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La confusione regna sovrana nel settore automotive

Un settore in crisi con dei manager che non riescono a dilogare tra di loro e con un'Europa fortemente arroccata sulle sue decisioni e troppo legata ai propri giochi politici

Andrea BrambillaAndrea Brambilla

16 ott 2024 (Aggiornato il 17 ott 2024 alle 09:48)

La confusione regna sovrana nel settore automotive. Un comparto che per anni è passato quasi indenne nelle crisi, oggi sta affrontando un momento veramente complesso e i maggiori player europei, quelli delle Case auto, che hanno passato i cento anni, a dispetto dei brand cinesi, che fanno fatica ad essere maggiorenni, non hanno una visione comune su come affrontare e superare questo momento.

Certo la transizione verso l’elettrico in Europa è una sfida imposta dai politici ma mai come in questo momento parlando con gli amministratori delegati dei principali Gruppi automotive si hanno visioni diverse, a tutto svantaggio di un piano comune per superare la situazione. Dazi, incentivi, costi di produzione, multe e chi più ne ha più ne metta ma ognuno ha le sue idee. Luca de Meo, Presidente anche di ACEA, l’associazione europea che raggruppa le Case auto, ha cercato di dare delle linee comuni ma non c’è riuscito. Chi chiede incentivi per vendere le auto BEV, Tavares (Stellantis), chi invece dice che sono sbagliati, Zipse (BMW). Chi chiede di rivedere i nuovi limiti di emissioni del 2025, De Meo (Renault), mentre altri sono disposti a pagare le multe. Chi dice che i dazi sono inutili, mentre altri che la crescita dei costruttori cinesi è pericolosa.

Al summit che si è tenuto a Parigi con i tre big CEO l’unico punto comune è stato che tutti i gruppi proseguiranno a produrre auto elettriche e che questo sarà il futuro, visto anche i modelli che sono stati preesentati al Salone di Parigi, dove su 10 novità ben 9 sono BEV. Un futuro elettrico che però gli utenti non vogliono visto che le BEV continuano a regredire nel mercato italiano ed europeo. Ma la verità è che non si vendono più auto, con un calo a settembre di 10,7% del mercato rispetto all’anno scorso, con le BEV ferme dopo nove mesi al solo al 4%. In pratica una rivolta silenziosa verso le Case auto che in soli 4 anni hanno aumentato il costo delle vetture endotermiche anche del 20%. Una scelta che adesso si sta rivoltando contro e non c’è una linea comune contrariamente a come stanno agendo le Case auto cinesi.

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