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Uber riceve una multa da 290 milioni di euro: ecco perché
La Dpa, l'autorità olandese per la protezioni dei dati, ha sanzionato il colosso del trasporto privato per aver trasferito informazioni sensibili in maniera scorretta

27 ago 2024
La Dpa, ovvero l'autorità olandese per la protezioni dei dati, ha sanzionato Uber con una multa da 290 milioni di euro per aver trasferito dati sensibili dei suoi driver europei negli Stati Uniti. Questo senza rispettare gli standard di protezione richiesti in Europa. Secondo quanto riportato da Bloomberg, sarebbe la sanzione più alta mai ricevuta da Uber in tutto il mondo (e anche la più alta emessa dalla Dpa).
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Cosa ha fatto Uber
Andando più nel dettaglio dell’accusa, la Dpa dichiara che Uber avrebbe raccolto informazioni sui suoi driver (da quelli relativi alle licenze taxi alla posizione, ma in alcuni casi si tratterebbe anche di dati di natura medica e penale) trasferendoli al suo quartier generale negli Usa senza però avvalersi di strumenti in grado di tutelare adeguatamente la privacy, rendendoli così "insufficientemente protetti".
La risposta del colosso che fornisce servizio di trasporto automobilistico privato non si è fatta attendere, definendo questa multa "completamente ingiustificata". Da Uber, infatti, sostengono che il processo di trasferimento dei dati si stato rispettoso delle regole europee, per questo motivo comunicano che la sanzione verrà impugnata.
Non è la prima volta che Uber viene multata dalla Dpa. Questo è il terzo caso: la prima volta Uber non avrebbe fornito sufficiente trasparenza sul periodo di conservazione dei dati dei driver europei e sui Paesi extraeuropei in cui venivano trasferiti, la seconda non avrebbe segnalato in tempo una violazione dei dati.
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