Auto Speed Date: Cina ed Europa, concorrenza sleale a convenienza

Come mai von der Leyen è intervenuta solo ora sui possibili pericoli che l'industria automoblistica cinese rappresenta per l'Europa? Con le elezioni alle porte...

di Andrea Brambilla

19.09.2023 10:47

Come mai solo adesso il Parlamento Europeo ha sollevato il tema di una probabile concorrenza sleale dei costruttori Cinesi? Perché Ursula von der Leyen ha annunciato solo ora l'apertura di una indagine anti-sussidi sulle importazioni di auto elettriche cinesi affermando che: "I mercati globali sono invasi da vetture elettriche cinesi particolarmente economiche. Il loro prezzo è tenuto artificialmente basso da sussidi statali. Questa tendenza provoca distorsioni di mercato. Oggi voglio annunciare che la Commissione europea sta avviando un’indagine anti-sovvenzioni sui veicoli elettrici provenienti dalla Cina. L’Europa è aperta alla concorrenza; non a una corsa al ribasso".

La concorrenza mai leale nell'economia

In pratica la concorrenza deve essere leale. E che quella delle Case cinesi non lo sia per diversi fattori lo abbiamo ben chiaro da tempo, e non solo peri sussidi che ricevono. Ma la von der Leyen non ha mai pensato che negli affari non sempre esiste la lealtà. Eppure è tedesca e dovrebbe ricordarsi che anche i suoi integerrimi compatrioti sono quelli del Volkswagen gate. Quindi questa indagine sembra ancora di più una mossa politica all’italiana, anche se i politici sono uguali in tutti i Paesi, che una presa di coscienza di un Parlamento che è in scadenza e che oramai ha i giorni contati.

Le elezioni alle porte

Le elezioni del prossimo anno è indubbio che gli equilibri saranno diversi e forse anche certe visioni sul futuro della mobilità e della sua transizione. Ecco quindi che Ursula, da brava politica, cerca un’apertura a più forze politiche per avere un supporto ad una sua nuova candidatura alla Presidenza. Nel suo ultimo discorso di questo mandato da Presidente del Parlamento Europeo la von der Leyen ha toccato diversi temi sempre difendendo il Green Deal ma che comunque ha ammesso è stato, e lo è sempre di più, economicamente costoso per le fasce più deboli. Fasce deboli che sono anche composta da quei dipendenti delle Case auto europee che con l’arrivo sul mercato delle vetture prodotte in Cina a basso prezzo, o meglio vendute con una concorrenza sleale, vedono ancora di più il loro futuro a rischio povertà. Perché, contrariamente a quello che asseriscono alcune fazioni associazioni di categoria, le auto elettriche importate dalla Cina porteranno via dei posti di lavoro. Per mantenerli bisogna che le nostre industrie vengano protette e continuino a costruite auto in Europa.

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