23.05.2025 ( Aggiornata il 23.05.2025 16:32 )
Finalmente è arrivata! Questa è la vera nuova vera Grande Panda. La nuova generazione dell’utilitaria cittadina più venduta in assoluto. In realtà la nuova Panda l’avevate già vista qualche mese fa. Era stata lanciata in pompa magna lo scorso gennaio e aveva subito colpito per le sue forme originali e il design scatolato, caratterizzata dai quei fari tridimensionali molto sporgenti e dalla scritta “Panda” impressa a rilievo in caratteri cubitali sulla fiancata. Ma quella che avevate visto lo scorso gennaio era la versione completamente elettrica, un genere di propulsione che ancora non riesce a conquistare e convincere la maggior parte degli italiani.
Adesso invece, a tre mesi di distanza dall’elettrica, arriva finalmente la vera Grande Panda per tutti: quella motorizzata a benzina, con il propulsore 3 cilindri 1.2 litri da 110 cavalli e tecnologia ibrida. E non ci saranno più scuse. Per il lancio pubblicitario della nuova Grande Panda Hybrid, Fiat ha scomodato addirittura un re della musica giamaicana: Shaggy. Lui aveva scritto un pezzo di grande successo nel 1995 dal titolo “Bombastic” e Fiat ha deciso di utilizzare quella canzone di trent’anni fa come slogan per identificare la nuova Grande Panda. Per cui d’ora in poi vedrete negli spot pubblicitari la nuova Panda con il sottofondo ritmato della musica di Shaggy. Canzone a parte, la Grande Panda si è rivelata davvero una bomba, come canta anche Shaggy.
L’abbiamo guidata per bene, e dopo averla utilizzata per un intero giorno sia in città che percorrendo le strade collinari delle Langhe, fuori Torino, possiamo dire con certezza che è una vettura davvero ben riuscita. È comoda, brillante, maneggevole e scatta bene; soprattutto è spaziosa dentro e molto confortevole. Qualità che la vecchia Panda per le sue dimensioni striminzite non aveva. Le sue forme scatolate non sono semplicemente un’ispirazione stilistica al mitico modello del 1980. Ma sono anche il motivo della sua praticità, dell’ergonomia e della spaziosità interna. Le dimensioni rispetto alla precedente Panda sono cresciute di trenta centimetri e adesso tocca i 4 metri di lunghezza. Questo ha permesso di ricavare un abitacolo molto più spazioso, con larghezze interne da record sia per le spalle dei passeggeri anteriori, sia per le gambe di chi siede dietro. Ci sono tanti centimetri in più dentro che rendono pratica e agevole la vita a bordo. Anche quando si è seduti in quattro. Le dimensioni maggiori rispetto a prima, che giustificano il nome Grande Panda, la rendono una vera automobile completa del segmento B, non più una semplice city car. Ora con la Grande Panda si possono stipare bagagli e affrontare viaggi con la famiglia. Il bagagliaio ha una capacità di 412 litri, una volumetria notevole per un’auto sotto i 4 metri. E sopratutto è perfettamente squadrato, senza sagomature che ne limitano la capacità di carico.
