Il 60% degli incentivi è andato ad acquisti di privati, per il 40% del totale a fronte di rottamazione di un'auto. Alle società il 38% degli acquisti incentivati. Dal ministero escludono anomalie significative
06.06.2024 ( Aggiornata il 06.06.2024 12:14 )
La rapidità con la quale sono andati esauriti i fondi degli incentivi stanziati per l'acquisto di auto elettriche ha stupito. Meno di mezza giornata, all'apertura il 3 giugno della piattaforma del Mise, per svuotare i 240 milioni di euro previsti dal DPCM istitutivo degli incentivi 2024.
Paradossalmente, una situazione capovolta rispetto all'ordinario andamento visto nelle ultime due campagne di ecobonus, nelle quali le auto mild e full hybrid (terza fascia di incentivo) erano state le più gettonate dagli automobilisti. Le elettriche? Dopo un anno, fondi residui per 170 milioni di euro. Quasi la totalità dello stanziamento.
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Dal Mimit, ministero delle Imprese e del made in Italy, si sottolinea come "non sono emerse anomalie significative" nelle prenotazioni. "Il 62% delle prenotazioni è stato effettuato da persone fisiche tramite concessionario auto, il 38% da persone giuridiche, tra cui le società di noleggio a lungo termine. Valori pienamente in linea con le dinamiche del mercato".
La corsa all'elettrico si è avvantaggiata da una serie di fattori, primo fra tutti l'ingente beneficio finanziario proposto agli automobilisti. Mediamente, oltre 11 mila euro di bonus se consideriamo le varie opzioni previste dal DPCM, a fronte di rottamazione di un'auto Euro 0, 1, 2, 3 o 4, compreso l'extra incentivo per le persone fisiche con Isee inferiore a 30 mila euro.
E il 40% delle prenotazioni è avvenuto a fronte di rottamazione. Resta una fetta importante, il 60%, evidentemente prenotata o da privati senza l'apporto di un veicolo da rottamare (scenario da 6.000 euro di incentivo o 7.500 euro per Isee inferiore a 30 mila euro) o da società.
Sulle anomalie, dal ministero diretto da Adolfo Urso si rende noto che "si attestano intorno al 5%, dato fisiologico e in linea rispetto al passato, su cui il Mimit, conclusi i controlli, procederà ove opportuno con le dovute procedure di contestazione".
La platea di beneficiari degli incentivi per auto elettriche (M1) comprendeva sia persone fisiche che giuridiche.
Di certo, una parte dell'accelerazione avuta sull'esaurimento del bonus è frutto dei 4 mesi trascorsi tra l'annuncio di una campagna di ricchi incentivi sulle elettriche e la loro effettiva disponibilità.
Tra gennaio e maggio, dati Unrae, le immatricolazioni di auto nella fascia 0-20 g/km sono state di 26.232 esemplari, in diminuzione dell'8% sullo stesso periodo dell'anno precedente. La frenata consistente all'acquisto si è avuta tra clienti privati (11.489 immatricolazioni) per un calo del 17%. Forte rallentamento del fenomeno delle autoimmatricolazioni (-25% a 2.841 esemplari), come del noleggio a breve termine (-44%, 488 auto appena tra 0 e 20 g/km). Il noleggio a lungo termine ha segnato +20% nel medesimo periodo.
Altro fattore per nulla trascurabile, da una prospettiva all'acquisto del cliente privato, è la presenza di un maggior numero di modelli a prezzi "accessibili" con l'ecobonus. Sia di auto ordinabili ma in consegna nei prossimi mesi che di modelli già sul mercato. Basti pensare alla corsa prodotta dai costruttori a ritoccare all'ingiù i listini delle proprie elettriche, per rientrare nel perimetro di applicazione degli ecoincentivi (42.700 euro i.i.).
Con il bonus medio di 11mila euro a fronte di rottamazione, ecco che un'elettrica da città dal listino di 30 mila euro ha trovato una sua convenienza e interesse per il cliente che un anno fa non erano i medesimi. Valutazione amplificata per le piccole elettriche tra i 20 e 30mila euro.
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