Approvato il DDL concorrenza, novità per RC auto, colonnine in autostrada e taxi

Approvato il DDL concorrenza, novità per RC auto, colonnine in autostrada e taxi

I 32 articoli dovranno essere approvati dal parlamento

di Francesco Forni

05.11.2021 10:06

Il Consiglio dei ministri ha dato l'ok al DDL (disegno di legge) sulla concorrenza, composto da 32 articoli, alcuni dei quali importanti per la mobilità. 

Il più atteso riguarda l’obbligo del risarcimento diretto della RC Auto. Fino ad oggi escludeva, eccetto la adesione volontaria, le assicurazioni che operano in Italia e hanno sede all’estero.

Per il DDL concorrenza sarà esteso a tutte le compagnie. Andando al sodo, il risarcimento diretto, in vigore dal 2007, prevede che l’intestatario che subisce un danno o incidente in auto non è risarcito dalla compagnia che assiste il responsabile del sinistro, ma direttamente dalla propria.

Un modo per snellire la procedura, l’assicurazione di chi ha subito il danno riceverà poi il rimborso da quella di chi ha provocato l’incidente. Una via per avere rimborsi più rapidi.

Il DDL concorrenza prevede anche gare per l’installazione delle colonnine di ricarica in autostrada, le tanto attese HPC.

La regolamentazione delle tariffe del ride hailing

Il provvedimento che ha già generato e provocherà ancora polemiche è quello relativo alla delega al governo per la riforma del servizio pubblico non di linea, con la possibile introduzione, dei ride hailing, ovvero con autista via app, Uber e similari. 

Prevede letteralmente “L’adeguamento dell’offerta di servizi alle nuove forme di mobilità che si svolgono mediante applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti”. L’obiettivo è quello di “tutela del consumatore nella fruizione del servizio, al fine di favorire una consapevole scelta nell’offerta”, che nella sostanza significa un sistema di prezzi e tariffe chiaro e omologato.

I tassisti, categoria in concorrenza con il ride hailing, sono già sul piede di guerra.

Ora la palla passa al Parlamento: le Camere potranno modificare gli articoli del DDL concorrenza.

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