La Grande Panda Hybrid è costruita sulla piattaforma Smart Car, un pianale che in Stellantis esiste da tempo (anche la C3 è realizzata su quella piattaforma) e che ha il pregio di essere multi-energia. Può ospitare cioé sia motori elettrici che i tradizionali termici. La versione elettrica deve fare i conti con la batteria, non di grandissima capacità che ne limita l’autonomia a circa 300 chilometri, ma questa ibrida risolve ogni compromesso. Il 3 cilindri denominato T-Gen3 a ciclo Miller è l’ultima generazione dei propulsori 1.2 della famiglia PureTech PSA, ma rispetto agli antenati non ha più la distribuzione a cinghia dentata fonte di grande problemi di affidabilità, ma adesso usa un collaudato meccanismo ad ingranaggi. Il motore 1.2 tre cilindri è simile a quello da 100 cavalli montato su Citroen C3, Jeep Avenger e Lancia Ypsilon. Mentre l’Alfa Junior dispone della versione più potente da 136 cv raggiunti grazie al turbo a geometria variabile che sulla Panda non c’è. La potenza indicata sulla Panda però è di 110 cv perché ai cento del termico ora vengono calcolati in aggiunta circa dieci cavalli del motorino elettrico nel cambio. Già, perché il vero punto di forza di questa Grande Panda Hybrid è proprio il suo cambio automatico a doppia frizione e-DCT: Contiene la componente elettrica che rende ibrida quest’auto e che ne giustifica il nome. Una trasmissione che, tra l’altro è ingegnerizzata e costruita in Italia: a Mirafiori e Termoli. Il motorino elettrico all’interno del cambio ha una batteria al litio a 48v. È un vero sistema ibrido e, pur senza arrivare ad essere un full hybrid con motore elettrico in parallelo, rappresenta comunque qualcosa di più di una tecnologia mild hybrid tradizionale: perché il motore elettrico, essendo inserito nella trasmissione, non aziona semplicemente i servizi elettrici di bordo ma in questo caso riesce a muovere anche le ruote. È la stessa trasmissione elettrica che Stellantis aveva sviluppato in origine per l’Alfa Romeo Tonale e poi ha pian piano esteso agli altri modelli ibridi del gruppo spinti dal motore 3 cilindri 1.2: dalla Fiat 600H alla Lancia Ypsilon, alla Citroen C3 e all’Alfa Junior. Ovviamente l’uso in elettrico puro è limitato dalla bassa potenza del motore elettrico (21 kW): la Panda si muove in puro elettrico soltanto in pochi casi: nei primi metri di partenza da fermo ai semafori a bassa velocità fino a 30 km/h, oppure nelle manovre o nei parcheggi. Poi appena si affonda di più il piede sull’acceleratore subentra il motore termico. Ma in ogni caso l’apporto di coppia extra dell’elettrico si avverte bene nella guida in parecchie condizioni perché la macchina risulta più scattante e brillante.
Guarda qui tutte le foto del primo test della Fiat Grande Panda spinta dal 1.2 benzia ibrido da 110 cv
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Ce ne siamo resi conto guidando la Grande Panda Hybrid sulle strade collinari delle Langhe dove abbiamo svolto la maggior parte del test: l’auto riprende bene fin dalle basse velocità, non è “seduta” come altre utilitarie di piccola cilindrata, anzi è vivace e pronta quando si schiaccia il gas. Nella guida ci è piaciuto molto in particolare lo sterzo, dal giusto rapporto, che non richiede rotazioni eccessive del volante per manovre o tornanti. Il volante poi non è eccessivamente morbido come succedeva in passato con altre utilitarie Fiat e Lancia che utilizzavano la funzione “city” che lo demoltiplicava eccessivamente togliendo sensibilità alla guida. Qui sulla Grande Panda Hybrid è piuttosto diretto e preciso. Il sistema infotainment dell’auto è quello classico su tutte le utilitarie drl gruppo Stellantis che gira sotto AndroidAutomotive: onn è un mostro di velocità e refresh, ma fa bene il suo dovere e la grafica e le icone sono chiare e leggibili. Un po’ confuso il volante con tanti tasti per diverse funzioni davanti ai quali forse il classico cliente Panda potrebbe perdersi. Al di là dell’elettrificazione, il cambio automatico a doppia frizione è davvero eccellente: consente una fluidità di guida anche in città che sarà una positiva sorpresa per tanti automobilisti italiani ancora legati al tradizione al cambio manuale. Ma chi proprio non ce la farà ad accettarlo potrà aspettare l’autunno, quando uscirà anche la versione di Grande Panda con cambio 6 marce manuale. Che però, perdendo la trasmissione automatica, perderà anche la tecnologia ibrida inserita nella trasmissione DCT. Pensateci bene, perché la comodità del cambio automatico è qualcosa di cui sentirete fortemente la mancanza una volta fattaci l’abitudine nella guida cittadina.
La Grande Panda Hybrid costerà a partire da 16.950 euro nell’offerta di lancio (solo abbinato a finanziamento o rottamazione, altrimenti sono 18.900 euro) e sarà disponibile in tre allestimenti: Pop, Icon e La Prima. Il prezzo pieno sotto i 19mila euro è comunque in linea col mercato: auto francesi, coreane e pure cinesi sono tutte attorno a quei prezzi, salvo promozioni, quindi ci sono tutti i presupposti perché convinca gli acquirenti. Certo, non sono i 13/14mila euro della classica Panda cui eravamo abituati, ma questa Grande Panda è un’auto molto più grande, versatile e tecnologica.
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