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L’Italia non è la sola ad affrontare la crisi dell’automotive in Europa

I numeri del mercato europeo sono chiari: tutti i paesi soffrono tranne Spagna e Regno Unito. E intanto il nuovo Parlamento Europeo non prende una posizione precisa

Andrea BrambillaAndrea Brambilla

23 ott 2024 (Aggiornato il 24 ott 2024 alle 10:43)

L’Italia non è sola in questa crisi dell’automotive. Anche il mercato europeo a settembre segna un calo di vendite del 4,2%, prosegue quindi il triste trend negativo che abbiamo visto già negli ultimi mesi (agosto -16,5%) e che in Italia, sempre a settembre, è stato del -10,7%. Andando a guardare i numeri dei principali mercati, quelli che hanno un reale volume di vendita di vetture, ci rendiamo conto che a settembre solo Spagna ha un segno positivo vero (6,3%) mentre Regno Unito ha un +1,0%. Gli altri principali Paesi sono tutti negativi (Germania -7%, Francia -11,1%). L’auto elettrica da gennaio ad oggi in Europa resta ferma al 14,7% del mercato (Francia 20,3%, Germania 16,5%, Regno Unito 20,5%, Spagna 5,1% e Italia 4%) a conferma che non c’è una seria politica europea per la transizione della mobilità. E i cittadini europei ora acquistano, quelli che lo fanno, auto ibride che superano il 36% del mercato. Le richieste delle Case l’Europa auto non sono allineate, l’arrivo delle multe imposte dall’UE farà lievitare ancora i prezzi delle vetture che già negli ultimi anni è salito del 20% e il mercato rischia quindi di continuare a registrare numeri sempre più negativi. Da gennaio ad oggi il mercato europeo dell’auto, allargato anche a Regno Unito, conta 9.779.605 vetture vendute, con un +1% rispetto allo scorso anno. Smettiamo anche di guardare ai Paesi del Nord Europa come modello per il futuro della mobilità. Prendere come esempio Svezia, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Islanda e Paesi Bassi non ha senso. La somma delle vendite di questi paesi a settembre è stata di 90.675 vetture, nella sola Italia 121.725.

La situazione è quindi difficile e il nuovo Parlamento Europeo approfitta di questa situazione di poca chiarezza delle richieste delle Case auto per non fare nulla e non prendere decisioni perché Ursula von der Leyen è sempre più ostaggio di ricatti degli estremisti green e una maggioranza precaria. In Italia l’auto non compare nei piani della difficile manovra economica per la Legge di Bilancio 2025 attualmente in discussione. Nelle recenti dichiarazioni dei vertici dell’Esecutivo il settore automotive, nonostante la recente audizione del CEO di Stellantis e di alcune esternazioni, più a scopo di propaganda politica che concrete, non è stata presa in considerazione. La speranza che il nostro Governo intervenga su un piano pluriennale per supportare concretamente il percorso di transizione della mobilità è quindi un’ipotesi molto remota.

 

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