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Fabiano Polimeni
16 lug 2025 (Aggiornato alle 16:09)
Un indizio sulla direzione che sarebbe opportuno, per molte case auto, imboccare l’ha dato Antonio Filosa: torniamo a fare le auto che vogliono gli automobilisti. Il non trascurabile dettaglio è l’intreccio con le norme sulle emissioni di CO2 da centrare nel triennio 2025-2027, che spingono verso un abbattimento a 93,6 g/km di media e, di fatto, a realizzare un mix di vendite di auto elettriche sempre più alto tra le diverse tipologie di alimentazione.
In casa Ford, dopo due anni di tagli impopolari alla gamma di prodotto, con l’uscita di scena dapprima della Fiesta e, recentemente, della Focus, torneranno a offrire nuovi modelli ai clienti europei. L’anticipazione arriva dal giornale tedesco Automobilwoche, che riporta la notizia data nel corso di una videoconferenza tra la casa e la rete di concessionari europei. Annuncio dell’arrivo di due nuovi modelli che sarebbe stato accolto con un applauso dai dealers.
Le condizioni critiche in cui versa il mercato del “nuovo” in Italia sono evidenti, in un intreccio tra prezzi di listino molto elevati e le difficoltà per molti automobilisti di sostenere un impegno di spesa come quello richiesto dall’acquisto di un’auto. Le formule di acquisto con mini-rate e maxi riscatti non possono essere una soluzione vantaggiosa per le tasche della gran parte dei privati.
Se, poi, a mancare è anche l’offerta di modelli, ecco che la crisi si avvita su se stessa.
Non è stato specificato quali modelli abbia in serbo Ford per l’Europa, sappiamo, però, come il marchio sia tra quelli che più dovranno impegnarsi per tagliare le emissioni medie di CO2 della flotta di nuovi veicoli. Per dare un riferimento parametrato sul mercato italiano, secondo i dati elaborati da Dataforce, a fine giugno Ford aveva emissioni medie di 129 g/km sulle nuove auto vendute nei primi 6 mesi dell'anno, rispetto a un target di 91,8 g/km da raggiungere nel 2025.
I nuovi modelli che introdurrà in Europa dovranno essere soluzioni con motori ibridi e dai grandi volumi per contribuire a ridurre l’impronta di CO2. Se possibile, andare a presidiare segmenti lasciati scoperti, come il mercato delle utilitarie - “appaltato” esclusivamente al B-suv Puma a 4,23 metri di lunghezza e senza una proposta intermedia prima del Kuga da 4,64 metri. Di spazio per presidiare il segmento C compatto e quello delle utilitarie ve ne sarebbe eccome. L’interrogativo è come riuscirci in modo redditizio per uno dei marchi sotto pressione.
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