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In Italia si contano oltre 53.900 punti di ricarica: analizziamo prezzi e vantaggi della transizione all’elettrico con un utilizzo a 360 gradi che passa per app, wallbox e infrastruttura pubblica e domestica
Fabiano Polimeni
16 gen 2025 (Aggiornato alle 17:35)
App in tasca e wallbox a casa. Così, per abbracciare la transizione all’elettrico e immaginarne un utilizzo a 360 gradi. L’infrastruttura pubblica resta cruciale per coprire gli spostamenti anche solo a medio raggio, nei quali pianificare una ricarica tra viaggio di andata e di ritorno. In Italia si contano oltre 53.900 punti di ricarica (dati dell’Osservatorio europeo EAFO), di cui poco meno di 45mila in CA e oltre 9mila in CC. Di questi, più di 43mila CA hanno potenze tra 7,4 e 22 kW, mentre in corrente continua oltre 5.400 offrono potenze tra 50 e 150 kW. Valori di ricarica che vanno contestualizzati al prodotto, poiché il limite tecnico è nella potenza massima di ricarica prevista per ciascun modello di auto. Così, una colonnina Ionity da 350 kW darà la massima potenza solo se l’auto è predisposta ad “accogliere” tale valore.
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La ricarica pubblica è da considerare come un’integrazione di quella domestica, dove non mancano gli ostacoli sulle possibilità di installazione di wallbox. Uno spaccato sulla tipologia di installazioni private arriva dal report annuale del Gestore Servizi Energetici. I dati 2023 fotografano le richieste di adesione al programma sperimentale di aumento gratuito di potenza nelle ore notturne a 6 kW. Solo il 9% dei richiedenti che ha installato un wallbox lo ha fatto in spazi condominiali. Il 26% vive in un edificio plurifamiliare/villetta con accesso autonomo. Ben il 33% ha effettuato l’installazione nel posto/box auto indipendente dall’unità abitativa. Il 29% in un edificio/villetta unifamiliare. Il confronto dei costi con le operazioni di ricarica su rete pubblica mostra, su un utilizzo spalmato su più anni, la convenienza economica della soluzione domestica.
La ricarica su rete pubblica spazia tra gli 0,54 euro/kWh e 0,99 euro/ kWh, tra diversi operatori e differenti potenze di ricarica. Con le tariffe flat, pacchetti con un certo numero di kWh ricaricabili in un mese pensati per gli utilizzatori assidui delle colonnine pubbliche, il costo medio del kWh si riduce notevolmente.
La possibilità di ricarica domestica deve considerare anche i costi dell’infrastruttura. Il prezzo di un wallbox è, mediamente, pari a 1.340 euro, installazione inclusa, secondo i dati rilevati dal GSE. Sul mercato sono disponibili varie soluzioni di ricarica e le postazioni fino a 7 kW si collocano nella fascia tra i 500 e i 1.100 euro, più spese d’installazione. Posto il costo medio rilevato dal report GSE, ammortizzato sull’arco temporale di 8 anni, equivale a spendere circa 14 euro al mese. Un costo che tenderà a ridursi tanto più alta sarà la prospettiva temporale di utilizzo dell’infrastruttura. Altro costo di adeguamento da prevedere, l’incremento di potenza erogata. L’aumento di 1 kW della fornitura energetica ha un costo di 25 euro l’anno, pertanto da 3 kW a 4,5 kW è da preventivare un costo di 9,37 euro/mese. Tuttavia, una potenza domestica di 4,5 kW non è sufficiente a garantire tempi di ricarica idonei con una programmazione notturna. Un aumento a 6 kW della potenza incrementa i costi fissi a 150 euro/anno anziché 112,50 euro, in pratica 12,50 euro/mese.
I costi variabili sono quelli dell’energia, che a un prezzo medio indicativo di 0,14 euro/kWh portano il costo di 80 kWh prelevati in un mese a 11,20 euro. In sintesi, il costo in euro/kWh di 80 kWh mensili ricaricati a casa a 6 kW ammonta a 0,47 euro/ kWh. Gli stessi 80 kWh, ricaricati su rete pubblica con una delle tariffe flat, costano 49 euro/mese (Enel X Way): 0,61 euro/kWh...
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