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Car of the Year, Skoda prova a fare la storia con Octavia

Un aspetto moderno e attraente, tecnologia e connettività di ultima generazione, diversificazione delle alimentazioni, ottimo rapporto qualità-prezzo. Sono le armi grazie al quale oggi Skoda può sognare di vincere per la prima volta il premio di Auto dell'Anno. E l'alfiere designata della Casa boema non può che essere l'ammiraglia Octavia, la cui quarta generazione ha fatto il debutto sul mercato a fine 2020.

FORME RINNOVATE

Modello di punta del Marchio, Octavia rinnova le sue forme ponendosi come una vettura in grado di rivaleggiare nel segmento delle berline. Rispetto alla terza serie, le forme sono allungate (19 mm per la versione base, 22 mm per la Station Wagon, che abbiamo provato qui) così come le dimensioni sono più grandi di 15 mm. Aumento delle forme che si accompagna a un aumento conseguenziale della capacità del bagagliaio, ora giunta alla capienza di 600 litri.

FOCUS AERODINAMICO

Ma in generale è palese a un primo sguardo come il lavoro stilistico di Skoda si sia concentrato nel migliorare il profilo aerodinamico della berlina, che dà netta una sensazione di sportività in più. A contribuire a questo aspetto, le linee spigolose della zona frontale, di chiara matrice Volkswagen - proprietaria del Marchio -: i fari a LED, ad esempio, sono più piccoli e dinamici, ben abbinati alla tradizionale presa d'aria Skoda, posta sopra a uno spoiler che spicca proprio sotto i fendinebbia.

PLANCIA E MOTORIZZAZIONI

Il volante a due razze con 14 funzioni controllabili dai comandi integrati è il protagonista della plancia interna, elegante e pratica, dove il guidatore potrà divertirsi con il sistema d'infotainment MIB3 del Gruppo Volkswagen, che include un touchscreen da 8"25 o 10"25. Presente anche il Virtual Cockpit. Tra gli ADAS, incluso il cruise control adattivo e il Travel Assist 2.0. Le motorizzazioni sono le classiche a benzina, turbodiesel, ma anche la conveniente a metano e ibrida plug-in. La gamma, infine, oltre alla versione standard e SW, comprende anche la variante sportiva, marchiata con l'iconica sigla RS.

TRA GUERRE E ACQUISIZIONI

Eppure per Skoda non è mai stato tutto rose e fiori. L'azienda nasce già nel 1894, ma ci sono grosse differenze rispetto ai tempi odierni: si chiama Laurin & Klement - dal nome dei fondatori, il maccanico Vaclav Laurin e il libraio Vaclav Klement -; non si trova in Repubblica Ceca, che ancora non esiste (siamo ancora nell'impero austro-ungarigo); la sede non è a Plzen, ma a Mlada Boleslav; l'azienda produce biciclette, e non automobili.

La prima svolta nel 1905: dalle due ruote, la Laurin & Klement propone la mod. A, una classica voiturette di quell'epoca spinta da un due cilindri a 2 tempi, che è a tutti gli effetti la prima auto dell'azienda. Decisa a produrre solo auto, la Laurin & Klement si ferma per lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Al termine di essa, le automobili in Cecoslovacchia sono praticamente un bene di lusso destinato a pochi, e quindi decide di riconvertire la produzione in motori aeronautici. Siamo negli anni Venti, ed è in quel periodo che un operaio rimasto anonimo inventa quello che ancora oggi è il logo della Casa, la cosiddetta freccia alata.

Seconda svolta: nel 1925 la Skoda, azienda metallurgica specializzata nelle armi che in passato aveva tentato di realizzare automobili costruendo carrozzerie da montare su telai della Hispano-Suiza, acquista Laurin & Klement, che cessa formalmente di esistere. Negli anni Trenta, quindi, la Skoda diventa a tutti gli effetti una Casa costruttrice di auto. I primi tre modelli che le fanno prenotare un posto al tavolo del mercato a quattro ruote sono la Popular, la Superb (1934) e la Rapid (1935).

1948-1990: 40 ANNI DI ANONIMATO

Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale avrà però conseguenze catastrofiche sul brand. Innazitutto, durante il conflitto, la produzione torna a concentrarsi sugli armamenti bellici. Finita la guerra, la prima auto ad uscire dalla fabbrica è la 1101, un aggiornamento della Popular. In seguito, quella che allora è la Cecoslovacchia e non ancora la Repubblica Ceca, viene inglobata nel Partito Comunista a partire dal 1948. Seguiranno ben 40 anni di difficoltà. Le auto che Skoda sforna per tutti gli anni '50, '60, '70 e anche '80, infatti, sono di un livello talmente basso rispetto alla concorrenza europea che il Marchio rimane "conosciuto" solo nell'area sovietica, e senza neanche eccessiva fortuna. Uniche due auto interessanti sono la 1000 MB (1964), la prima con telaio monoscocca, e la Favorit (1987), una cinque porte a trazione anteriore realizzata insieme alla prestigiosa firma di Bertone. 

ARRIVA VOLKSWAGEN E CAMBIA TUTTO

L'ultima svolta, quella vera e definitiva, ha un anno e un nome: 1991, Volkswagen. Il Gruppo tedesco infatti in quell'anno acquista il 30% di Skoda: la percentuale, in soli quattro anni, aumenterà fino al 70%. Ed è a quel punto che Skoda rinasce e diventa un Marchio considerato, grazie al konw-how e all'apporto dell'esperienza Volkswagen.

OCTAVIA, FABIA E I SUCCESSI DI OGGI

Nel 1996 il team Skoda prende il pianale della storica Volkswagen Golf e su di esso costruisce la nuova versione moderna della berlina Octavia (nata già nel '59), che in breve tempo, e grazie ai riscontri commerciali, diviene l'ammiraglia della Casa e modello di punta. Tre anni dopo, da Plzen rifanno la stessa identica cosa, prendendo il pianale di un altro modello storico VW, la Polo, e realizzando Fabia, anch'essa fortunata come la sorella maggiore.

Nuova Skoda Fabia, Combi confermata: l'unicità di un'utilitaria sw

Il successo di Octavia e Fabia mette Skoda sulla mappa automobilistica e dà il via al lancio di una serie di modelli che diventeranno a loro volta noti. Rinascono la Superb e la Rapid, ci si tuffa nel segmento delle monovolume con Roomster, nei SUV con Yeti, e nelle utilitarie con Citigo (derivata dalla Volkswagen up!). I ricavi super permettono poi di presentare il nuovo SUV di punta Kodiaq, il crossover Kamiq (qui la prova), la nuova berlina Scala ed Enyaq, il primo SUV 100% elettrico dell'azienda. Nel 2021, nuova Octavia si gioca il titolo di Auto dell'Anno. E i tempi bui del Novecento appaiono adesso tanto lontani. 

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