Un'Alfa Romeo Gt Junior 1300 scelta per identificarsi creando un legame profondo uomo-macchina ed essere anticonformista
17.01.2025 ( Aggiornata il 17.01.2025 09:01 )
Funzionava che l’auto che ti prendevi rappresentava la tua personalità. E la forza delle Case era quella di indovinare modelli che ci incontrassero un po’ tutti, dandoci delle opportunità. Anche nei particolari. Il pomello del cambio che fosse sensorialmente sexy, il volante che fosse sportivo, il cruscotto che fosse lussuoso. O magari viceversa, ma tu sapevi perfettamente che auto dovevi avere a tutti i costi tra le mani. C’era sempre una firma metafisica, c’era un tocco di artigianalità in quei prodotti industriali che riconoscevi dal rumore e dall’odore, di cui accettavi pure certi difetti clamorosi perché ti bastavano i pregi. Ci dividevamo tra quelli che “uuuuuuh le francesi”, quelli che “aaaaaah ma la qualità delle tedesche ”, “eeeeeh le inglesi pisciano olio e l’impianto elettrico fa schifo, ma quanto ad eleganza”, “ooooooh, ma il motore e la linea delle italiane”. Erano i fondatissimi luoghi comuni. Ma il fatto è che tu sceglievi l’auto e lei sceglieva te...
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