Ferrari Amalfi, che goduria!

La nuova GT del Cavallino raccoglie il testimone dalla Roma e alzando ancora di più l'asticella per quanto riguarda le prestazione al volante. La GT di Maranello è un punto di riferimento

Alberto SabbatiniAlberto Sabbatini

Pubblicato il 19 dicembre 2025, 13:00

Sarà anche la Ferrari d’accesso al mondo del Cavallino, sarà anche la Rossa meno potente e più abbordabile della gamma Ferrari (anche se parliamo pur sempre di oltre 240mila euro). Ma che bolide, ragazzi! 

La nuova Ferrari Amalfi è veramente spettacolare. Per l’originalità dei colori, per la sua guidabilità e per le prestazioni. Forse un po’ meno spettacolare per il design. Intendiamoci, non è che sia banale, anzi, è elegantissima: un lungo cofano scultoreo, fari anteriori sottili, una coda larga a ben poggiata per terra che nella vista da dietro fa tanto muscle e un profilo a cuneo che la rende molto filante. E poi il colore verde costiera ispirato chiaramente alla tonalità del mare della costa amalfitana che gli dà il nome. Però per quanto bellissima, il design di questa coupé del Cavallino non è inedito. Ricorda tantissimo la Roma di cinque anni fa. Pè erché in effetti da quell’auto che l’Amalfi discende. 

La Ferrari Amalfi è molto di più di un restyling

Se vogliamo definirla frettolosamente, Amalfi è il restyling di metà vita della Roma che fu lanciata nel 2020. Un modello nuovo a metà quindi. Come mai allora un nome nuovo? Perché è tradizione Ferrari che a metà ciclo di vita il modello che subisce un rinnovamento estetico o anche meccanico, cambi anche il proprio nome. Forse per ragioni di marketing o di strategia commerciale, chissà. Però Ferrari l’aveva fatto anche nel passaggio da California a Portofino. Rispettando questa tradizione quest’auto è stata chiamata Amalfi al posto di Roma. Nome che evoca subito la costiera amalfitana, il turismo, il tempo libero, la vacanza. Non le piste o lo sport ma la guida granturistica su e giù per strade tortuose come quelle della costiera. Dopo averla guidata a fondo ci siamo però convinti che l’Amalfi è molto ma molto di più di una Roma ristilizzata. Di quest’ultima l’Amalfi conserva il motore V8 4 litri turbo in posizione anteriore, la carrozzeria coupé con abitacolo due posti più i due mezzi sedili posteriori adatti solo ai bambini, il telaio in alluminio e le dimensioni generali: 4,66 metri di lunghezza, 1,3 metri di altezza e un interasse di 2670 mm. 

 

 

Una GT dal piglio sportivo

Stessa silhouette quindi, ma cambia tutta la parte meccanica ed elettronica. La Amalfi, rispetto alla Roma, ha guadagnato nell’ordine: la frenata brake by wire, l’Abs Evo, l’elettronica ultima generazione composta dal Side Slip Angle Control versione 6.1, un sensore inerziale 6w-CDS a sei assi e un sistema di gestione variabile del boost del turbo. Infine ha in più un cambio a doppia frizione 8 marce invece che sette e venti cavalli in più di potenza. In pratica l’Amalfi è una Roma in cui però è stata inserita la sofisticata meccanica ed elettronica della 296 GTB. Questo ne ha trasformato la dinamica di guida rendendola molto più reattiva e sportiva. Perciò ora l’Amalfi si guida spaventosamente bene. È diventata una GT con caratteristiche dinamiche molto più vicine a quelle delle berlinette supersportive del Cavallino. 

