Biocarburanti e tutto elettrico dal 2035: cosa sta succedendo nell'UE

Biocarburanti e tutto elettrico dal 2035: cosa sta succedendo nell'UE

Il “ripensamento” della Germania per garantire il futuro degli e-fuel fa ratificare all’UE lo stop dei motori termici al 2035. Ma la verità è un’altra

di Pasquale Di Santillo

19.04.2023 14:52

Com’era prevedibile, la Germania ha fatto retromarcia, trovando un accordo con l’UE sull’utilizzo futuro degli e-fuel (il regolamento vero e proprio arriverà in autunno) e ha abbandonato la cordata formata con l’Italia, la Polonia, la Bulgaria e la Romania che un mese fa, grazie alla regola della “minoranza di blocco”, aveva (momentaneamente) rinviato l’approvazione dello stop ai motori termici al 2035, successivamente ratificato proprio in virtù del ripensamento tedesco.

Possiamo metterci l’anima in pace. Contro la politica e le sue logiche (si fa per dire), non c’é ragione, né scienza che tenga. Vince sempre lei, la politica. Questione di ruoli, scelte e, diciamola tutta, non conoscenza (per non dire ignoranza), oltre che interessi più o meno palesi. Solo che tutto questo produce danni che un giorno calcoleremo sotto varie forme, ma a cui oggi nessuno sembra dare importanza, salvo cambiare idea quando farà comodo e soprattutto quando sarà tardi.
I fatti li conoscete, ma ve li riassumiamo in breve, per dovere di cronaca e per chiarezza.

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Come si è comportata l’Italia e la Commissione Europea

In occasione del voto finale, il Governo italiano astenendosi (e non votando contro) ha provato a lasciarsi aperto uno spiraglio per prolungare anche la vita dei motori termici in grado di utilizzare i biorcarburanti, nella cui produzione l’Italia è leader mondiale insieme al Brasile, grazie all’Eni. Ma anche qui si è palesata l’opposizione “concettuale” per non dire ideologica dell’UE alle tesi dell’Italia, colpevole, forse, di aver aperto troppi dossier con i politici di Bruxelles tra PNRR, patto di stabilità, case green, MES, balneari e potremmo continuare a lungo. Altrimenti non si spiega il triste “balletto” che ha visto protagonista - inconsapevolmente? - l’estone Kadri Simson, Commissaria Europea all’Energia che ai microfoni di RaiNews24 ha testualmente dichiarato: «i biocarburanti sono un argomento che viene trattato. Noi sosteniamo le iniziative a riguardo, è mia responsabilità sostenere i produttori, il supporto c’è ed è forte...».

Parole che avevano fatto sperare in un inserimento dei biocarburanti in un pacchetto decisamente più neutrale dal punto di vista tecnologico. Salvo poi - dopo qualche ora - farsi smentire praticamente da se stessa, per bocca del portavoce della sua Commissione, Tim McPhie che ha specificato che: «la Commissaria ha parlato solo in generale, dicendo che i biocarburanti fanno parte di diverse parti di legislazioni europee legate all’energia, senza specificare che gli stessi biocarburanti avranno un ruolo nella futura attuazione...».

Ora, di fronte a questa seconda retromarcia, è forse più giusto prendere tempo. Pur continuando a lottare per certificare l’evidenza scientifica che non riesce a comprendere perché dice sì agli e-fuel che saranno pronti non prima del 2030 e costano molto e no ai biorcarburanti che costano meno e sono già prodotti, potrebbe essere infatti consigliabile aspettare si arrivi al prossimo anno quando sono in programma le prossime elezioni per il Parlamento Europeo. Sarà poi la nuova maggioranza e i suoi equilibri a decidere se aspettare il 2026 - data in cui è stata fissata la verifica ufficiale della bontà della normativa sul blocco dei motori termici - oppure anticipare il tutto.

Come funziona l'iter legislativo

La Commissione presenta una proposta di regolamento o direttiva, che poi passa all’Europarlamento e al Consiglio.
Il testo può essere approvato, modificato o respinto.
Per entrare in vigore, deve superare l’esame di tutti e due gli organi, chiamati successivamente a raggiungere un accordo sulla versione finale. Lo stesso accordo va poi formalizzato da entrambe le istituzioni. Infine c’é la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE.

Alla votazione finale, venuta meno la posizione della Germania che ha votato a favore avendo ottenuto la deroga per gli e-fuel, i carburanti sintetici che potranno essere utilizzati sui motori endotermici anche dopo il 2035, l’Italia si è astenuta insieme con Bulgaria e Romania. Mentre la Polonia ha votato contro.

I prossimi passi del provvedimento

L’approvazione definitiva del provvedimento relativo allo stop e alla vendita e produzione di vetture con motori endotermici tornerà sotto esame fra tre anni. Infatti, è già prevista una clausola di salvaguardia al 2026 che obbliga la Commissione Europea a rivedere l’impianto normativo, in modo da verificare se nel triennio i nuovi carburanti alternativi saranno stati in grado di azzerrare le emissioni.

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