Audi VS Lancia, l'impresa di Cesare Fiorio va in scena sul grande schermo

Audi VS Lancia, l'impresa di Cesare Fiorio va in scena sul grande schermo© Medusa Film

La storia del Mondiale Rally 1983, che vide contrapposti i team Audi e Lancia con quattro e la 037, rivive nel film intepretato da Riccardo Scamarcio e diretto da Stefano Mordini

di Redazione

12.03.2024 ( Aggiornata il 12.03.2024 18:39 )

Lancia vs Audi, due ruote motrici contro quattro, genialità italiana contrapposta alla tecnologia tedesca. Nel 1983 il team Lancia gestito da Cesare Fiorio andò all'attacco della corazzata Audi, apparentemente imbattibile con la quattro a trazione integrale, con una vettura apparentemente inferiore e soprattutto dotata della sola trazione posteriore, la 037. Una storia sportiva che all'epoca lasciò col fiato sospeso milioni di appassionati e che oggi è raccontata in “Race for glory – Audi VS Lancia”, film in sala dal 14 marzo 2024 diretto da Stefano Mordini con protagonista Riccardo Scamarcio nei panni del carismatico direttore sportivo della Lancia.

Audi VS Lancia, l'età dell'oro del Mondiale Rally

All'inizio degli anni '80, il Mondiale Rally godeva di uno dei suoi momenti di maggior popolarità, e coinvolgeva grandi Costruttori come Opel, Nissan, Renault, Subaru e altri ancora, oltre ovviamente alle già citate Lancia e Audi. Proprio la Casa tedesca, nel 1981, portò al debutto una vettura destinata a entrare nella storia dell'automobilismo, l'Audi quattro. Dotata di un potente motore a 5 cilindri, aveva tra le sue armi la trazione integrale, soluzione mai adottata prima d'ora su un'auto europea di grande produzione e capace di rendere imbattibile – o quasi – la coupé di Ingolstadt.

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"Quattro" è una denominazione che per la casa di Ingolstadt ha sempre significato trazione integrale. Una tecnologia che ha debuttato nella produzione di serie nel 1980, ben 42 anni fa. Da allora sono state vendute oltre 12milioni di vetture con il sistema quattro e oggi sono disponibili a listino ben 130 versioni di modelli “classificati” come quattro

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E se l'Audi quattro può essere considerata il Golia di quella stagione del Mondiale Rally, il ruolo di Davide è indubbiamente della sua antagonista, la Lancia 037. Sviluppata dal Gruppo Fiat per raccogliere l'eredità di modelli vincenti come la Lancia Stratos e la Fiat 131 Abarth Rally, la 037 non poteva ancora disporre della trazione integrale, partendo così estremamente svantaggiata rispetto all'Audi. Così Fiorio e i suoi puntarono sui punti forti del progetto, ovvero il peso ridotto e la grande maneggevolezza, che rendevano la 037 competitiva sull'asfalto.

Entrambe le compagini poteva poi contare su piloti destinati a entrare nel mito: la Lancia di Cesare Fiorio poteva contare su Walter Röhrl, Markku Alén, Henri Toivonen, Attilio Bettega e Adartico Vudafieri, mentre la squadra Audi gestita da Roland Gumpert aveva dalla sua Hannu Mikkola, Michèle Mouton e Stig Blomqvist. Nomi ancora ben noti, a oltre quarant'anni di distanza, a tutti gli appassionati di rally.

Da questi presupposti partì la sfida per il Mondiale 1983, raccontata in “Race for glory – Audi VS Lancia”. Oltre al già citato Scamarcio nel ruolo di Cesare Fiorio, il cast vede protagonisti Volker Bruch nei panni di Walter Röhrl, l'attore ed ex pilota Gianmaria Martini in quelli Hannu Mikkola, mentre Daniel Brühl (il Niki Lauda di “Rush” di Ron Howard) interpreta il capo di Audi Roland Gumpert. Katie Clarkson-Hill veste i panni della dottoressa Jane McCoy, mentre Giorgio Montanini è il capo meccanico Ennio. Tra i camei, da segnalare la presenza di Lapo Elkann nei panni del nonno, l'Avvocato Gianni Agnelli, mentre lo stesso Cesare Fiorio si è prestato come comparsa in una delle scene all'interno del Casinò di Monte-Carlo.

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Le parole di Cesare Fiorio

Il film è stato coprodotto dallo stesso Scamarcio, che per la realizzazione del progetto ha ampiamente consultato anche lo stesso Cesare Fiorio. Devo dire che è stata una grande emozione – ha ammesso l'ex direttore sportivo Lancia – tra le nostre tante vittorie, quella dell'83 è stata particolarmente significativa. Era arrivata l'Audi con le quattro ruote motrici e con quella vincevano dappertutto. Noi avevamo l'esperienza della Stratos e abbiamo costruito una vettura molto leggera, la 037, con la quale abbiamo conseguito l'ultima vittoria di un'auto a due ruote motrici contro una a quattro” ha detto Fiorio, aggiungendo chepoi anche noi abbiamo acquisito quella tecnologia… e dopo non ce n'è stata più per nessuno!”.

Pochi anni più tardi, infatti, Lancia realizzò la Delta Integrale che fece incetta di Titoli e vittorie dal 1988 al '92.

“Io non ero appassionato di Rally, anche se ricordavo le Lancia S4 e Delta Integrale che vedevo da bambino – ha ammesso Riccardo Scamarcio – Poi ho visto i video del Campionato '83 e ho trovato un aspetto che mi interessava molto, quello dell'uomo che con umanità, passione e un briciolo di follia e astuzia ha messo in crisi l'arroganza della tecnologia e del denaro ha spiegato l'attore.

Il regista Stefano Mordini ha invece posto l'accento sulla difficoltà di rendere coinvolgente un film su una disciplina come il Rally, che non prevede duelli corpo a corpo e sorpassi come in pista, in cui si corre non contro l'altro ma contro il tempo. “Ci siamo posti il problema sin dall'inizio – ha spiegato – volevamo dare l'idea della velocità, di come il pilota interpreta la vettura e di come la vettura risponde dando idea di verosimiglianza. Ci siamo detti più volte che questo è un film sulla natura: i rally subiscono il tempo che cambia, il terreno ha detto Mordini. Sottolineando di come in questa pellicola non siano stati utilizzati particolari effetti speciali: le auto e le location sono autentiche, e gli attori si sono realmente messi al volante delle vetture.

Natura e meccanica, passione e rigore, rischio e velocità. “Race for glory – Audi VS Lancia” mette in scena una storia che dopo oltre quarant'anni continua ad appassionare, raccontando un mondo che non esiste più, nel bene e nel male. Le potentissime e velocissime vetture Gruppo B uscirono di scena pochi anni dopo per la loro eccessiva pericolosità, e le tecnologie sempre sofisticate e i regolamenti più stringenti resero le astuzie del team Lancia e di Cesare Fiorio impossibili da replicare. La passione e la determinazione di chi corre nei Rally, insieme all'amore per la velocità e al coraggio dei piloti, continuano a rimanere immutate. Perché, per citare Scamarcio/Fiorio in una delle scene del film, “la morte ha paura di tutti quelli che la inseguono”.

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