SI chiama Polestar. È un nuovo Marchio automobilistico al debutto in Italia il cui nome fa riferimento esplicito (anche nel simbolo) alla stella polare. Che fin dall’antichità indicava ai naviganti la giusta rotta. In questo caso la direzione da seguire per Polestar è il concetto di automobile del futuro elettrica. Polestar fa parte del gruppo Geely, il colosso industriale automotive cinese che è proprietario anche di Lotus e Volvo.

Questione di stile

Con il Marchio svedese Polestar è fortemente imparentata perché viene costruita nelle stesse fabbriche, utilizza la tecnologia elettrica di Volvo e parte della rete di assistenza. Nel design però Polestar mira a svincolarsi fortemente da Volvo per sottolineare una personalità più sportiva ed esclusiva. Potremmo dire che Polestar starà a Volvo come le AMG stanno alle normali Mercedes. Ma con un’estetica più originale.

Ambizioni

Finora Polestar è presente in 25 Paesi del mondo, dalla Cina agli Usa alla Germania, ma non ancora in Italia. Sbarcherà nel nostro Paese a fine anno con grandi ambizioni. A guidare la filiale italiana sarà un manager tedesco, Alexander Lutz. Uno straniero che però conosce bene il nostro Paese avendo lavorato per anni in Maserati. Lutz avrà il compito di far decollare Polestar in Italia convincendo i nostri automobilisti a valutarla come alternativa alle elettriche di fascia premium di Tesla, Audi, BMW, Mercedes, Jaguar. Un progetto ambizioso basato anche su una strategia rivoluzionaria di commercializzazione: niente concessionari ma soltanto vendite online. In questa intervista Lutz ci racconta la sfida di Polestar nel nostro Paese.

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