Tavares, un anno di Stellantis e le critiche all'Europa elettrica

Tavares, un anno di Stellantis e le critiche all'Europa elettrica

A dodici mesi dal debutto di Stellantis, Carlos Tavares ribadisce i limiti delle scelte politiche sull'elettrico

20.01.2022 ( Aggiornata il 20.01.2022 11:23 )

Il primo anno di vita è servito a mettere a punto una struttura di governance riorganizzata su tutti i marchi. È servita a stringere alleanze che produrranno effetti nei prossimi anni, come la partnership tecnologica con Amazon.

Il primo anno di vita del Gruppo Stellantis è coinciso con un mercato dell'auto a vivere una profonda crisi generata dalle difficoltà di approvvigionamento di componenti un tempo appartenenti ad altri mondi, all'elettronica: i semiconduttori.

Le critiche alla strada del Fit for 55

Nei primi 12 mesi di Carlos Tavares al timone di Stellantis si è vissuta anche la posizione irremovibile e ideologica della politica europea sull'auto del futuro: dal 2035 solo elettriche nel Vecchio Continente. Le auto con un motore termico messe al bando, poco importi degli straordinari progressi tecnologici compiuti. E poco importa delle possibilità di sviluppo ulteriori, dagli e-fuels come altri combustibili, che pure aiuterebbero ad abbattere le emissioni climalteranti sull'intero parco auto circolante. Non già un provvedimento d'area, di un mercato europeo che compone una piccola parte in un problema viceversa globale.

Stellantis ha manifestato la posizione critica verso tale politica, Tavares ha spesso contestato i limiti delle misure di messa al bando dell'auto termica e l'unica soluzione individuata nell'elettrico, dalla Commissione Europea e il piano Fit for 55. Ha anche annunciato un percorso di elettrificazione che porterà molti marchi del Gruppo a diventare, nel tempo, verso il 2030 a tappe differenti, esclusivamente elettrici.

Critici ma pronti quando servirà

Investimenti per 30 miliardi di euro sono stati programmati da qui al 2025, su elettrificazione e sviluppo della componente software. Il prossimo 1 marzo scopriremo il piano di sviluppo sul lungo periodo che Stellantis andrà ad attuare. 

Restano le critiche a un percorso verso il full electric per Tavares limitante. Intervistato da Il Corriere della Sera, Handelsblatt, El Mundo e Les Echos, l'a.d. ha ribadito come l'elettrico nel piano Fit for 55 sia una tecnologia dettata dalla politica e non dall'industria. 

Elettrico di scelta politica

Ribadisce come l'accessibilità economica dell'auto elettrica sia limitata e rischi di tagliare fuori dalla mobilità un'ampia fetta di pubblico che non potrà sostenere i costi d'acquisto di un veicolo, oggi, molto più costoso di un'auto termica. Sul tema si inserisce la questione incentivi, un percorso diffuso per sostenere la domanda di un'auto, quella elettrica e delle elettrificate più avanzate, altrimenti in sofferenza per i listini più cari: "Non credo che i governi potranno sovvenzionare la vendita di veicoli elettrici ai ritmi attuali", dice Tavares.

Elettriche e sostenibilità in pareggio 

Scetticismo sulla via del "solo elettrico" per il futuro dell'auto che è anche nel bilancio complessivo delle emissioni prodotte da un'auto a batterie: nell'intero ciclo vitale del veicolo e nella tipologia di energia utilizzata per ricaricare le auto elettriche. "(...) Con il mix energetico dell'Europa, un veicolo elettrico deve percorrere 70 mila km prima di compensare l'impronta di Co2 creata dalla fabbricazione della batteria", sottolinea.

Dall'altro versante della barricata, dai promotori del green elettrico come unica via, l'accusa all'industria di criticare il cambiamento drastico per provare a mantenere rendite di posizione e, attraverso le richieste di allentamento dei progetti sul solo elettrico, rallentare la transizione tecnologica.

Che nella visione dell'Europa è univoca e non contempla più vie percorribili in parallelo.

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