Questo mese ci siamo messi alla guida di due vetture da sogno di due Marchi italiani al top: la Ferrari 12Cilindri Spider e la Maserati MC20 GT2 Stradale
13.03.2025 ( Aggiornata il 13.03.2025 11:02 )
Una spider top performer coinvolgente e una supersportiva derivata dalle corse: due vetture di brand simbolo del miglior Made in Italy fanno sognare con il look e con il sound di un V12 da 830 cv e di un V6 da 640 cv. Le abbiamo provate entrambe, ecco come vanno.
Una Ferrari, nella visione popolare, è sempre stata immaginata come una berlinetta di colore rosso brillante su una filante carrozzeria coupé. Questa 12Cilindri Spider, invece, si presenta ben diversa: un sobrio color verde bottiglia opaco e soprattutto priva di tetto. O meglio, con un tettuccio in metallo apribile e ripiegabile elettricamente che in 14” riesce a trasformarla da spider a coupé e viceversa.
Ma anche se è lontana dai canoni delle Ferrari più sportive, la nuova 12Cilindri Spider è senza dubbio bellissima. Una delle più belle Ferrari in assoluto di questo secolo. L’abbiamo guidata per le tortuose strade costiere del Portogallo. Anzi, più che guidarla ce la siamo goduta. Perché una Ferrari come questa Spider non si conduce semplicemente, la si apprezza e la si assapora a tetto aperto, col vento che lambisce i capelli. Di fatto è l’unica Ferrari che sia lecito guidare anche a bassa velocità col motore che sussurra a basso regime per apprezzarne il contatto con l’aria aperta. Ma quando si pesta sul gas e si inserisce la mappatura “Race” il rombo cambia, invade l’abitacolo con un sound fragoroso e la 12Cilindri torna ad essere una vera Ferrari.
La Spider è la versione a tetto aperto della 12Cilindri coupé lanciata qualche mese fa. Ha lo stesso muso lungo affusolatissimo e la fascia nera all’estremità del cofano che ricorda la mitica 365 Daytona del 1968; ma grazie all’assenza del tetto e a quelle due “gobbe” prominenti dietro l’abitacolo che profumano di retrò e fanno venire in mente le vetture sport Le Mans degli anni Cinquanta, assume una fisionomia diversa dalla coupé. Nel nome non c’è un numero come tradizione del Cavallino. Si chiama semplicemente 12Cilindri, scritto così tutto attaccato, in segno di omaggio al pezzo forte di quest’auto: il motore 12 cilindri a V di 6,5 litri che eroga 830 cavalli e 678 Nm di coppia. La potenza pià alta mai toccata da un V12 su una Ferrari stradale...
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Come la sorella da corsa è nata per il campionato GT2, una serie per scuderie private e indirizzata ai gentleman driver, così la versione Stradale è stata pensata per fare divertire, in sicurezza, in pista anche i piloti meno scafati. Realizzando comunque una supersportiva che ai driver che sanno fare la differenza dà tutti gli strumenti per esprimersi. Questa è in sintesi la GT2 Stradale, derivata dall’auto che ha vinto il campionato europeo GT2 nella classe AM e tra i team.
La parentela nel frontale appare subito stretta: è rimasto davvero simile alla sorella da corsa. Sono state tolte solo le appendici più prominenti, perché, per ragioni di sicurezza, non avrebbero mai consentito l’omologazione per l’uso su strada. Anche l’ala posteriore è stata ridimensionata ed è regolabile su tre posizioni. In basso troviamo un diffusore che aumenta l’effetto di estrazione dell’aria che scorre sotto al fondo piatto della scocca. Il risultato è un valore di downforce, lo schiacciamento della vettura al suolo, pari a 500 kg a 280 km/h, la MC20 si ferma a 145 kg. Questo maggior carico ha portato all’impiego di molle degli ammortizzatori più dure e leggermente più alte, così che la vettura non diventasse troppo bassa alle alte velocità. Un altro importante intervento per migliorare la fluidodinamica è stato l’adozione di un cofano con sfoghi dell’aria.
È stato sacrificato il piccolo secondo bagagliaio anteriore della MC20 per creare una canalizzazione dell’aria per il radiatore principale, aria che viene poi indirizzata verso il parabrezza. Sui passaruota, come nelle auto da corsa, sono stati applicati sfoghi dell’aria per ridurre la pressione interna e fare uscire l’aria del raffreddamento dei freni catturata dalle generose bocche nel muso. Il risultato è un miglioramento del raffreddamento dei freni in pista del 40%. Abbiamo poi prese d’aria maggiorate sopra i passaruota posteriori che, grazie alla maggiore portata d’aria assicurata all’aspirazione del motore e all’intercooler determinano un miglioramento delle performance del 6%...
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