“Autoritratto 2022”, la pubblicazione statistica dell’ACI, che fotografa con precisione uno scenario poco promettente
30.06.2023 ( Aggiornata il 30.06.2023 09:45 )
L'Italia è un paese di auto vecchie, allineato purtroppo alla popolazione? Lascia pochi dubbi in merito “Autoritratto 2022”, la pubblicazione statistica dell’ACI che ufficializza il parco veicolare di Regioni, Province e Comuni al 31 dicembre 2022.
I numeri sono chiari. Ben 3 milioni e 700 mila auto, ovvero il 9,3% del totale, quasi una su dieci, sono state immatricolate prima del 1993.
Si tratta per la maggior partedi Euro 0 che contano almeno 30 anni di età. Molte sono concentrate al Sud: Campania (17,6%), Calabria (15,2%) e Sicilia (13,5%), le regioni più “anziane”. Valle D’Aosta (2,3%), Trentino Alto Adige (2,6%, entrambe in virtù dell’alta percentuale di autovetture immatricolate ad uso noleggio) e Veneto (5,8%), le meno vecchie
Numericamente deboli le auto ecologiche, gpl: 2.900.799, il 7,2% del parco auto; metano: 971.583 (2,4%), ibride: 1.556.620 (3,9%), elettriche 158.131 (0,4%)], che, complessivamente, rappresentano il 13,9% circa del totale, contro il 12,4% del 2021.
Rispetto al totale del circolante, Marche ed Emilia Romagna risultano le regioni più “verdi” (rispettivamente, 23,7% e 23%), seguite dalla Valle D’Aosta (20,7%) e dall’Umbria (17,9%). Le regioni meno “ecologiche” sono, invece, Sardegna (4,7%) e Calabria (5,6%).
In valori assoluti è la Lombardia la regione con il più alto numero di auto ecologiche (800mila). Seguono Emilia Romagna (680mila) e Lazio (590mila). In coda Molise (24mila) e Basilicata (34mila).
Notevole, ma solo in termini percentuali, (in valori assoluti, solo il 4,3% del parco), l’aumento delle auto ad alimentazione elettrica (elettriche, ibrido benzina e ibrido gasolio): in media, a livello nazionale, l’incremento tra 2021 e 2022 è stato del 49%, con picchi del 158% in Valle D’Aosta e del 72% in Trentino (dove risultano iscritte molte auto uso noleggio: in queste regioni, infatti, vi sono sedi legali di importanti Società del settore) e del 64% in Toscana. La strada è ancora lunga
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