Sul nuovo numero di Auto: concept Toyota e Lexus, spettacolo neutrale

Una rivoluzionaria supercar tutta elettrica iper-sportiva. Da far spalancare gli occhi per la bellezza e l’aggressività. Ma anche la conferma della fiducia nei motori ibridi. E infine uno sguardo rivolto verso l’idrogeno. Inteso non soltanto come tecnologia fuel cell (cioè idrogeno per alimentare un motore elettrico) ma anche come combustibile per motori a pistoni al posto della benzina. Una soluzione in cui crede personalmente addirittura Akio Toyoda, il nipote del fondatore. Insomma, la Toyota nei prossimi anni, da qui al 2030, si impegnerà su tutti e tre questi fronti dell’automobile. Senza sposarne per ideologia uno soltanto. In modo da poter offrire il propulsore più adatto alle differenti esigenze di qualsiasi automobilista.

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Largo all'elettrico, ma senza ideologie

È una dichiarazione politica importante e anche in controtendenza rispetto ad altri Costruttori automobilistici, che a parole sembrano dedicarsi soltanto agli elettrici puri rinnegando altri motori. Ma dietro le quinte continuano a fare fatturato con la vendita di auto a motore termico tradizionale. Toyota invece ha scelto una posizione diversa e in un certo senso provocatoria. I giapponesi sono stati i primi al mondo a introdurre un’automobile ibrida: nel lontano 1997 con la Toyota Prius che ha rivoluzionato la mobilità. E a distanza di 25 anni Toyota è tuttora convinta che l’ibrido, declinato sia nelle versioni full hybrid che plug-in, possa ancora giocare una parte importante in questo decennio per contribuire ad abbattere le emissioni di CO2 in Europa.

Toyota ha sintetizzato il proprio pensiero con uno slogan chiaro: «il vero nemico dell’ambiente non è il tipo di motore, ma l’anidride carbonica». Come a dire: la lotta alla CO2 si può fare anche con i motori termici, purché ibridi ed elettrificati...

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