Alpine, una storia di successi tra passato e futuro

Dallo storico stabilimento di Dieppe al reparto Formula 1 di Viry Chatillon, un viaggio alla scoperta del marchio francese che diventerà 100% elettrico
dal 2026

di Gianluca Guglielmotti

11.07.2022 16:08

Si scrive Alpine, si legge sportività. Divenuta celebre per la berlinetta A110 del 1963, nasce nel 1955 a Dieppe, in Normandia, per volontà di Jean Rédélé, pilota vincitore di numerosi rally con vetture Renault, tra i quali quello al Criterium des Alpes (da qui il nome del brand) dell’anno precedente la fondazione. Dopo l’annessione a Renault del 1973, La Casa francese ne ha fatta di strada: oltre allo storico stabilimento di Dieppe, all’interno del quale viene prodotta la nuova A110, Alpine dispone anche del polo ingegneristico a Les Ulis e del rinnovato reparto di Formula 1 a Viry Chatillon. Abbiamo avuto l’onore e il piacere di visitare tutti e tre con “guide” d’eccezione come Il CEO Laurent Rossi, il Managing Director Robert Bonetto e il Capo del dipartimento ingegneria, Olivier Guintrand.

Alpine, viaggio nella storia

Alpine, viaggio nella storia

Dieppe, Les Ulis e Viry Chatillon. Ecco le tre case della Alpine, dove nasce la A110 e dove vedranno la luce le elettriche del futuro prossimo

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Dieppe, dove tutto ebbe inizio

La nostra visita inizia proprio a Dieppe, dove veniamo accolti da un trio molto particolare: schierate davanti l’ingresso spiccano tre A110 “speciali”. Si tratta di due edizioni limitate, una Jean Rédélé e una Tour De Corse 75 (entrambe le versioni andate sold out in meno di un’ora), e di una splendida 1600 S del 1971. Ci addentriamo nella fabbrica, “toccando con mano” tutte le fasi produttive della coupé sportiva: nei vari reparti, robot e operai umani lavorano in sinergia per l’ottenimento di un prodotto quasi artigianale. Tutti i processi, dalla realizzazione di telaio e carrozzeria in alluminio alla verniciatura, sono costantemente monitorati per ottenere altissimi standard qualitativi. Emozionati, usciamo per raggiungere Les Ulis. Non un viaggio qualunque: il trasferimento, infatti, sarà a bordo di una A110, che abbiamo modo di provare in versione S e GT. Partiamo con la prima, più estrema per via di telaio sportivo e assetto dedicato. La berlinetta transalpina sembra un go-kart: leggera (scocca e carrozzeria sono interamente in alluminio, per una massa di poco superiore ai 1.100 kg), reattiva e precisa in curva, con trasferimenti di carico limitatissimi, mantiene comunque un inaspettato comfort sugli asfalti meno “puliti”. Il motore posteriore centrale, il quattro cilindri 1.8 l turbocompresso derivato da Megane RS, è stato portato a ben 300 cv a 6.300 giri al minuto e 340 Nm tra i 3.000 e i 6.000 scaricati, ovviamente, sulle ruote posteriori: ciò si traduce in prestazioni da supercar (da fermi bastano 4,2 secondi per raggiungere i 100 km/h, con una velocità di punta superiore ai 275 km/h); il tutto con un sound decisamente appagante, soprattutto in modalità Sport, che apre le valvole di scarico regalando piacevoli borbottii ad ogni rilascio dell’acceleratore o scalata di marcia. A proposito, il cambio è un Getrag automatico a doppia frizione e sette rapporti, veramente fulmineo negli innesti. Dopo circa 200 km in compagnia della A110S, facciamo cambio con la versione più “civile” GT. Personalmente ci ha convinto di più (perlomeno su strada): valori erogati e prestazioni sono praticamente gli stessi, ma il comportamento più bilanciato e gestibile, merito di scocca e assetto meno rigidi, la rendono perfetta per un utilizzo quotidiano.

Les Ulis, tra passato e futuro (elettrico)

Separandoci (a malincuore) dalla A110 GT arriviamo a Les Ulis, dove abbiamo modo di vedere dal vivo il “dietro le quinte” dello sviluppo della berlinetta e dei futuri modelli 100% elettrici del brand. Alpine, infatti, ha annunciato il lancio di tre vetture a zero emissioni tra il 2024 e i 2026: si tratterà di una hot hatch (segmento B) e di una crossover sportiva (GT X-Over), entrambe basate sulla piattaforma CMF-B dell’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi, e della coupé ad alte prestazioni erede dell’attuale A110. Tutte sfrutteranno architetture ad alto voltaggio (400 o 800 V) con particolare focus, oltre che sul lato prestazionale (aerodinamica e handling rispetteranno, assicurano in casa madre, il proverbiale piacere di guida del marchio), su autonomia e tempi di ricarica grazie a un sofisticato sistema di gestione delle temperature di esercizio. Inoltre, grande spazio verrà dato alla digitalizzazione, con lo sviluppo di nuove tecnologie basate sull’intelligenza artificiale, a beneficio della sicurezza di guida. È giunto ora il momento per la terza, ultima ed emozionante tappa.

Viry Chatillon, dove nascono le Formula 1

Poter accedere alla sede di ricerca e sviluppo di propulsori destinati alle Formula 1 non è, di certo, cosa da tutti i giorni. All’interno del centro di Viry Chatillon si parte da zero per dare vita all’intera power unit da competizione. Ad eccezione della produzione delle parti, deputata a fornitori esterni, tutto è realizzato “in house” secondo lo schema “design-test-validate”, con tolleranze estremamente limitate. Ogni reparto ha un compito ben preciso, dai test di resistenza e affidabilità su monocilindrico, che permette un notevole risparmio in termini di costi (i risultati ottenuti possono essere estesi al propulsore V6 in versione finale) alle sezioni dedicate a turbocompressore, motore elettrico e MGU (motogeneratori per l’accumulo di energia elettrica, che viene poi restituita sotto forma di boost di potenza e aiuto in frenata, ndr), oltre che il banco prova dedicato al test finale dell’intero motore. Proprio con questo si conclude il nostro viaggio all’interno dell’universo Alpine, un’esperienza che ci rimarrà nel cuore. Ora non resta che attendere il 2024. Siamo già “elettrizzati”.

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