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BYD, i dazi penalizzano gli automobilisti europei

Stella Li parla dell'espansione del marchio in Europa, la produzione ungherese e turca, oltre a un consumatore europeo "da conquistare" e "conservatore". I dazi sono una misura da fronteggiare nel breve termine

Fabiano PolimeniFabiano Polimeni

25 ott 2024

Sull'offerta di prodotto procede spedita, con le ultime novità annunciate al Salone di Parigi e in arrivo prossimamente in Europa. E' sullo sviluppo della rete di vendita e dei service che Byd continuerà a lavorare a fondo nel 2025. Perché c'è un automobilista europeo da conquistare, un "conservatore" visto con gli occhi di Stella Li, vicepresidente esecutiva Byd.

L'imposizione dei dazi definitivi da parte dell'Europa è considerato un effetto da gestire nel breve periodo, perché l'ampliamento del marchio in Europa passerà molto presto a produrre direttamente nel Continente, superando le barriere strutturate a Bruxelles.

Dazi, un "affare" di breve termine

"Byd è una compagnia di ingegneria e tecnologia e vogliamo essere una realtà globale. (...) Continueremo a lavorare sodo per diventare una realtà ancor più globale, il che vuol dire localizzare la produzione in Europa. I dazi sono una sfida sul breve termine", spiega Li, intervistata da Automotive News Europe.

In Ungheria si partirà a fine 2025, potrebbe essere la Sealion 7 (foto d'apertura) uno dei primi modelli a essere assemblato in loco, sebbene manchi ogni indicazione ufficiale in merito. Saranno soprattutto i modelli elettrici a essere prodotti nel paese magiaro. Poi, a inizio 2026 toccherà alla Turchia. Altri siti produttivi potrebbero seguire, molto dipenderà dalle condizioni del mercato e la sua evoluzione, sottolinea la vicepresidente esecutiva.

Ma è il tema dei dazi a tenere, ovviamente, banco. La Commissione europea si pronuncerà entro fine ottobre con il provvedimento definitivo, dopo il nulla osta ottenuto nelle scorse settimane dagli Stati membri.

Bruxelles penalizza i consumatori europei

Dazi che penalizzeranno la competitività del mercato delle elettriche. "Alla fine sarà il consumatore che coprirà i costi aggiuntivi dovuti ai dazi. Per questo non sono una misura giusta verso i consumatori europei. Limita il loro accesso ad auto elettriche ad alte prestazioni. Peccato", la visione di Stella Li.

Byd dovrà svelare le mosse successive, ovvero, decidere la misura di un incremento dei prezzi di listino, per compensare il 17% di imposizione tariffaria, più il 10% di default sulla produzione di auto extra Europa. Secondo molti analisti, a osservare la crescita Byd nei mesi scorsi, il costruttore ha i margini operativi necessari ad assorbire l'incremento di prezzo dovuto ai dazi. Altri costruttori, nell'immediato, hanno confermato l'invariabilità dei listini. Visioni sul brevissimo periodo.

"Sicuramente il consumatore europeo è più conservatore, l'ingresso in Europa è stato più complicato del previsto. In aggiunta, siamo entrati su un mercato dove c'è molta confusione sul fatto che debba esserci o meno un passaggio verso l'elettrico o un ritorno alle auto termiche", prosegue Li.

"È un mercato sfidante, c'è molta confusione ma noi abbiamo molta esperienza. Una volta saliti sulle nostre auto, i clienti se ne innamorano subito. Per tutta la tecnologia presente, per l'esperienza di guida e le prestazioni. Adesso, la questione è far crescere la loro fiducia".

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