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L'addio del Salone di Ginevra e i nuovi scenari dell'auto in Europa

La cancellazione del Salone di Ginevra 2025 è la punta dell'iceberg di un nuovo scenario europeo dove i Costruttori cinesi sono sempre più presenti: il punto nella rubrica Auto Speed Date con il Direttore di Auto, Andrea Brambilla

Andrea BrambillaAndrea Brambilla

3 giu 2024 (Aggiornato alle 16:25)

Il Salone dell’auto di Ginevra non si svolgerà nel 2025, e con ogni probabilità la rassegna, che per molti operatori del settore era l’unica che in Europa non avrebbe avuto problemi, ha invece dovuto alzare bandiera bianca definitivamente.

Ora si punta sui Saloni di Monaco e Parigi che ad anni alterni saranno le uniche manifestazioni fieristiche dell’auto in Europa.

Salone di Ginevra, questa volta è un addio

Le cause dello stop di Ginevra

Il problema dell’annullamento definitivo del Salone di Ginevra, secondo il mio punto di vista, è legato a due fattori negativi, uno del 2020 e il secondo dell’edizione di quest’anno.

Nel 2020 gli avidi organizzatori hanno cercato di non ammettere fino all’ultimo che la pandemia era in corso e che non si poteva, come poi è accaduto, svolgere una manifestazione come quella di un Salone dell’auto. Quest’anno gli organizzatori, per la verità dei nuovi soggetti, non hanno saputo creare un Salone diverso da quello che si svolgeva in passato con il risultato che ad esporre erano presenti solo quattro Case auto.

Se escludiamo i Saloni di Pechino, Shanghai e Tokyo la pandemia ha cambiato molto gli scenari e la necessità di eventi faraonici e costosi per le Case auto come accadeva in passato. Oggi i Gruppi dell’automotive preferiscono spendere i soldi, quelli che hanno, in modo diverso per promuovere i loro modelli. Forse i Saloni dell’auto in Europa servirebbero di più ai Costruttori cinesi per farsi conoscere nel nostro mercato, ma anche loro hanno mentalità e strategie diverse o probabilmente più budget da spendere in comunicazione rispetto alla Case tradizionali.

Costruttori auto cinesi sempre più presenti in Europa

Ad esempio lo sponsor dei prossimi europei di calcio che iniziano il 14 giugno è BYD che ha scalzato a suon di euro, scusate di yuan, Case europee o coreane che prima si contendevano questa visibilità. Le Case auto tradizionali comunque in questo periodo sono sempre più sotto pressione e il Parlamento Europeo, nonostante siamo nella settimana delle elezioni, dovrebbe decidere se imporre i dazi alle vetture cinesi vendute in Europa come stanno dichiarando anche gli USA.

Ma il governo di Pechino certamente non accetterebbe passivamente questi dazi, e si prepara ad una risposta di pari livello ponendo dazi del 20% alle auto di lusso europee. Vediamo alla fine di questa settimana come cambierà lo scenario del nostro Parlamento Europeo e, a seconda di quale maggioranza si formerà, quali strade verranno intraprese per l’auto, rispetto alle auto cinesi ma anche sulla transizione della mobilità.

Auto cinesi prodotte in Italia, Urso: la componentistica dev'essere italiana

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