Bollo auto, in Lombardia esenzione per le ventennali: ecco come ottenerla

Tutte le vetture che hanno dai 20 ai 29 anni di vita potranno essere certificate dal RIVS. Ecco la procedura da seguire

Bollo auto, in Lombardia esenzione per le ventennali: ecco come ottenerla

Pubblicato il 23 maggio 2024, 17:03

Dopo la Valle d'Aosta e l'Abruzzo, adesso è il turno della Lombardia. La Regione ha infatti riconosciuto il Registro Italiano Veicoli Storici – il così chiamato RIVS – che d'ora in poi certificherà le vetture (auto e moto) che hanno dai 20 ai 29 anni di vita come storiche, affinché siano esenti completamente dal bollo. Una notizia che solleverà gli umori dei loro possessori, ma che deve seguire tutto un iter specifico al fino di essere esclusi dal pagamento.

La procedura per l'esenzione del bollo

Per essere registrati nel RIVS bisogna intanto possederne i requisiti e da questo non si transige. In primis, il veicolo deve ottenere il CSS, un certificato che può essere richiesto tramite una procedura specifica che si può trovare sul sito del Registro Italiano Veicoli Storici. Dopodiché, al termine del suo completamento, sarà lo stesso Registro a mandare dei documenti da compilare e firmare, fra questi il il DAS, “Domanda di Ammissione a Socio”, il Modulo della regione Lombardia e il CSS, “Certificato Speciale di Storicità” per tutti i mezzi per i quali si chiede l’esenzione. Inviata la documentazione necessaria, l'ente si premurerà di informare il possessore dell'auto se ha ottenuto o meno l'esenzione, tramite PEC ed entro 60 giorni.

Il presidente RIVS, Rossano Nicoletto, per l'occasione ha detto che “per la modifica di legge che ha permesso il raggiungimento di questo storico risultato, ringraziamo il primo firmatario dell’emendamento, il capogruppo della Lega in Regione Lombardia, Alessandro Corbetta, che ha accolto così le richieste di moltissimi club, tra cui quelli affiliati RIVS, presenti nella Regione. Questa decisione ha finalmente favorito gli appassionati lombardi dando loro una ulteriore alternativa ai soliti 5 registri riconosciuti dal Comma 4 art. 60 del Codice della Strada e, in particolare, al classico monopolio di fatto. Stiamo parlando dell’ente nazionale che annovera tra i propri soci il 90% degli utenti che usufruiscono di tali agevolazioni. Crediamo che finalmente siano maturi i tempi per far sì che il Ministero dei Trasporti vada nella direzione di garantire un maggior pluralismo nel settore del motorismo storico anche a livello nazionale”.

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