Finito l'effetto degli incentivi, le BEV tornano ai livelli dell'anno scorso. Rallentano anche le PHEV
01.08.2024 ( Aggiornata il 01.08.2024 20:33 )
Nel mese di luglio, le immatricolazioni auto crescono, ma l’inerzia positiva dei mesi precedenti inizia a spegnersi. I numeri di vendita, infatti, dicono che sono state registrate 124.806 nuove auto, il 4,7% in più delle 119.247 immatricolate nello stesso periodo dell’anno scorso. Il totale dei primi sette mesi del 2024 segna 1.011.259 unità nuove, segnando una crescita del 5,2% sullo stesso periodo 2023. Non ha più molto senso fare un raffronto con il periodo pre-covid, con mercato e prezzi completamente diversi, ma per dare una fotografia più a fuoco di come sono cambiati i tempi in poco più di 5 anni, nello stesso periodo del 2019, si erano vendute il 18,2% di veicoli in più.
Dunque, dopo la prima fiammata l’effetto incentivi si sta affievolendo. Le BEV, infatti, complice l’immediato esaurimento dei fondi statali, dopo aver raggiunto l’8,3% del mercato a giugno, nel mese di luglio hanno visto una significativa contrazione, con il ritorno su una quota stagnante del 3,4%, in linea con l’anno precedente.
Le auto plug-in hybrid (PHEV), seppur in leggero recupero sul mese precedente, si fermano al 3,9% di quota: nel complesso le ECV rappresentano solo il 7,3% del mercato.
Ricordando che nei fondi a disposizione per incentivare l’acquisto di auto nuove, come indicato sul sito ecobonus.mise.gov.it, ci sono ancora 88 milioni di euro per le PHEV e 113 milioni per vetture della fascia 61-135, a fronte di una crescita in contrazione dopo circa due mesi, viene da chiedersi se il meccanismo cos? impostato sia realmente efficace.
Inoltre lo scenario economico attuale, caratterizzato da un previsto rallentamento dei consumi delle famiglie nella seconda metà del 2024, porta a una revisione leggermente al ribasso delle stime per l’intero anno, pur con un andamento delle immatricolazioni di autovetture degli ultimi mesi in linea con le attese. Per il 2024 l’UNRAE prevede 1.620.000 auto immatricolate, in crescita del 3,4%, ma ancora -15% rispetto all’anno 2019.
In vista del Tavolo Automotive convocato dal MIMIT per il prossimo 7 agosto l’UNRAE, in rappresentanza dei Costruttori esteri, ribadisce le richieste - in tema di incentivazione alla domanda - necessarie a sostenere il percorso di transizione energetica:
“Abbiamo le idee chiare e siamo pronti a confrontarci in modo costruttivo con il MIMIT - afferma il Presidente dell’UNRAE, Michele Crisci- portando proposte puntuali per garantire al nostro Paese un percorso strategico e strutturato di transizione. Serve chiarezza e stabilità per consentire ai Costruttori di programmare gli investimenti e ai consumatori di prendere le loro decisioni di acquisto”.
“Data l’insufficienza evidente dello stanziamento per la fascia 0-20 g/Km, come prima cosa ci aspettiamo che i 240 milioni di fondi residui già stanziati per gli incentivi, possano prontamente essere resi disponibili dal Governo. Inoltre – continua Crisci – chiediamo che vengano recuperati i 250 milioni di euro previsti per il 2025 e ad oggi prelevati dal DL Coesione”.
Un fattore fondamentale e abilitante per la transizione energetica, come UNRAE ripete da anni, è la revisione del trattamento fiscale delle auto aziendali, con particolare riferimento alla detraibilità dell’IVA e alla deducibilità dei costi, da parametrare alle emissioni di CO2, oltre alla riduzione del periodo di ammortamento a 3 anni, percorso potenzialmente realizzabile attraverso i decreti attuativi della Delega Fiscale, ma che UNRAE riproporrà anche al Tavolo Automotive.
“Un intervento in tal senso – conclude il Presidente Crisci – consentirebbe di rilanciare la competitività delle nostre imprese e di accelerare il rinnovo del parco circolante, contribuendo significativamente alla sicurezza stradale e alla sostenibilità ambientale, grazie al più rapido ricambio dei veicoli aziendali”.
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