistente perfetto. E aiutando potenzialmente le multinazionali a ottimizzare il marketing. 

Si chiama Passenger Economy, ultima frontiera dell’economia, che ruoterà sulla vendita di prodotti e servizi complementari alla guida autonoma. L'automobilista diventerà utente e non più impegnato nella guida potrà, ad esempio, guardare (acquistandolo) un film. Una ricerca condotta da Strategy Analytics che i veicoli autonomi entro il 2045 renderanno disponibili 250 milioni di ore in fatto di tempo libero. Da trascorrere chattando con il proprio smartphone, lavorando, oppure leggendo, guardando un film o facendo shopping on-line. Dimenticarsi il costume da bagno quando si va in vacanza non sarà più un problema. Sarà sufficiente ordinarne uno, ad esempio, su Amazon e trovarlo alla destinazione. Prima di guardare un film su Netflix e farsi consigliare un ristorante da Tripadvisor e un b&b da Booking.

Contenuti e servizi ci saranno proposti in base alle nostre precedenti scelte, attingendo dall’enorme database che noi stessi avremo creato durante i nostri viaggi. “La Case automobilistiche – dice Roger Lanctot di Strategy Analytics – sostengono che il cliente sarà il proprietario dei dati. Ma la grande domanda è come (le Case, Ndr) avranno accesso a quei dati”. 

Ciò non significa che il futuro sarà una cyber-apocalisse. Ma gli utenti dovranno essere consapevoli che anche l’automobile, oltre ai social media e alle decine di servizi cui si consente di accedere ai propri dati, potrebbe diventare un nuovo strumento di marketing. In grado di proporci un ristorante piuttosto di un altro lungo il percorso o una nuova serie da guardare durante il viaggio. A questo proposito un report di Business Insider calcola che già entro il 2020 il mercato dei servizi erogati attraverso la connessione internet dei veicoli, varrà circa 152 miliardi di dollari. E sempre per il 2020 il 75% dei veicoli nel mondo sarà equipaggiato di hardware e software per connettersi alla rete.

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