Il Castello di Gradara, dove arte e amore si fondono

Il Castello di Gradara, dove arte e amore si fondono

In questo maniero situato tra Marche e Romagna si sarebbe consumata la tragica storia tra Paolo e Francesca narrata nell'Inferno di Dante: ma è anche una testimonianza storica da non lasciarsi sfuggire

di Redazione

21.08.2020 ( Aggiornata il 21.08.2020 15:12 )

Si trova praticamente al confine con la Romagna, nella provincia di Pesaro e Urbino: è lì che bisogna recarsi, magari prendendo l'auto, per arrivare e ammirare la Rocca di Gradara, che svetta sull'omonimo colle da cui domina la valle, e che è in grado di raccontare secoli di storia in una meravigliosa cornice scenografica. E se al solo nominarlo, vengono subito in mente le tragiche vicende legate all’amore tra Paolo e Francesca, narrata nella Divina Commedia, di fatto sono tanti i personaggi famosi - da Lucrezia Borgia, a Giovanni Sforza e Sigismondo Malatesta - ad aver vissuto tra le mura di questo luogo incantanto marchigiano, che nei secoli hanno ospitato alcune delle casate nobiliari più importanti, oltre ad essere epicentro di importanti eventi storici.

Il Castello, su cui svetta Il mastio, il torrione principale che si innalza per circa 30 metri, sorge su una collina a 142 metri sul livello del mare. La sua costruzione inizia a partire dal XII secolo per volontà della famiglia De Grifo, ma è solo tra il XIII e il XIV secolo, che nascono la Fortezza e le due cinte murarie ad opera dei Malatesta. La seconda, lunga quasi 800 metri, cinge il borgo che sorge attorno al castello. Intervallate da grosse torri quadrate, le mura sono attraversate dai caratteristici camminamenti di ronda (percorribili per un tratto), che consentono un mirabile colpo d’occhio sulla struttura della possente rocca, e sull’idilliaco territorio circostante, in cui svettano i 775 metri d’altezza del monte Titano, baluardo della vicina San Marino.

Oltre che sulle suggestive torri merlate, sul ponte levatoio e nell’elegante cortile d’onore, ovviamente la visita del castello procede anche al suo interno, dove i diversi ambienti, a partire dal nome, ricordano famiglie e vicende che ne hanno animato la storia: il Camerino di Lucrezia Borgia, la Camera di Francesca, la Stanza della Passione, il Salone di Sigismondo e Isotta, la Stanza del Cardinale e la Sala del Consiglio, solo per citare alcune delle più suggestive. Da non perdere, poi, la sinistra Stanza delle Torture, dove tra catene e “ferri del mestiere” si possono approfondire le svariate tecniche di “persuasione” dell’epoca. Oltre il Mastio, presso la Cappella della Rocca, si trova poi un piccolo gioiello di arte quattrocentesca: la pala invetriata “La Madonna e i Santi” di Andrea della Robbia, realizzata intorno al 1480.

Da non perdere anche una passeggiata tra le sale del Museo Storico di Gradara, che propone una collezione di oggetti antichi e documenti storici capaci di guidare il visitatore attraverso vicende e atmosfere medioevali. Tre i percorsi tematici proposti: quello letterario, sulle orme di Paolo e Francesca; quello popolare, sulla quotidianità della vita al’interno della Rocca, con la rappresentazione di usi e costumi della civiltà contadina; e infine il percorso medievale, tra armi, strumenti di tortura e oggetti curiosi come cinture di castità e orologi solari.

Durante l’estate, a fine luglio, a Gradara si svolge anche un’interessante rappresentazione storica in costume, che rievoca l’Assedio al Castello del 1446, quando la rocca riuscì a resistere per ben 43 giorni. Da non perdere lo spettacolo piro-musicale con le giornate medievali e i caratteristici mercatini.

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