nato a Reggio Calabria, si è spento all'età di 96 anni dopo una lunghissima carriera nella Casa del Biscione
di Redazione
14.08.2024 12:50
Quella dell'Alfa Romeo è una storia lunghissima, fatta di uomini che spesso sono rimasti dietro le quinte contribuendo ad alimentare il mito del Biscione. Figure come Filippo Surace, calabrese classe 1928, scomparso pochi giorni fa all'età di 96 anni. Nella sua carriera da ingegnere ha lavorato per tre decenni in Alfa Romeo, diventando il “padre” di alcuni modelli iconici come la 33, la 75 e la 90, oltre che dei motori Diesel della Casa di Arese degli anni '70 e '80. Una carriera che poi andò anche oltre l'Alfa, con la direzione tecnica della Piaggio, e non solo.
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Dall'Alfa Romeo alla Piaggio e alla... NASA
Laureato in ingegneria al Politecnico di Torino, Surace entrò in Alfa Romeo nel 1956 in qualità di tecnico sperimentatore specializzato nello sviluppo dei motori a benzina di nuova concezione, come raccontato da Elvira Ruocco, responsabile degli archivi del Biscione, al sito alfasport.net. Nel 1974, dopo la scomparsa dell'ingegner Orazio Satta Puliga, Surace entrò a far parte del comitato tecnico del Biscione di cui facevano parte, tra gli altri, Busso, Chirico, Luraghi e Chiti.
Nel '76 Surace diventò poi Direttore Centrale responsabile del settore Progettazione ed Esperienze dell'Alfa, diventando di fatto il “padre” dei modelli 33, 90 e 75, oltre che dei motori Diesel della Casa di Arese dell'epoca. L'ingegnere calabrese mantenne il suo ruolo fino al settembre del 1985, quando lasciò il Biscione a causa di dissapori con la dirigenza, andando così a concludere la sua carriera professionale alla Piaggio, come direttore tecnico, fino alla pensione nel 1988.
Figura creativa e poliedrica, nella sua lunga carriera Filippo Surace vantava anche una collaborazione con la NASA e con il premio Nobel Natta.
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