Tanti i temi affrontati all'ottava edizione del Forum Automotive di Milano: al centro del dibattito, la transizione energetica, gli investimenti sulle infrastrutture e l'avanzata dei Costruttori cinesi
15.11.2023 ( Aggiornata il 15.11.2023 12:18 )
L’ottava edizione del Forum Automotive si è svolta a Milano il 13 e il 14 novembre e ha accolto la prima Eurotribuna politica dedicata al settore auto. Pierluigi Bonora, organizzatore e promotore dell’evento, è riuscito a mettere insieme Europarlamentari ed esponenti di tutta la filiera legata al settore, che hanno dato vita ad un confronto costruttivo e di grande valore. Come lo stesso Bonora ha ricordato:“Il politico deve ascoltare” ed è proprio quello che è accaduto al Forum.
Un dibattito, a tratti anche acceso, che ha portato sul tavolo tutti i temi legati alla transizione energetica: dall’incertezza normativa e geopolitica, ai costi delle auto elettriche, all’infrastruttura, fino agli incentivi. Sono questi gli elementi che bloccano la diffusione delle auto elettriche in Italia, come ha evidenziato Dario Duse, Country Leader Italia ed EMEA Co-Leader of Automotive & Industrial Team di AlixPartners quando ha presentato l’ultimo aggiornamento del Global Automotive Outlook.
Nel 2035 i veicoli elettrici potrebbero rappresentare la maggior parte delle vendite, ma al momento i numeri sono ancora modesti. In Europa la quota di mercato delle auto elettriche è pari al 14%, che scende al 4% se si guarda al solo mercato italiano. Come ha evidenziato anche Roberto Scarabel, Presidente di AsConAuto, il costo delle auto a zero emissioni è troppo elevato. Non solo a causa dei costi di produzione, che sono comunque maggiori rispetto ai motori a combustione, ma anche per effetto del rialzo delle materie prime che servono per realizzare le batterie. Secondo AlixPartners ci vorranno circa 4 anni per recuperare questo aumento dei costi.
Sul fronte delle infrastrutture è necessario fare investimenti tra i 18 e i 20 miliardi (sei volte in più rispetto al 2022) per realizzare 800mila nuove stazioni pubbliche di ricarica nei principali paesi Eu. E sono proprio gli investimenti ad essere necessari anche secondo Michele Crisci, Presidente Unrae. Nella transizione verso l’elettrico, che ormai è irreversibile come ha ben sottolineato Mariangela Danzì, Europarlamentare Commissione ENVI, non si può giocare in difesa perché in questo caso i posti a rischio in Italia non sarebbero 70.000 ma molti di più.
Che gli investimenti siano l’elemento fondamentale per vincere questa sfida è confermato dai dati di AlixPartners sulla Cina. Quest’anno il Paese del Dragone sarà il primo esportatore al mondo di auto, dopo aver investito 57 miliardi di dollari cumulati in 6 anni tra incentivi, sovvenzioni e aiuti all’industria per lo sviluppo delle auto elettriche, cifra che ha visto una forte crescita soprattutto dal 2020. Nella loro regione i Costruttori locali quest’anno avranno una quota di mercato superiore al 50%. In Europa la quota dei Costruttori cinesi nativi passerà dal 4% del 2022 al 6-8% del 2026. In Italia i numeri sono ancora inferiori ma in forte crescita e si è arrivati al 3,4% di maggio quando alla fine dell’anno scorso era del 2,3%. La reputazione e la mancanza di una rete distributiva nello Stivale sono due vincoli all’ulteriore aumento della quota di mercato dei Costruttori cinesi ma non è difficile immaginare che, di questo passo, l’avanzata possa essere davvero inarrestabile.
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