Crisi dell'auto, Acea all'Europa: idee chiare e rivedere gli obiettivi

Crisi dell'auto, Acea all'Europa: idee chiare e rivedere gli obiettivi

Il presidente dell'asso-costruttori europei si rivolge al legislatore europeo toccando tre punti caldi (e noti) della crisi dell'industria dell'auto: obiettivi sulle emissioni, incentivi all'elettrico, dazi

16.01.2025 ( Aggiornata il 16.01.2025 16:53 )

Semmai servisse ricordare l'agenda dei temi che dovrà discutere il tavolo strategico prossimo a partire in Europa, dove saranno a tu per tu il legislatore e il mondo dell'auto, arriva la posizione dell'Acea, stavolta sotto la nuova presidenza di Ola Kallenius, subentrato a Luca de Meo. 

Una lettera, ancora una volta, per evidenziare i punti critici per l'industria dell'auto europea, destinati a diventare punti critici dell'economia continentale.

Kallenius tocca il tema dei costi sproporzionati legati al rispetto degli obiettivi sulle emissioni medie di CO2 che i costruttori dovranno rispettare nel 2025. Guarda alle raccomandazioni del report Draghi sulla competitività dei settori industriali europei, per i quali, però, serve una "potenza di fuoco" in termini di stanziamento di risorse pubbliche nell'ordine degli 800 miliardi di euro all'anno.

Immancabile il tema degli scambi commerciali, con la Cina per superare i dazi e sui rapporti con gli USA. Senza tralasciare accordi fondamentali per l'approvvigionamento di materie prime necessarie alla transizione green.equo

Decarbonizzazione sì ma con realismo

"(...) La nostra industria farà tutto il necessario per trasformarsi con successo, per continuare a dare forma a un trasporto sostenibile e alla mobilità individuale; garantire posti di lavoro e prosperità e contribuire a rafforzare la competitività dell'Europa rispetto a Cina e Stati Uniti. Mentre inizio il mio mandato come presidente dell'Acea, vorrei condividere con voi le priorità dell'industria automobilistica europea e indicare i settori in cui il sostegno politico sarebbe vantaggioso", introduce Kallenius.

"(...) In primo luogo, abbiamo bisogno di un percorso realistico per la decarbonizzazione dell'industria automobilistica europea. Un percorso che sia guidato dal mercato e non dalle sanzioni.

(...) Il Green Deal europeo deve essere sottoposto a un esame di realtà e a un riallineamento, per renderlo meno rigido, più flessibile e per trasformare la decarbonizzazione dell'industria automobilistica in un modello di business verde e redditizio.

Voglio essere chiaro: l'industria automobilistica dell'UE resta impegnata sull’obiettivo della neutralità climatica dell’Unione europea nel 2050, come anche al passaggio a una mobilità e trasporti a zero emissioni. Tuttavia, la strategia di decarbonizzazione per il settore automobilistico deve creare crescita economica e competitività, non frenarla. Dopo tutto, siamo i 'venture capitalist' della nostra stessa trasformazione. Dobbiamo rimanere competitivi ed avere successo economicamente per finanziarla".

Posizione chiara sulle emissioni 2025

Kallenius rilancia la necessità di incentivi all'acquisto, benefici che siano direttamente sul piano fiscale e altri non finanziari. Poi, la strettissima attualità e il tema delle emissioni medie di CO2 che i gruppi auto dovranno centrare al di sotto dei 94 g/km per non incappare in sanzioni.

"Abbiamo bisogno di un'idea chiara da parte della Commissione Europea riguardo agli obiettivi di CO2 per le auto e i furgoni nel 2025 e negli anni successivi. Soprattutto l'industria automobilistica ha bisogno di sapere come mitigare il rischio di una significativa non conformità alle norme.

Il testo integrale della lettera Acea all'Europa

In una fase critica della trasformazione, il rischio di pagare pesanti sanzioni per la non conformità alle norme sulla CO2 distoglierebbe fondi necessari dalla ricerca e sviluppo e da altri investimenti. Pochissime previsioni avevano previsto le attuali realtà geopolitiche e macroeconomiche. Eppure, la maggior parte degli obiettivi europei e delle linee guida politiche sono fondati su previsioni che non si sono concretizzati. Ecco perché questi obiettivi e linee guida devono ora essere adattati alla mutata realtà", prosegue Kallenius. 

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