Come si guida bene

L’abbiamo guidata in lungo e largo per le strade tortuose del Portogallo dove le curve non finiscono mai e ci siamo convinti che sia la Ferrari più facile, maneggevole e divertente da guidare. In particolare si fa apprezzare il modo in cui lavorano combinati il brake by wire, l’ABS Evo con il nuovo controller a sei assi e il SSC 6.1 (side slip angle control). I dispositivi interagiscono benissimo tra loro e permettono di migliorare decisamente l’ingresso in curva. Erano stati sviluppati per la 296, per permettere ai clienti che guidano in pista la berlinetta di poter staccare tardi, entrare in curva ancora con le ruote ancora frenate ottenendo però una buona direzionalità dell’avantreno che permettesse di chiudere la traiettoria senza accusare sottosterzo. Ma la combinazione di queste tecnologie sulla Amalfi, ne esalta anche il comportamento sulle strade normali. Specie quando l’asfalto non è liscio come un biliardo ma ci sono avvallamenti e buche. Proprio in questi contesti l’Amalfi infonde una grande fiducia e sicurezza: permette di guidare forte e seguire le linee senza incertezze. Per una GT stradale è un valore aggiunto importante. Anche perché l’Amalfi, grazie alle sospensioni magnetoreologiche che modificano lo smorzamento, garantisce un ottimo comfort di guida. Molto superiore a quello delle berlinette sportive. Si può variare la taratura degli ammortizzatori da soft ad hard nelle tre mappature più estreme (Sport, Race e Esc off) semplicemente cliccando sul manettino. In più la Amalfi ha acquisito una differente mappatura Wet per l’uso su fondi viscidi molto più addolcita nella trasmissione a terra della coppia per togliere ogni preoccupazione di guida in caso di maltempo.

Il motore della Ferrari Amalfi

Il motore V8 Turbo 4 litri è godibilissimo: è potente, allunga bene, vigoroso e pieno di coppia; inoltre l’accensione delle luci contagiri sulla corona in carbonio del volante poi sono un extra ispirato ai contagiri F1. Rispetto alla Roma, sul V8 dell’Amalfi è stata incrementata la potenza da 620 a 640 cavalli, ma sopratutto è stata adottata una tecnologia software che aumenta la curva di coppia proprio nelle marce intermedie, 3° e 4°, rendendo il motore pieno e reattivo ad ogni colpo di gas. Le prestazioni pure sono un pizzico migliori della Roma. 3,3 secondi sullo 0-100 e 9” netti per scattare da zero a duecento all’ora, mentre la velocità massima dichiarata è di 330 km/h. La migliore guidabilità, la frenata e l’inserimento in curva pià reattivo rende però l’Amalfi moto più performante nella guida sportiva rispetto a quanto dica il decimo in meno sull’accelerazione: tanto che risulta oltre mezzo secondo più rapida della Roma sul classico giro di pista a Fiorano. Abituale banco di prova di tutte le Ferrari.

Nell'abitacolo torna la tradizione

Tutto nuovo poi l’abitacolo dove lo schermo infotainment (da 10,25”) è stato spostato nella parte bassa sotto la plancia ed è stato aggiunto un monitor davanti al passeggero che visualizza le prestazioni principali (regime, velocità, mappatura inserita). Ma proprio gli interni dell’auto ospitano l’altra grande novità di questa Ferrari Amalfi: il ritorno a un volante classico. Con comandi a pulsanti fisici invece che ad azionamento digitale a sfioramento. Ora tutti i bottoni, a partire da quello rosso tradizionale di start sulla razza sinistra del volante che fa rombare il V8, sono a pressione, non più touch. L’esperimento dei comandi volante a sfioramento, iniziato nel 2019 con la SF90 Stradale ha avuto vita breve. Seguendo le richieste della clientela che trovava poco ergonomico i pulsanti touch perché portava a distrarsi nella guida, Ferrari ha preferito tornare sui propri bassi. Riproponendo bottoni fisici. Ma una cosa l’ha aggiunta: un tasto (sulla razza sinistra del volante) che permette con una pressione prolungata (e un secondo tocco di OK per far accettare l’input) di disattivare velocemente tutti i sistemi ADAS di assistenza alla guida. Che sono sicuramente utili e garantiscono maggior sicurezza nella guida, ma diventano davvero invasivi quando cominciano a cicaleggiare tutti assieme se si tocca la riga di mezzeria, si superano i limiti o semplicemente quando rilevano la presenza di un cartello stradale. Basta un tocco (prolungato) e tutto torna silenzioso.

Quanto costa la Ferrari Amalfi

La Ferrari Amalfi per adesso è offerta soltanto in versione coupé al prezzo di partenza di 240.000 euro, circa ventimila euro più della Roma che esce di produzione ma rimane per adesso in versione spider. In  attesa che anche l’Amalfi completi la gamma con un modello a cielo aperto.

 

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