Zipse e la retromarcia sul 2035: cambiare si può

Zipse e la retromarcia sul 2035: cambiare si può

Da ex n.1 di Acea, come altri Costruttori, non ha fermato gli
integralisti dell’UE sul blocco ai motori termici. Ora ha capito l’errore

di Pierluigi Bonora

12.09.2023 ( Aggiornata il 12.09.2023 09:11 )

Da quando il vicepresidente della Commissione UE con delega al Clima, il barbuto Frans Timmermans, ha fatto l’enorme piacere di togliere il disturbo, per candidarsi alla carica di primo ministro nel suo Paese, l’Olanda, il progetto da lui architettato e - ahinoi - frettolosamente fatto proprio e condiviso a scatola chiusa a Bruxelles e da buona parte del settore automotive, si regge ormai su un fragile equilibrio. La sveglia, infatti, sembra essere suonata per tutti, anche se con un imperdonabile ritardo. Intanto, miliardi e miliardi sono stati investiti sul sogno dell’auto elettrica obbligatoria (produzione e vendite) a partire dal 2035, considerando praticamente “out”, da quell’anno, i motori endotermici, fiore all’occhiello dell’industria europea. Per poi accorgersi, cammin facendo, che la favola della “scossa” rischia di tramutarsi in un “harakiri”.

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Zipse e i dubbi sulla transizione forzata

Ecco, tra le ultime novità emerse, il promemoria che mi ha inviato l’amico Andrea Taschini, manager automotive e grande esperto su queste problematiche: “È molto sorprendente - afferma - leggere il report della Corte dei conti europea che, con grande lungimiranza, senza per altro essere ascoltata, aveva messo in guardia la Commissione sulla sistemica carenza di metalli necessari per la transizione energetica e della mobilità che avrebbe messo in grosse difficoltà il tessuto industriale e infrastrutturale del Vecchio Continente. Ora un po’ tutti si svegliano davanti alla realtà dei fatti, l’ultimo per ordine è il Ceo di BMW, Oliver Zipse, ma i dati erano noti da tempo e bisognava solo avere l’accuratezza di consultarli. O, purtroppo, ha fatto più comodo all’establishment ignorarli per accodarsi alla moda dettata dal gregge pseudo ambientalista?”.

Già, Zipse, numero uno della Casa bavarese, ma soprattutto presidente di Acea, l’Associazione dei Costruttori europei di veicoli nel periodo in cui a Bruxelles veniva fatto passare, con metodo dittatoriale, questo folle progetto. Solo nell’ottobre 2022, il top manager affermava, in proposito, che l’industria automobilistica europea sarà la prima e unica regione al mondo a diventare completamente elettrica. E l’anno prima, in giugno: “Un Diesel moderno è più rispettoso del clima di un veicolo elettrico caricato con energia generata dal carbone".

Di inizio mese, quindi, passato il testimone di presidente di Acea a Luca De Meo (Renault), ecco lo sfogo di Zipse raccolto da “Handelsblatt”. Alcuni pas saggi: “La decisione politica di eliminare gradualmente le auto a combustione interna è una negli genza”; ”Mancano materie prime come litio, cobalto e terre rare per la produzione di massa di auto elettriche, rendendo l’Europa dipendente dalle importazioni e suscettibile di ricatti politici”; “Dove saranno caricate tutte queste auto elettriche?”; si fa strada “un problema sociale se la mobilità non sarà più accessibile…”

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