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Elon Musk e SpaceX come l'Apollo 11: il 27 maggio il lancio spaziale con Tesla protagonista

Era il 2011 quando, per l’ultima volta, degli astronauti partivano dal suolo statunitense per raggiungere lo spazio. Poi la dismissione degli Space Shuttle ha fatto sì che nessun essere umano lasciasse più il pianeta passando per gli USA. Fino a oggi. Alle 22:33 italiane di oggi 27 maggio è infatti prevista una storica partenza dalla base di Cape Canaveral, dalla stessa rampa che vide sfrecciare in orbita l'Apollo 11. Il primo lancio di astronauti nello spazio dal suolo americano dal 2011, ma anche e soprattutto il primo a essere gestito da una compagnia privata: la SpaceX di Elon Musk.

Finora era capitato molte volte che la Nasa facesse affidamento a navicelle e razzi costruiti da terzi per mandare materiale nello spazio. Ma oggi la novità assoluta è che l’intera operazione verrà gestita dalla compagnia di Musk, con l’agenzia americana che si limiterà a collaborare come partner. Il valore simbolico di questa inedita formula è altissimo, e lascerà un segno nella storia spaziale americana, e non solo. L’evento, promosso con l’hashtag #LaunchAmerica, verrà trasmesso a partire dalle 21:30 in diretta tv sul canale Focus.

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Tra SpaceX e Tesla

La missione è affidata al razzo Falcon 9, che avrà il compito di portare fuori dall’atmosfera la navicella Dragon-2. Quest’ultima è riservata a ospitare i due astronauti americani prescelti per l’operazione, Doug Hurley e Bob Behnken. La destinazione ultima è la ISS, la stazione spaziale internazionale che orbita intorno alla Terra. Una meta ben nota agli ingegneri della SpaceX, che per anni hanno fornito navette cargo addette al rifornimenti e al trasporto di materiale.

Sia il vettore Falcon 9 che la navetta Dragon-2 sono progettati e costruiti da Space X, l’azienda aerospaziale di Elon Musk. Ma questi due mezzi non saranno le uniche creature dell’eccentrico miliardario ad accompagnare Hurley e Behnken. I due astronauti saranno infatti trasportati alla rampa di lancio di Cape Canaveral a bordo di una Tesla Model X. Saranno solo pochi chilometri ma dal grande valore simbolico. L’auto elettrica è stata personalizzata con i loghi della Nasa.

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Concorrenza spaziale

L’affidamento a un’azienda privata per missioni umane segna anche l’apertura a una feroce concorrenza tra società che operano nello stesso settore. SpaceX, per ricevere questo compito, ha dovuto infatti battere l’agguerrita competizione con un colosso come Boeing. E presto anche altre aziende spaziali, come la Blue Origin di Jeff Bezos e la Virgin Galactic di Richard Branson, si getteranno nella mischia.

Dal punto di vista della Nasa è comunque conveniente fare affidamento su aziende private. Una volta stabiliti i giusti livelli di sicurezza (le precedenti esperienze di SpaceX hanno incontrato anche alcuni incidenti di percorso, fortunatamente senza vittime) l’agenzia americana vedrà calare drasticamente le spese per le missioni fuori dall’orbita. Grazie ai vettori “riutilizzabili” di Musk, ma non solo. Basti dire che il programma di esternalizzazioni Commercial Crew costerà tra i 20 e i 30 miliardi di dollari in meno del programma Constellation (poi abbandonato) voluto da Obama. L’affidamento a compagnie americane, inoltre, permetterà alla Nasa di fare a meno delle navette russe Soyuz.

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Nuove frontiere

È rimasto impresso nella memoria di tutti il lancio, nel 2018, di un vettore Falcon Heavy che portò una Tesla Roadster nello spazio in direzione di Marte. La spider, che tuttora sta orbitando tra il Sole e il pianeta rosso, non era che un assaggio delle ambizioni di Elon Musk fuori dalla Terra. Sono infatti moltissimi i progetti dell’eccentrico miliardario con SpaceX. A partire dal turismo spaziale fino ai viaggi con esseri umani verso la Luna e Marte.