Al Consiglio competitività è stato presentato il documento avanzato da Italia, Repubblica Ceca e sostenuto da altri 5 Paesi membri. Serve una nuova strategia industriale e obiettivi di decarbonizzazione sostenibili
29.11.2024 ( Aggiornata il 29.11.2024 15:41 )
Tra gli impegni assunti dalla Commissione von der Leyen-2, vi è la nomina di funzionari chiamati a trasformare le raccomandazioni del "report Draghi" in proposte e potenzialmente atti legislativi.
Un report sulla competitività dell'Unione, pressata su più fronti e con l'industria dell'auto in grave crisi per scelte politiche, votate dalla stessa Europa, in vista del 2035. Scelte che si prova a correggere sotto la spinta della realtà. Del mercato, della produzione industriale, degli effetti sociali: leggi, chiusure di impianti produttivi e licenziamenti.
Dal Consiglio competitività del 28 novembre, composto dai ministri competenti per materia (commercio, economia, industria, ricerca, innovazione), la proposta italiana, supportata dalla Repubblica Ceca, per l'automotive ha trovato il consenso tra i 27 di Austria, Slovacchia, Bulgaria, Romania, Polonia.
Inoltre, per le proposte italiane, sono arrivate le "adesioni di Confindustria, Bdi e Medef - le associazioni imprenditoriali di Italia, Germania e Francia -, che hanno sottoscritto un documento nel sesto forum trilaterale che si è svolto a Parigi venerdì scorso. Anche Confapi, insieme alle maggiori associazioni europee delle Pmi industriali (Germania, Francia, Austria, Repubblica Ceca) che fanno parte di European Entrepreneurs Cea-Pme, la Confederazione europea della Piccola e media industria, ha sottoscritto un documento di supporto per la proposta italiana", recita una nota del Ministero delle Imprese e Made in Italy.
"Siamo particolarmente soddisfatti dell’ampia convergenza di posizioni espressa dai Paesi UE sul nostro non-paper, relativo al settore automotive europeo. Una proposta che, di fatto, si colloca oggi al centro dell’agenda della Commissione Europea", ha commentato il ministro Urso. "Come sottolineato oggi dalla vicepresidente Margrethe Vestager, la presidente Ursula von der Leyen ha confermato il suo impegno diretto su questo dossier. Questo rafforza l’importanza strategica del tema, cruciale per l’industria e l’occupazione in Europa, e ci rassicura sul fatto che sarà una delle priorità chiave nei primi 100 giorni della nuova Commissione”.
Il documento sulle politiche europee sull'automotive, sottolinea la necessità di "dare vita a un forum tra il settore automobilistico, la Commissione europea e gli Stati membri per discutere la strategia industriale dell'UE". Segnatamente, se l'obiettivo delle emissioni zero nel 2035 non è formalmente messo in discussione, sono le modalità, le aperture tecnologiche e le metodologie di calcolo in materia di emissioni di CO2 che vanno ricalibrate.
Nel documento avanzato dai 7 Paesi si chiede una strategia industriale con risorse da destinare a un piano di incentivi nei confronti dei consumatori come dell'industria della componentistica. Risorse per recuperare la competitività globale dell'industria dell'auto europea.
Un punto che, se l'elettrico resta centrale nella strategia del Fit fot 55, non può prescindere dal nodo delle materie prime necessarie a creare le celle per le batterie.
Il documento proposto dall'Italia chiede una transizione alle emissioni zero che sia sostenibile. Un punto nuovo della visione sull'automotive europeo tocca l'anticipo al 2025 non solo delle valutazioni sull'andamento della domanda di auto elettriche e il taglio delle emissioni di CO2, previsto nel 2026. Ma anche l'analisi anticipata degli obiettivi previsti per i mezzi pesanti, fissati a un riesame nel 2027 e sul quale si chiede un anticipo al 2025.
Non solo elettrico o idrogeno, verso il Fit for 55 e il 2035 dell'iniziale messa al bando delle auto termiche. "Chiediamo l'adozione del principio della neutralità tecnologica, che riconoscerebbe un più ampio insieme di soluzioni di veicoli puliti, oltre quelli elettrici a batteria e idrogeno. Che comprenda motori a combustione interna alimentati in modo sostenibile, che dovrebbero essere presi in considerazione attraverso il corretto utilizzo di carburanti alternativi", si legge nel documento discusso in Consiglio competitività.
e-fuels, com'è noto. Ed è noto non siano sufficienti all'intero parco auto circolante. Ma c'è, soprattutto, un nodo cruciale: "Per assicurare un contributo rapido e tangibile al processo di decarbonizzazione, un approccio alternativo di calcolo andrebbe implementato, preparando la strada per altre tecnologie affinche contribuiscano a raggiungere gli obiettivi sulle emissioni di CO2. Il sistema non deve discriminare diverse tipologie e pesi di veicoli e deve prendere in considerazione tutti gli sforzi individuali dei costruttori per ridurre le emissioni di CO2".
In sintesi: si alle emissioni zero nel 2035 ma con criteri di calcolo differenti. Non solo delle emissioni di CO2 allo scarico. E' prevedibile un calcolo allargato al ciclo vitale dei veicoli, che guardi anche alle fasi di estrazione delle materie prime e smaltimento a fine ciclo?
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