Al volante capisci che campione hai accanto

Al volante capisci che campione hai accanto

Genè e Bobbi ti aiutano con piacere a scoprire e migliorare i tuoi difetti; altri, come Valsecchi, scendono e se ne vanno per paura...

di Guido Meda

12.05.2023 11:31

INCUBO: metti di essere in macchina, al volante, mentre uno bravo vero ti siede accanto, fa il passeggero. Uno bravo a guidare intendo, tipo un campione del mondo di qualche specialità dell’automobilismo. State andando al ristorante in collina, in un trasferimento come ne hai fatti mille con moglie e/o amici. La strada sale e scende, ha delle curve con ogni tipo di raggio. Di norma sarebbe una di quelle strade su cui è bello guidare, liberi di azzeccare, sbaglicchiare, correggere. Ecco, diventi un baccalà! Ti senti esaminato, ti fai proprio dei bei film su quello che il passeggero Campione del Mondo sta pensando di te. Mantieni le mani inchiodate a ore nove e un quarto. Hai lo schienale dritto come un picco. Ti imponi di guardare avanti, di frenare un bel po’ sotto per far vedere che la gestisci, la inserisci, stacchi, padroneggi la tecnica della linea corretta. Vorresti che questo benedetto tipo qua scendesse consapevole della tua bravura, che lo dicesse in giro, che parlasse di te come di un Niki Lauda mancato, ma proprio per un pelo. Da sveglio: mi è capitato un sacco di volte. Con Jacques Villeneuve, con Matteo Bobbi, con Davide Valsecchi, con Ivan Capelli, Piero Longhi, Tobia Cavallini, Gigi Galli, Valentino Rossi e chissà quanti altri. Ecco - come nell’incubo - ho fatto proprio la parte del baccalà concentratissimo, pervaso dalla guida supersportiva, anche a ritmo blando.

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Non c’è verso, non si fidano. Tacciono, magari per rispetto, ma preferirebbero vederti rilassato e sciolto, più lento, meno concentrato sulla tecnica e più guidatore normale, con quei tuoi difettucci sacrosanti e universali, serenamente già messi nel conto nel momento in cui ti si sono seduti accanto. Preferirebbero che guidassi come se cifosse Mattarella a bordo, che al Presidente sarà ben meglio non riservare scossoni, rollii e beccheggi inopinati, frenate inutili, accelerazioni pastrocchiate, esibizioni forzate. Piuttosto, è meglio avere il coraggio di chiedere consiglio: "ti andrebbe, se provassi a fare un minimo di ritmo, di darmi qualche dritta?". Bobbi, Genè e Piero Longhi rientrano nella categoria "Certo, lo faccio con gioia!". Sono quelli che davvero ti cambiano la vita, la prospettiva, la guida, rendendoti più efficace e soprattutto più sicuro. Davide Valsecchi (Campione del Mondo GP2) invece no: lui ha proprio paura. Lui, il giorno in cui abbiamo avuto la possibilità di fare i passeggeri della Ferrari F1 a tre posti guidata non da un pirla qualsiasi, ma da Leclerc, è quello che dopo essersi imbragato nelle cinture, a un minuto dal via si è slacciato tutto, è saltato fuori dalla macchina dicendo: "Grazie Charles, sei gentilissimo, ma io non ce la faccio". Gigi Galli invece è una storia a parte. Lui mi ha detto "Sì, certo, ma prima ti faccio vedere come si fa. Dammi il volante". Poi mi ha sottoposto a una centrifuga su ghiaccio tra alberi e dirupi che alla fine non ne avevo più nemmeno per un parcheggio a spina di pesce. Ma è anche quello che mi ha convinto ad iscrivermi a un sacrosanto corso di guida in pista che oggi, dopo decenni, considero una delle spese e delle decisioni più azzeccate della mia vita.

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