Piano UE anticonsumo: la ricarica a casa dell’auto elettrica è a rischio?

Piano UE anticonsumo: la ricarica a casa dell’auto elettrica è a rischio?

La proposta prevede il razionamento dell’energia in alcune specifiche fasce orarie. Questo potrebbe però potrebbe limitare l’utilizzo di tanti apparecchi

di Redazione

14.09.2022 ( Aggiornata il 14.09.2022 15:51 )

La crisi – anche energetica - che attualmente si sta vivendo, ha indotto l’Europa (e non solo) a studiare dei piani affinché il problema possa essere “controllato”. Fra questi è stato studiato un metodo per diminuire il consumo di energia da parte dell’UE: il piano prevede dei razionamenti in specifiche fasce orarie dove l’energia viene meno.

Questa proposta però suscita dubbi e problemi riguardo le auto elettriche o ibride plug-in. Perché? Perché – in teoria – molti possessori dei veicoli elettrici ricaricano il loro mezzo proprio utilizzando la rete domestica. Si può dire perciò che il piano UE non sia d’intralcio a questo sistema? Forse no.

Come funziona l’erogazione di energia

Partiamo proprio da questo, dall’erogazione dell’energia che normalmente viene fornita – in Italia e nella maggior parte dei contatori – a 3,3 kW. Se si abbassano i kW in alcune ore della giornata, e questo – precisiamo - è possibile per i misuratori “intelligenti” diffusi nel nostro Paese e meno negli altri Stati europei, e si arrivassero ad avere disponibili in casa 2,3 kW e anche meno, ciò significherebbe che verrebbe meno la possibilità di ricaricare l’auto perché sarebbe impossibile l’uso di più elettrodomestici insieme, figurarsi quindi alimentare una vettura.

Basti considerare che 2,3 kW generalmente vengono quasi utilizzati solo per far funzionare la lavatrice, che inghiotte tantissima potenza. Le vetture a batteria vengono alimentate (in casa) grazie ad un adattatore che riesce ad assorbire dalla rete non più di 16 Ampere, ciò significa che l’energia disponibile sarebbe tutta indirizzata per ricaricarla. Per far sì che questo non avvenga, però, la maggior parte dei dispositivi di ricarica si adattano diminuendo la corrente richiesta, ma la conseguenza è che i tempi si dilatano e ciò significa che l’auto, soprattutto per chi la usa tutti i giorni, sarebbe fuori uso.

Una possibile soluzione

Possono però esserci alcune risoluzioni al problema, seppur risultino più dispendiose: ossia applicare un sistema fotovoltaico che abbassa severamente l’assorbimento dell’energia dalla rete nelle ore diurne. Se si dispongono superfici di 11 metri quadrati, possono essere montate potenze di picco di 2,5 kW con pannelli di silicio monocristallino, che sono quelli che lavorano meglio, che garantirebbero una ricarica più rapida, con la possibilità di avere ancora a disposizione 1,5 kW più o meno per altro uso.

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