Pininfarina, i 50 anni del "Tempio del Vento"

Sotto le sue ampie e imponenti arcate, un capolavoro che neppur Eolo, il Dio dei Venti, avrebbe potuto immaginare, sono passate auto, bici, indumenti tecnici, attrezzature (golf e sci) e soprattutto campioni, sottoposti, tutti e tutto, alla “tortura” di folate fortissime per rinvigorire la sfida tra l’uomo e il vento. Sono passati 50 anni, un anniversario importante in un mondo che ha vissuto una evoluzione tanto rapida in breve tempo, ma la Galleria del vento realizzata da Pininfarina e battezzata nel 1972, è all’avanguardia tecnologica ancor oggi, una vera “eccellenza nel campo della ricerca aerodinamica e aeroacustica”. 

"Sono molto orgoglioso e commosso di poter celebrare qualcosa che è nato dal genio di mio padre - ha spiegato Paolo Pininfarina, attuale presidente - e che mostra la sua vera passione per l’aerodinamica, nata più di 50 anni fa, prima ancora di pensare alla realizzazione di questa struttura. Tutto è iniziato da mio nonno Pinin, il cui intuito visionario è ben esemplificato sin dalla Lancia Aprilia Aerodinamica prodotta nel 1936". 

Il compleanno è stato celebrato all’interno dello stesso “tempio del vento”, sito a Grugliasco, poche centinaia di metri da Torino, accendendo i riflettori sulla Battista, la più recente hypercar realizzata da Pininfarina. E mentre un giovane ingegnere spiegava funzionamenti e meraviglie del “Wind Tunnel” torinese, ripensavamo a quanti tesori sono stati forgiati all’interno dell’impianto, dove sono passate fior di auto, ma anche dove Francesco Moser fece esperimenti sui materiali per andare a realizzare il record dell’ora a Città del Messico (aprendo le porte a una nuova era delle bici da corsa), o dove i campioni dello sci azzurro di più epoche (e specialisti come Origone a Valentina Greggio) hanno studiato e testato i materiali per quelle folli discese che infiammano i tifosi, giusto per citare alcuni accostamenti importanti tra Pininfarina e le grandi imprese dello sport. Senza dimenticare progetti di grandissimo valore, come la realizzazione della torcia olimpica per Torino 2006, un vero capolavoro di design.

LA PRIMA 1:1

La Galleria del Vento inaugurata nel 1972 fu una grande intuizione dell’allora presidente Sergio Pininfarina, un vero precursore mosso da grande spirito innovativo: era la prima in Italia per l’effettuazione di test su vetture in scala 1:1, una delle sette presenti nel mondo. E a 50 anni di distanza oltre a sottolinearne l’attualità e l’importanza tecnologica, Pininfarina ha voluto ospitare una tavola rotonda sul tema “Aerodinamica e Sostenibilità, dalle auto elettriche agli edifici” per illustrare le potenzialità di .

UN VANTAGGIO COMPETITIVO

Nata come strumento per sviluppare i propri prodotti, oggi la Galleria del Vento Pininfarina ha un ruolo strategico per il Gruppo in numerosi settori: "Ha dato alla nostra azienda un vantaggio competitivo considerevole essendo l’unica società di design a esserne dotata" ha spiegato l’ad Silvio Angori. Specialmente in campo automobilistico e oggi la spinta verso la mobilità elettrica ha ampliato il campo delle sfide sia per l’aerodinamica sia per l’aeroacustica e per ottenere nuovi e più alti livelli di comfort e vivibilità all’interno delle auto. 

AUTO VINCENTI

Tra le vetture più famose studiate nella galleria del vento compaiono diversi modelli Ferrari per la Formula 1, le Lancia Montecarlo Gruppo 5, le vetture vincitrici del Campionato del mondo Turismo del 1979, del 1980 e del 1981 e la Lancia Rally. Tra le motociclette si può invece citare la BMW R 100 RS, la cui carenatura integrale è stata ottimizzata proprio nella Galleria del Vento. 

POLITECNICO DI TORINO

Molte le collaborazioni, come quella importantissima con il Politecnico di Torino, ricerche per conto del Ministero Trasporti e con il CNR, di recente test sul modello ERACLE per raccogliere dati utili a progettare eliche con prestazioni acustiche migliori per realizzare velivoli più ecologici e silenziosi.

PININ, IL PRECURSORE

Un sogno, una passione, una vocazione… nate così, come raccontò Battista Pinin Farina: "Andando in montagna in inverno ho visto l’azione del vento che aveva scavato forme curve o nitide nella neve sul ciglio della strada. Un evento ventoso plasma la forma degli alberi. Volevo semplicemente copiare quelle linee…".